Gli antenati del Barnardon – Il Mirandolano – Diario mirandolese per l’Anno bisestile 1880

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IL MIRANDOLANO. Diario Mirandolese per l’anno bisestile 1880.

In Foglio, cm 64×43. Tip. di Gaetano Cagarelli, Mirandola. 1879. (Biblioteca Comunale della Mirandola).

Questo è il primo numero del Mirandolano, che poi si chiamerà il Mirandolano della Mirandola, per ribadire in confronto agli altri omonimi, la sua origine purissima e la sua autenticità.

Come idea proviene invece dal Calendario Mi­randolese che, come si è detto, era pubblicato in appendice al periodico an­nuale La Fenice e dal Barnardon che era uscito da appena un anno, in foglio.

Probabilmente ne fu l’ideatore, se non il compilatore, il mirandolese Molinari Francesco, animatore e fondatore della Fenice, che già curava dalla nascita il Calendario.

Si tratta di un Lunario ”colto e quasi scientifico”, cioè con noti­zie di Astronomia scientificamente corrette, diretto al ceto medio e alle classi colte, stampato in concorrenza e si può dire in contrapposizione con il Barnar­don, lunario incolto e scritto in dialetto, diretto in prevalenza ad un ceto so­ciale popolare.

Invece, nei riguardi del Barnardon il Mirandolano presenta di­versi punti di debolezza, che si faranno sempre più sentire con il passare del tempo e che sono rappresentati proprio da quelle caratteristiche che intrinsicamente sarebbero state dei pregi (abolizione dei Pronostici in quanto senza fon­damento, testo di intonazione e di carattere scientifico, una certa cura della forma letteraria, ecc.) ma che non sono quasi mai gradite agli utenti di questo tipo di lettura.

“Eppure questo primo numero si mostrava non privo di interesse e di spunti gradevoli che meritavano di essere sviluppati: il Mirandolano diceva di essere ritornato da poco nella sua città dopo un lunghissimo viaggio di studio attra­verso il mondo conosciuto e non conosciuto, terrestre e celeste.La gioia del ritorno… è stata gravemente turbata nel… vedere quale orribile strazio siasi fatto in questo periodo della mia fama astronomica ed astrologica. Tipografi, editori e librai, traendo profitto dalla mia lunga assenza, hanno usato con in­credibile audacia pubblicare e diffondere a larga mano almanacchi ed osserva­zioni astronomiche e predizioni metereologiche che acquistavano credito dal­l’usurpazione del mio nome… Anche voi cari concittadini e lettori avrete avu­to spesso tra le mani tali pubblicazioni sotto il titolo dell’Antico, del Nuovo, del Vecchio, del Giovine e perfino del Vero Mirandolano. Riservandomi di de­nunciare e chiamare i colpevoli di tanto misfatto davanti al Tribunale degli Astronomici e degli Astrologi dell’Universo, frattanto protesto e dichiaro so­lennemente in faccia al Mondo tutto che io, rifiutando qualsiasi epiteto, sono il solo vero Mirandolano della Mirandola, ove nacqui sulla metà del secolo passato ed esercitai per tanti anni e con tanto onore la nobilissima professione di astronomo, astrologo e cabalista”.

La vignetta mostra una veduta tradizionale dell’antico Castello Pico; come per il Barnardon, la tipografia era la nuova Tipografia mirandolese di Gaetano Cagarelli che aveva già cominciato a stampare, dal 1872 per conto della atti­vissima Commissione Municipale di Storia Patria della Mirandola, allora gui­data dal Molinari, i primi volumi della serie delle Memorie Storiche Mirandolesi

Tratto da Nona i me car mirandules

Autori: Vilmo Cappi e Giuseppe Morselli

Editori Franco Bozzoli e Leonardo Artioli

Anno 1978

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