Gli antenati del Barnardon – Il Mirandolano per l’Anno 1850

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IL MIRANDOLANO PER L’ANNO 1850.

In foglio; cm 64×42. Modena, per gli Eredi Soliani Tip. Reali. (Archi­vio di Stato di Modena).

Questo è uno dei Lunari più belli ed interessanti di questa rassegna sia per ciò che si riferisce alla composizione e alla veste tipografica (ogni mese per es. è preceduto dal segno della relativa Costellazione e dalle indicazioni delle fasi della luna), sia per il contenuto (ogni mese è preceduto da una quartina di ca­rattere moralistico), sia per la vignetta, graziosamente disegnata ed animata da tre personaggi in atto di conversare. Il Discorso Generale è sostituito da un Dialogo che si svolge tra il Mirandolano, un Contadino e un Pescatore. Il te­sto ripete l’intento e il tono moralistico ed educativo delle quartine e si svilup­pa seguendo le linee di un atteggiamento pedagogico-umanitario con sfumatu­re sociali quasi populistiche, tipiche di una certa parte del mondo colto o an­che solo della media borghesia e di gran parte del Clero dell’epoca.

”La ma­niera di guadagnar molto — dice il Mirandolano al Contadino che gli aveva chiesto il modo di uscire dalla miseria ma senza l’aiuto del Diavolo — è l’esse­re onesto in tutte le azioni, amare il travaglio, non ispendere malamente il da­naro”. ”Ma noi povera gente, non guadagnamo tanto da vivere — esclama il Pescatore. Rincalza il Contadino: ”A me, due anni addietro mi mancava del grano e il padrone invece di darmelo tutto in un tratto me lo dava sacco a sac­co e siccome il prezzo sempre cresceva, così per la buona volontà che aveva di giovarmi, tenendomi, così diceva, in economia, mi mandò in rovina e da mez­zadro che era diventai camerante”. La frase ci porta alla mente, per quanto già noto, il quadro di indigenza e di sopraffazione in cui versava la ”povera gente” di allora. I ”Camarant” erano veramente all’ultimo gradino nella scala dei lavoratori della terra; non possedevano niente, se non le proprie braccia (i braccianti) e i pochi attrezzi indispensabili per non essere esclusi dalla possibi­lità di lavoro: la carriola, il badile, la vanga.

Tratto da: Nona i me car mirandules

Autori: Vilmo Cappi – Giuseppe Morselli

Edizioni Franco Bozzoli e Leonardo Artioli

Anno 1978

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