I secolari gelsi di San Martino Spino

Commenti (0) San Martino Spino raccontato da Andrea Bisi

Il gelso di San Martino Spino

Gelso san martino

Il gelso di Cervia

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Il maestoso Gelso di Cervia e i Gelsi quasi sconosciuti di San Martino in Spino.

Nelle guide turistiche viene descritto come monumento da visitare il grande Gelso Bianco di Cervia.

Metri 4, 75 di circonferenza, addirittura spostato di 10 metri nel 1995, con la supervisione dell’Università di Agraria di Bologna, perché doveva passarci una via.

Si ritiene potrebbe avere oltre 300 anni.

I gelsi si potavano a capitozza (detta a testa di salice) così producevano ogni anno nuovi rami e gran quantità di fogliame per l’allevamento del baco da seta. Quello di Cervia fu potato diversamente, si è allargato a dismisura ed oggi è necessaria una impalcatura d’acciaio e cavi per sostenere un grosso ramo che ha ceduto nel 2012.

Uscendo da San Martino, precisamente nel podere “la Cassinetta”, un podere già di proprietà dei Pico, esistono due gelsi giganti, sconosciuti ai più, sotto al cui fogliame, in estate, trovano riparo insieme trattori e carri agricoli.

Il più grande, alla base, misura metri 4,50 di diametro, (solo per 25 cm. inferiore a quello di Cervia) ma se non fosse stato continuamente potato a “testa di salice” i rami ed il tronco oggi sicuramente sarebbero ancora più grandi.

Loredano Greco, ultra ottantenne che abita alla Bachella li ricorda maestosi già da quando era bambino.

L’età dei gelsi di San Martino non si sa ma confrontandoli con quello di Cervia, circa del medesimo diametro, si può ragionevolmente pensare che abbiano almeno 200 anni..

Questi gelsi quasi sicuramente servivano per l’antico allevamento dei bachi da seta.

Il Prof. Andreolli testimonia che già dagli inizi del XVII a  Mirandola l’allevamento del baco da seta sostituì quello di pecore per la lana migrato in altre zone.

Il prof. Calzolari riporta che nella visita vescovile del 1726 nel piccolo orto della chiesa “si racolieva mastelli tre in circa d’uva e folia di moro da pascere mezz’oncia di bigatti”

Andrea Bisi

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