Bello a sapersi – Le quindici chiese della Mirandola – Maurizio Bonzagni

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Maurizio Bonzagni

Maurizio Bonzagni

Chimico, nato a Mirandola nel 1958, ha lavorato a lungo come responsabile vendite presso una multinazionale di materie plastiche ma è soprattutto un appassionato di storia locale di cui è da anni un attento lettore. Dopo aver arricchito la propria biblioteca di numerosi testi su Mirandola e la Bassa Modenese e raggiunta recentemente la pensione ha iniziato la collaborazione con Al Barnardon per condividere e contribuire a divulgare la splendida storia delle nostre terre, spesso sconosciuta o ignorata da molti dei suoi stessi abitanti.

Ubicazione Chiese su Stampa del Mortier (1661 – 1711)

Ubicazione Chiese su Stampa del Mortier (1661 – 1711)
Chiesa di S. Maria Bianca delle Putte Mendicanti

Chiesa di S. Maria Bianca delle Putte Mendicanti

Facciate dell'Oratorio del SS. Rosario

Facciate dell’Oratorio del SS. Rosario

Chiesa di Santa Maria Bianca delle Putte Mendicanti

Chiesa di Santa Maria Bianca delle Putte Mendicanti

Le quindici chiese della Mirandola

Nella Mirandola di fine ‘600 ben un quinto della superficie all’interno della mura era occupato da chiese e conventi. La certezza dell’esistenza di un Dio era ben al di fuori di ogni dubbio e il fervore religioso guidava ogni azione della comunità. La miglior medicina contro le grandi epidemie erano le reliquie dei santi, la miglior difesa contro gli straripamenti e la grandine erano le preghiere. Pregare era importante e gli stessi Signori della città sentivano il dovere di accogliere i più prestigiosi ordini religiosi, garantendone la sopravvivenza con adeguate donazioni di terre e vitalizi. 

Chiesa di S. Maria Maddalena

Chiesa di S. Maria Maddalena

Ubicazione Chiese su Stampa del Mortier (1661 – 1711)

Ubicazione Chiese su Stampa del Mortier (1661 – 1711)

Chiesa di San Francesco con i portici

Chiesa di San Francesco con i portici

Non vi era onore né prestigio nell’essere Principi di una cittadina che mancasse di un adeguato numero di chiese e conventi a garantire la salvezza dei propri sudditi.

Mirandola e i Pico non facevano eccezione.

Quindici erano le chiese all’interno delle mura e otto i conventi di comunità religiose. Gesuiti, Francescani, Cappuccini, Scopetini, Servi, Mendicanti, Clarisse, Agostiniani.

Di certo i Pico non peccavano di prestigio per questo nelle corti europee.

Chiesa e convento di San Francesco dei padri Francescani, la più antica chiesa all’interno del nucleo della città anche se quando fu costruita era al di fuori del fossato che difendeva il primo agglomerato urbano. La prima menzione l’abbiamo su un documento del 1287 ma un incendio del 1633 forse ci impedisce di datare il San Francesco con documenti ancora più antichi.

Chiesa e convento di Santa Giustina degli Eremitiani di Sant’Agostino, forse addirittura precedente al San Francesco essendo citata in un documento del 1212. Inizialmente appena al di fuori del borgo, in quello che era detto il borgo di sotto, seguendo lo scorrimento delle acque. Abbattuta per motivi di difesa nel ‘500 fu ricostruita più a nord, dove si trova ora.

Nel 1611 gli Agostiniani ottengono poi da Alessandro I Pico il permesso di erigere all’interno delle mura la Chiesa di Sant’Agostino. Era la chiesa più bella della città, nello spazio oggi occupato dal Palazzo della Cassa di Risparmio. Abbattuta nel 1773 da Francesco III d’Este per incamerarne i beni dopo l’acquisto del ducato di Mirandola.

Il Duomo o Collegiata di Santa Maria Maggiore, del 1444. Primo simbolo di autorità della casata dei Pico che ottengono dal vescovo di Reggio la concessione di una fonte battesimale come riconoscimento dell’importanza della Città.

Chiesa e monastero di San Ludovico della Monache Clarisse. Era d’obbligo un convento di monache di Clausura in cui ritirare le figlie di nobile famiglia per una dignitosa scomparsa dalla vita pubblica quando ciò si rendeva necessario. Esistente fin dal 1467. Edifici abbattuti nel 1882 dopo essere stati a lungo usati come caserma e fienile. Recentemente si è recuperato lo stabile superstite su via Fanti.

