Gli antenati del Barnardon – Lunario per l’Anno 1851 – Dialogo tra il Mirandolano ed il Pescatore

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LUNARIO PER L’ANNO 1851. Dialogo tra il Mirandolano e il Pesca­tore.

In foglio, cm 64×42. Modena. Tipografia Camerale. (Archivio di Sta­to di Modena).

Il Lunario non ha nome né titolo; i personaggi invece hanno i nomi accattivanti di Mirandolano e di Pescatore ma solo per sfruttarne commercialmente la sim­patia e la notorietà tradizionali; il Dialogo è del tutto insignificante e a volte, perfino dozzinale.

In linea generale la serie di questi lunari anonimi risulta piuttosto sgradevole e forse, se si potesse dare un giudizio con il poco materiale a disposizione, la peggiore di tutte per la banalità e il conformismo dei contenuti. Non basta a riabilitarla l’interesse che alcuni Dialoghi manifestano per una animosità, inso­lita, di tipo politico, di carattere decisamente reazionario che li pervade, rivol­ta di massima contro i tentativi di mutare l’assetto e le abitudini sociali e con­tro le idee innovatrici in genere. Nel Dialogo dell’anno 1848 (Archivio di Stato di Modena) imprudentemente ma per forza di cose redatto nel 1847, il Miran­dolano si scaglia con accanimento contro il vìzio del fumo che alligna preva­lentemente tra i giovani e, parlando della ”nuova mania di fumare i zigari , trova modo di far entrare nel suo discorso frasi come la seguente: ”..Il Pro­gresso… è solo quello… regolato dalla Religione e dalla Morale, uniche soste­nitrici degli Altari e dei Troni”.

Allora, nel Lombardo-Veneto comandava il vecchio Maresciallo Radetskj e gli Stati di Modena e di Parma erano praticamente alle dipendenze dell’Austria; le Romagne e Bologna, dove anche poteva circolare il lunario, facevano parte dello Stato Pontificio. A Modena regnava il Duca Francesco V figlio di quel Francesco IV tristemente ricordato ed universalmente esecrato per i non molto lontani avvenimenti del 1831 che avevano visto la morte di Menotti e Borelli ma che avevano fatto vacillare almeno per un poco il trono Ducale e quello Pontificio. Indubbiamente il Mirandolano guardava gli astri del cielo con un occhio al canocchiale e uno alla Polizia del Duca.

La vignetta, piuttosto rozza e disegnata senza gusto, anche se argutamente, è tuttavia interessante perché, per la prima volta, sempre che in essa si sia volu­to riprendere il Mirandolano, questi è rappresentato con gli attrezzi e con gli abiti di un contadino.

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