Impastando l’uovo e il Parmigiano-Reggiano grattugiato con i rebbi di una forchetta, si ottiene la tridùra, un condimento semplice ma saporito che può essere utilizzato in abbinamento a molte minestre. Nei risotti può andare assieme ad altri ingredienti (come gli spinaci di questa ricetta) ma è gradito anche da solo.
Ingredienti: 300 gr. di riso
700 gr. di spinaci o bietole 30 gr. di burro 2 tuorli d’uovo
4 cucchiai di Parmigiano-Reggiano 1,2 litro di brodo di carne sale e noce moscata q.b.
Mentre il riso sta cuocendo, lessate la verdura in acqua leggermente salata, strizzatela e tritatela grossolanamente. Fatela soffriggere lentamente col burro in un tegame e poi unite i tuorli delle uova e il Parmigiano-Reggiano. Profumate con la noce moscata e salate.
Portate a ebollizione il brodo col riso e poi versate gli spinaci o le bietole, mescolando bene per tutto il tempo necessario affinché i tuorli si rapprendano.
Anche di questa minestra, come il solito, esistono alcune versioni.
Una non prevede l’impiego del riso e un’altra, più conosciuta come zuppa di spinaci, è servita, anch’essa senza riso, con crostini di pane tostati o fritti nel burro. In qualche casa, al posto degli spinaci o delle bietole si adoperavano le verze, senza la tridùra ma con l’aggiunta di qualche ritaglio di carne suina. Quest’ultima, probabilmente, era un’abitudine gastronomica tedesca (non dimentichiamo che, durante il loro ultimo periodo, i duchi estensi ebbero un fortissimo legame culturale con l’Austria) che le donne modenesi, con una piccola “operazione” culinaria, avevano reso gradita anche ai nostri gusti.
Consigliate ai vostri ospiti di non grattugiare Parmigiano-Reggiano su queste minestre. L’abbinamento ideale è con il Trebbiano secco.
Tratto da “La cucina mirandolese” di Giuseppe Morselli – Edizioni CDL