Una visita al nostro ospedale “Santa Maria Bianca”

Commenti (0) Ubaldo Chiarotti racconta

UNA VISITA AL NOSTRO OSPEDALE  S.MARIA BIANCA …….

Sono andato all’ospedale S. Maria Bianca, sono salito al quinto dei suoi sette piani, quello del reparto Nefrologia e Dialisi, quello attrezzato, dal 1978, con tutte le donazioni all’avanguardia in campo mondiale, del dott. Veronesi e della Cassa di Risparmio di Mirandola, rammodernato nel 1994 con le nuove donazioni del dott. Veronesi e le altre delle tantissime ditte operanti nel settore biomedicale e ancora dalla Cassa di Risparmio. Quello divenuto con gli anni il più importante centro di cura e sperimentazione  europeo di Nefrologia e Dialisi e non solo, grazie all’integrazione con la “Silicon Valley del biomedicale” e con UNIMORE,  grazie alla quale il nostro ospedale è divenuto un ambito centro di studio e tirocinio per gli studenti tirocinanti di medicina provenienti da tutta l’Emilia e anche da fuori regione, addirittura qualcuno anche dall’estero.

Salendo poi al sesto piano, mi sono trovato nel reparto di cardiologia, quello che grazie alle attrezzature per la circolazione e ossigenazione del sangue extra corporea,  permette operazioni  di altissima chirurgia cardiovascolare. Arrivando poi all’ultimo piano mi sono trovato nel reparto di Gastroenterologia, dove coloro che hanno subito gravi danni all’apparato digerente, possono essere alimentati in via parenterale in attesa di interventi risolutivi, tutto questo sempre frutto di donazioni effettuate dalle innumerevoli aziende biomedicali del territorio, sorte sulla scia del tracciato creato dal dott. Veronesi e spesso anche in collaborazione con i suoi primi collaboratori, divenuti a loro volta imprenditori

All’ingresso dei reparti una targa con le specifiche inerenti le donazioni delle attrezzature da parte delle aziende biomedicali, studiate e realizzate nel nostro distretto e le università che avevano partecipato ai progetti stessi.
Scendendo le scale dopo la visita a questi reparti, un rumore improvviso di una porta che sbatte  e…… ho dovuto aprire gli occhi, purtroppo era solo un sogno………, il sogno mancato del dott. Veronesi.

Sogno verosimile però, che solo per poco non ha potuto avverarsi, bastava non obbedire alle pretese di una provincia  che nei decenni trascorsi, ignorando volutamente la realtà del biomedicale,  ha investito nelle infrastrutture solamente a Sud della via Emilia verso la ceramica di Sassuolo.

Ci scusi dott. Veronesi per le due volte che ha cercato di donare alla nostra città le attrezzature per l’ospedale e per due volte la politica locale non ha saputo accogliere tali doni, ci scusi anche per il rischio che abbiamo corso di veder nascere il Tecnopolo Biomedicale,  quello che lei chiedeva con forza sin dagli anni ottanta, a…. Spilamberto, proprio nel cuore del Biomedicale da lei inventato;  “fortunatamente” il terremoto ha impedito tale scempiaggine e grazie ad esso il Tecnopolo Biomedicale a lei dedicato, è nato a Mirandola.

Io ero presente negli anni ottanta in una delle tante riunioni dove si parlava delle offerte del dott. Veronesi e ricordo benissimo l’intervento di un dirigente consigliere dell’USL 15 , governata dalla classe politica mirandolese, quando, parlando dell’argomento affermò: ”noi a Mirandola non abbiamo bisogno di aumentare i reparti aggiungendo Nefrologia e Dialisi, le attrezzature di Veronesi è meglio che vadano a Modena al Policlinico…..”

Chissà se in qualche punto dei reparti di Nefrologia e Dialisi del Policlinico ci sarà almeno una targhetta applicata ad una parete a ricordare quelle donazioni che il dott. Veronesi ha dovuto dirottare là, anziché al S.Maria Bianca di Mirandola a causa della miopia politica mirandolese.

Si potrà mai invertire questo trend negativo? Io penso di si. Quando? Quando la nostra classe politica locale si impegnerà a portare avanti i nostri interessi di cittadini dell’UCMAN e noi saremo vigili e attenti a controllare.

Se come spesso abbiamo visto accadere, la sanità sta andando verso una integrazione coi privati, io penso che a Mirandola se emergesse una classe politica nuova un po’ slegata dai diktat modenesi, noi avremmo ancora tante possibilità di salvare e potenziare il nostro ospedale,  avviandolo ad una grande collaborazione con l’università. Pure questo sarebbe un modo per rendere omaggio al fondatore del biomedicale.

Anche la viabilità per Modena con le tangenziali nei paesi attraversati dalla SS12-Canaletto, è rimasto un sogno del dott. Veronesi assieme alla superstrada Cispadana, per la quale egli aveva dovuto lasciare la distanza di rispetto dietro la BELLCO perché sembrava imminente la sua costruzione negli anni settanta.

Ci scusi dott. Veronesi se la nostra città non ha saputo accettare le sue donazioni e non ha saputo realizzare il suo sogno, quel sogno condiviso da tanti suoi concittadini, nel quale io mi sono infilato immeritatamente e dal quale esco in punta di piedi.

Grazie per la spinta che ha dato a noi del Galilei, dopo quell’incontro nel 1985 circa, dove ,molto semplicemente, ci disse in dialetto mirandolese: “mè a gh’ò bisogn ad perit che i sàva invintar di mecanisum ch’ag la cava a sostituir i lavor monoton e ripetitiv ad cal doni che tutt al dì ag toca d’infilar i gumèn par far i nostar prodott usa e getta par curar i malaa”. Praticamente ci ha spronati ad inserire l’Automazione Industriale con quindici anni di anticipo sulla riforma Berlinguer.

Quarantoli 01/02/19

Ubaldo Chiarotti

20181221_121448

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *