Bello a sapersi – Le guerre tra Concordia e Mirandola – Maurizio Bonzagni

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Maurizio Bonzagni

Maurizio Bonzagni

Chimico, nato a Mirandola nel 1958, ha lavorato a lungo come responsabile vendite presso una multinazionale di materie plastiche ma è soprattutto un appassionato di storia locale di cui è da anni un attento lettore. Dopo aver arricchito la propria biblioteca di numerosi testi su Mirandola e la Bassa Modenese e raggiunta recentemente la pensione ha iniziato la collaborazione con Al Barnardon per condividere e contribuire a divulgare la splendida storia delle nostre terre, spesso sconosciuta o ignorata da molti dei suoi stessi abitanti.

Galeotti I Pico

Galeotto I Pico

Le guerre tra Concordia e Mirandola

Galeotto II Pico

Galeotto II Pico

Giovanfrancesco I Pico

Giovanfrancesco I Pico

Per cinquant’anni Concordia e Mirandola sono state in guerra tra loro. Non solo scontri sanguinosi, imboscate e scorribande di armati nelle campagne ma anche assedi, sia del castello di Mirandola dai concordiesi che di quello di Concordia dai mirandolesi.

Tutto nasce alla morte di Gianfrancesco I Pico nel 1467. Ancora la successione avveniva secondo il diritto consortile longobardo e spettava in comunione a tutti i figli maschi. Galeotto, Antonmaria e il celebre Giovanni, il quale però aveva solo quattro anni.

Galeotto I e Antonmaria, poco più che ventenni, dopo una breve convivenza litigano a tal punto sulle alleanze più opportune da fare con i potenti vicini che Galeotto arriva ad imprigionare il fratello, incatenandolo mani e piedi nelle carceri del castello.

Giangiacomo Trivulzio

Giangiacomo Trivulzio

Giovanfrancesco II Pico

Giovanfrancesco II Pico

Lo scandalo tra le corti d’Europa è elevato e le pressioni esercitate portano dopo due anni alla scarcerazione di Antonmaria, che si rifugia a Roma protetto da Papa Sisto IV della Rovere. Approfittando della bellicosità di questo Papa nel 1483 segue il suo esercito diretto alle mura di Ferrara, conquistano Concordia ma desistono dall’assediare Mirandola, troppo ben difesa.

Antonmaria si arrocca nella cittadina conquistata rinforzando il castello con nuove e moderne torri di difesa ed inizia una convivenza bellicosa con la vicina Mirandola di Galeotto I.

Il territorio è diviso tra Mirandola con Mortizzuolo, Cividale, Gavello, S. Martino Spino, Borgofuro, S. Martino Carano, Vigona e Quarantoli, contro Concordia con S. Possidonio, Fossa, Valle alta, Tramuschio, Roncole e S. Caterina.

Le aggressioni armate tra le due fazioni sono continue, senza mai giungere però ad uno scontro definitivo. Antonmaria è protetto da Francesco II Gonzaga, Signore di Mantova, mentre Galeotto è capitano al sevizio di Ludovico il Moro, padrino del suo primogenito e reggente del ducato di Milano durante le sue assenze.

Nel 1488 Galeotto assalta il castello di Concordia approfittando di una assenza di Antonmaria ma viene respinto e 25 mirandolesi rimangono uccisi, molti annegati nel fossato che difende le mura.

Per scongiurare una nuova guerra di successione tra i suoi tre figli maschi Galeotto instaura la primogenitura ed investe dell’eredità il solo Gianfrancesco II. Muore nel 1499 di febbre malarica. Antonmaria muore poco dopo senza eredi maschi e tale è l’odio verso il fratello che lascia Concordia ai due figli cadetti di Galeotto, Ludovico I e Federico, perpetuando così la lite per il dominio dello stato.

Gianfrancesco II è però più rapido e corrompendo il commissario di Antonmaria prende il castello di Concordia prima dell’insediarsi dei due fratelli.

