Chimico, nato a Mirandola nel 1958, ha lavorato a lungo come responsabile vendite presso una multinazionale di materie plastiche ma è soprattutto un appassionato di storia locale di cui è da anni un attento lettore. Dopo aver arricchito la propria biblioteca di numerosi testi su Mirandola e la Bassa Modenese e raggiunta recentemente la pensione ha iniziato la collaborazione con Al Barnardon per condividere e contribuire a divulgare la splendida storia delle nostre terre, spesso sconosciuta o ignorata da molti dei suoi stessi abitanti.
Alessandro e Laura Pico
1596 Mirandola elevata a Città e Principato
Fulvia Da Correggio rimane vedova di Ludovico II Pico alla età di 25 anni. Tutti i loro tre figli diventeranno in successione Signori di Mirandola ma alla morte del padre nel 1568 il primogenito, Galeotto III, ha solo 5 anni e Fulvia regnerà in sua reggenza a lungo su Mirandola, realizzando uno dei periodi migliori della Signoria.
E’ lei che termina la poderosa cinta muraria ad otto bastioni della città iniziata dal marito, allargandola su nuove terre e nuove strade, tra cui una chiamata con il suo nome fin da subito e a lei rimasta dedicata fino ad oggi, via Fulvia.
Lavori finanziati dai francesi che mantengono una guarnigione alloggiata in una parte della città nella nuova area inglobata, la Franciacorta. Ma Fulvia è figlia di Ippolito da Correggio, Signore di Correggio e fedele comandante d’armata dell’Imperatore. Con uno stratagemma farà uscire l’intero esercito francese per una esercitazione e, facendo prima scorrere fiumi di lambrusco, sbarra loro le porte della città alzando i ponti. Offrendo nuovamente Mirandola all’Impero di cui in passato era sempre stata feudo.
Alla morte della madre Galeotto III, gracile e gravemente malato, è affiancato dal fratello minore Federico II che poi sarà costretto a subentrargli nel 1592 per incapacità del fratello a governare.
Solo per pochi anni, poi muore affranto dalla morte per tifo della moglie. L’ultimo dei tre fratelli, Alessandro I, deve abbandonare la carriera ecclesiastica prossima al cardinalizio e diviene il nuovo Signore di Mirandola nel 1602.
Ormai 37enne deve pensare a garantire un erede alla dinastia, dato che entrambi i fratelli non avevano lasciato figli. La scelta più strategica è legarsi a Cesare d’Este, Duca di Modena e Reggio, e ne sposa perciò la figlia Laura anche se ancora dodicenne.
Sarà festa a corte al raggiungimento della completa maturità sessuale della giovane sposa, tanta è la paura che il piccolo stato diventi preda dei voraci e potenti Signori confinanti.
Il primo parto è però femmina e così il secondo. Poi una terza e una quarta figlia. Laura è epilettica e lo stress a cui è sottoposta non fa che peggiorare la sua malattia, tanto che non partecipa più agli incontri istituzionali per non imbarazzare il Principe.
Le convulsioni epilettiche diventano violente e vengono scambiate per possessioni demoniache, la mancanza di un erede maschio non lascia dubbi sulla presenza di uno spirito maligno dentro di lei. Viene circondata da medici ma anche da religiosi, reliquie e un nutrito gruppo di esorcisti fatti venire da ogni parte d’Italia.
Ma la giovane madre continua a partorire solo femmine. Saranno sette in quindici anni, poi, stremata, morirà colpita dalla tremenda epidemia di peste del 1630, la peste narrata dal Manzoni.
Una vicenda ben nota in tutte le corti europee. Nota anche all’Imperatore dal quale gli ambasciatori dei Pico cercano di ottenere il riconoscimento dell’unico maschio che Alessandro ha avuto da una amante.
Mirandola è ormai una capitale ricca di chiese e conventi dei maggiori ordini religiosi, Cappuccini, Gesuiti, Agostiniani, Domenicani, Mendicanti, Scopetini, Serviti, Clarisse, degna dei maggiori riconoscimenti. Già nel 1596 Rodolfo II d’Asburgo l’aveva proclamata Città e elevato i Pico al titolo di Principi per riconoscenza al riallineamento della strategica fortezza all’Impero ma la costante attività politica di Alessandro I alla corte degli Asburgo riuscirà ad ottenere nel 1617 l’ambito titolo di Ducato e, dietro un esborso di 100.000 fiorini d’oro pari a 350 kg di oro zecchino, anche l’agognato riconoscimento del figlio naturale come legittimo erede alla Signoria.
Da Conti della Mirandola e della Concordia
a Principi della Mirandola e Marchesi della Concordia nel 1596
a Duchi della Mirandola e Marchesi della Concordia nel 1617.
A celebrazione del maggiore onore il neo Duca inizia la costruzione della chiesa del Gesù, il gioiello barocco simbolo della magnificenza della Signoria.
Il figlio Galeotto Pico non arriverà però mai al trono come Galeotto IV ma morirà ancora giovane prima del padre, che addolorato morirà a distanza di tre mesi, all’età di 71 anni, nel 1637.
Sarà il nipote, Alessandro II, a succedere al nonno. Portando la Signoria al suo massimo splendore di fine ‘600.
- ANDREOLLI, Mirandola 1596-1597: le ragioni di un riconoscimento e di una promozione, in «1596-1597: Mirandola Piccola Capitale», Giornate di studio in occasione del IV Centenario del titolo di Città, Mantova 2001.
- CAPPI, La mia Mirandola. Raccolta di studi sulla storia, l’arte e il folclore della città dei Pico per l’80° compleanno dell’autore, A cura di P. Golinelli, Aedes Muratoriana, Modena 1999.
- CERETTI, Biografie Pichensi Tomo I, in «Memorie Storiche della città e dell’antico Ducato della Mirandola, volume XVII», Mirandola 1907.
- CAPPI, La Contessa Fulvia Da Correggio Pico: il suo “regno” e la sua chiesa (1568-1590), in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 22, Mirandola1992.
Liberamente tratto dal libro di Maurizio Bonzagni:
“Mirandola e la Bassa Modenese – Storia di una capitale dall’Alto Medioevo a Città di Provincia”
Edizioni: Al Barnardon
Il libro è in vendita nelle edicole e librerie di Mirandola.
€ 15.00