La paura di una reazione è tale che immediatamente costruisce una grande torre, il Mastio della Mirandola. 47 metri di altezza, pianta quadrata di 15 m di lato e pareti di 4 m di spessore, con alla sommità due feritoie per bocche da fuoco su ogni lato capaci di colpire a grande distanza.

Il fratello Ludovico è già un grande condottiero, comandante delle truppe di Cesare Borgia, il Valentino, a cui è strettamente legato. Ne diventerà Capitano Generale e sarà con lui al capezzale di Papa Alessandro VI, suo padre, nel 1503. Ha inoltre sposato la figlia di Gian Giacomo Trivulzio, comandante in capo dell’esercito francese.

Gianfrancesco riesce infine ad inimicarsi tutti i potenti vicini e nel 1502 con le artiglierie del Marchese di Mantova, l’appoggio del Duca di Ferrara e le truppe francesi del Trivulzio, Ludovico e Federico assediano e prendono Mirandola in 50 giorni.

L’anno successivo Federico muore per indigestione a causa di un melone troppo freddo o, forse più verosimilmente, avvelenato dal fratello, emule dei Borgia a lui così vicini. Oltre al Valentino la sorella Lucrezia è infatti sposa ad Alfonso d’Este, suo amico d’infanzia e successore al ducato di Ferrara, Modena e Reggio.

Alla morte del Valentino Ludovico diviene Governatore Generale di uno dei due eserciti papali e come tale partecipa alla Lega di Cambrai. Muore nel 1509 in difesa di Ferrara minacciata dai veneziani. Un colpo di cannone sparato alla cieca gli stacca la testa di netto dall’armatura mentre cavalcava nelle retrovie.

Aveva solo 31 anni, molto probabilmente sarebbe diventato uno dei più gloriosi uomini d’arme d’Italia.

Signore di Mirandola diviene il figlio di due anni, Galeotto II, con la reggenza della madre Francesca Trivulzio.

Ma Gianfrancesco II non rinuncia alla sua eredità e con l’aiuto del cugino e grande amico Alberto III Pio, Signore di Carpi, devia su Mirandola l’esercito di Papa Giulio II della Rovere diretto ad assediare Ferrara. La città capitola dopo 32 giorni, nel 1511, complice una straordinaria gelata che ghiaccia il fossato.

Dopo pochi mesi Gian Giacomo Trivulzio scende però in aiuto alla figlia e prende rapidamente Concordia massacrando tutti i 400 uomini a sua difesa. Gianfrancesco fugge da Mirandola.

Per volontà del Papa e dell’Imperatore viene imposto un concordato che assegna Concordia alla Trivulzio e Mirandola a Gianfrancesco.

Seguono così altri 19 anni di guerra feroce tra Mirandola e Concordia. Sei assalti nei primi mesi alla Concordia da parte dei mirandolesi, tutti respinti con il supporto dalle armi del Gonzaga di Mantova.

3000 fanti e 200 cavalli al comando di Camillo Trivulzio, fratello di Francesca, assediano Mirandola nel 1517. L’assedio viene però ritirato alla notizia del tradimento della sorella.

Invaghita del nuovo capitano delle guardie, Otobuono di Techi, concorda segretamente con Gianfrancesco la rinuncia al feudo dietro una ricca ricompensa. Concordia è assaltata da armati mantovani, Otobuono impiccato e Francesca rinchiusa in un convento di clausura, dove vi morirà quarant’anni dopo.  Il Marchese di Mantova diviene il tutore di Galeotto II.

Nel 1528 Galeotto, ormai vent’enne, assalta nuovamente Mirandola con un esercito mercenario attirato dal ricco bottino del saccheggio. Ma le mura di Mirandola sono possenti e l’assedio fallisce velocemente.

Ci riprova nel 1533 con una cinquantina di fedeli soldati e riesce ad introdursi di notte nel castello, arrivare alle stanze dello zio e ad assassinarlo con il figlio Alberto.

Per legittimare l’usurpazione e porre fine all’odio tra mirandolesi e concordiesi Galeotto pretende il giuramento di fedeltà individuale di tutti gli abitanti dello stato, fino al più remoto campagnolo. 300 e più capofamiglia mirandolesi giurano subito due giorni dopo l’assassinio, altri 353 da Mirandola e 653 dalle ville vicine nei giorni successivi.

Da quel momento l’intero stato farà sempre riferimento ad un unico Signore.

Galeotto II ripudiato dall’Imperatore sarà costretto ad offrire la fortezza al Re di Francia della cui ricca corte diverrà un assiduo frequentatore. Morirà in Francia durante una delle lunghe assenze da Mirandola.

Mirandola nel frattempo diviene incetta di masnadieri e avventurieri. Assassini, sicari, complottisti in fuga si rifugiano qui. Durante i 17 anni del dominio di Galeotto Mirandola è militarizzata dai francesi e diviene un covo malfamato in cui si viene per reclutare mercenari senza scrupoli. Filippo e Piero Strozzi vi radunano forze per scacciare i Medici da Firenze. Lorenzino De Medici dopo aver ucciso il cugino Alessandro, Duca di Firenze, si rifugia a Mirandola, così come i Fieschi di Genova dopo aver assassinato Giannettino Doria o i ribelli di Napoli e di Siena che vi tengono le loro assemblee.

“Luogo securo de li banditi e causa della ruina d’Italia” che l’Imperatore Carlo V si propone di distruggere.

… e la ricca storia della nostra Bassa continua.

 

  1. ROMBALDI, Mirandoladai Pico agli estensi: problemi, in “Mirandola e le terre del basso corso del Secchia”, Atti del convegno, Aedes Muratoriana, Modena 1984.
  2. BELLINI, Concordia sulla Secchia, dalle origini all’unità d’Italia, 1969, Riedizione a cura di U. CASARI, Verona 2009.
  3. ROLKER, I conti della Mirandola e il “Reichskammerergericht”, procedimento processuale e documentazione di una lite famigliare per la contea di Concordia tra il XV e XVI secolo, in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 35, Massa Finalese 1999
  4. ANDREOLLI, Le origini di Concordia, in «Materiali per una Storia di Concordia sulla Secchia», Gruppo Studi Bassa Modenese, Biblioteca n. 4, Mirandola1993.
  5. ANDREOLLI, Profilo biografico di Ludovico I Pico, in «Dizionario Biografico degli Italiani», Treccani vol 83.
  6. CAPPI, La Mirandolastoria urbanistica di una città, 1973, Seconda edizione a cura del Circolo “G: Morandi” di Mirandola, Mirandola 2000.
  7. GHIDONI, Il diritto alle armi, in «Quaderni della bassa Modenese», n. 48, Finale Emilia 2005.
  8. GHIDONI, I Pico nelle prime guerre d’Italia, in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 68, Finale Emilia 2015.
  9. GHIDONI, Il Grande Delitto, Centro Internazionale di Cultura Giovanni Pico della Mirandola, Finale Emilia 2012.
  10. MORSELLI, Quattordici secoli fra storia e cronaca, in «Il Castello della Mirandola» a cura di G. Morselli, Mirandola 2005.

Liberamente tratto dal libro di Maurizio Bonzagni:

“Mirandola e la Bassa Modenese – Storia di una capitale dall’Alto Medioevo a Città di Provincia”

Edizioni: Al Barnardon

Il libro è in vendita nelle edicole e librerie di Mirandola.

€ 15.00

COVER_Mirandola e la bassa modenese (1)

2 Responses to Bello a sapersi – Le guerre tra Concordia e Mirandola – Maurizio Bonzagni

  1. Simona Maini says:

    Avevo sentito un racconto simile molti anni fa, ma adesso il suo articolo me lo ha spiegato e molto meglio. Grazie e complimenti per i suoi studi.

  2. Bonzagni Maurizio says:

    Grazie per il commento. La storia di Mirandola e della Bassa Modenese è una storia molto locale ma ricca di personaggi e di eventi che la rendono appassionante. Spesso influenzando anche pesantemente gli equilibri dell’intera Europa.

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