Chiesa di Santa Maria Bianca del primo Ospitale di Mirandola del ‘400,  inizialmente con prospetto a ponente sulla Via Granda, l’attuale via Pico, poi ricostruita con facciata sulla piazza del Duomo e infine abbattuta negli anni del fascio per far posto alla Caserma Mussolini o palazzo della Milizia.

Chiesa e convento di Santa Caterina dei padri Cappuccini. Costruiti nel 1581 per volere della Contessa Fulvia, vedova e per lungo tempo lungimirante reggente dei figli eredi della Signoria. Edifici devastati nel 1815 per essere trasformati in magazzino e legnaia.  Sorgeva in fondo a Via Montanari con la facciata parallela alla Chiesa del Gesù, all’altro capo della stessa via.

La Madonnina, Oratorio della Beata Vergine della Porta. Costruita nel 1602 da Francesco II Pico come ringraziamento per la cessazione di una epidemia denominata “la burraschetta” che aveva mietuto ben trecentosessanta persone nella città. La statua della Madonnina era inizialmente in una nicchia della antica facciata del Palazzo Comunale, trasferita sul cornicione della chiesa solo nel 1868 a seguito di una sua ristrutturazione.

Oratorio del Santissimo Sacramento. Del 1610. Sede della omonima confraternita. Confraternite di famiglie nobili nacquero numerose nella città e quelle con i membri più blasonati ottennero di erigere dei propri oratori. A fianco del Duomo, è sopravvissuta.

Oratorio e convento delle Putte Mendicanti. L’istituzione che si occupava delle ragazze orfane voluta da Alessandro I Pico nel 1620. Inizialmente sull’angolo di via Castelfidardo con Francesco Montanari, dove in parte si riconosce tutt’ora il convento trasformato in appartamenti, viene poi trasferito nel 1784 nei locali dismessi del vecchio ospitale con la Chiesa di Santa Maria Bianca che a loro viene affidata.

Chiesa e convento di Santa Maria Maddalena dei padri Scopetini, o meglio i Canonici di San salvatore. Del 1622. A seguito della soppressione napoleonica degli ordini religiosi e dell’acquisizione al Demanio dei beni ecclesiastici, viene venduta a privati che la convertono in magazzino. Oggi la chiesa è in parte recuperata ma ben poco riconoscibile, in via Luosi.

Oratorio di San Rocco, del 1636. Della confraternita devota a San Rocco, detta “della morte” in quanto tra i loro compiti vi era quello di assistere i condannati a morte. Chiesa venduta nel periodo napoleonico e distrutta per far posto ad una stalla per cavalli. In via Verdi.

Oratorio del Santissimo Rosario con una mirabile copertura a cupola visibile da fuori città. Costruita nel 1666 a ridosso del Duomo e con esso comunicante. Abbattuta nel 1784 per “facilitare la viabilità” dalla Amministrazione Comunale.

Chiesa e convento di Santa Maria Vergine dei padri Servi di Maria. Costruiti nel 1675 ad opera della famiglia Bergomi, demolendo alcune case alla fine di Via Fulvia. Demoliti a loro volta dal Duca d’Este per fare cassa nel 1768.

Chiesa e convento del Gesù dei padri Gesuiti. La ricca chiesa voluta dai Pico all’apice della loro gloria a fine ‘600. Ricolma di capolavori d’arte al suo interno ma con una facciata rimasta incompleta, ancora in attesa di un rivestimento in marmo e statue fino ad allinearla al vicino fabbricato. Convento divenuto ospedale nel 1785 per seguire le nuove norme igieniche che imponevano di eliminare i grandi cameroni comuni di degenza per limitare i contagi, come erano nell’ospedale di Santa Maria Bianca a fianco del Duomo.

Non mancava infine un Oratorio, detto di Sant’Alberto, all’interno delle mura del castello. Distrutto con lo scoppio del Torrione che nel 1711 devastò gran parte dello splendido Castello dei Pico.

  1. GRANA, Chiese della Mirandola, Cassa di Risparmio di Mirandola, San Felice sul Panaro 1981.
  2. CALZOLARI, Chiese di Mirandola, Gruppo Studi Bassa Modenese, Biblioteca n. 49, Finale Emilia 2015.
  3. CAPPI, La Mirandola storia urbanistica di una città, 1973, Seconda edizione a cura del Circolo “G.Morandi” di Mirandola, Mirandola 2000.
  4. CAPPI, La mia Mirandola. Raccolta di studi sulla storia, l’arte e il folclore della città dei Pico per l’80° compleanno dell’autore, A cura di P. Golinelli, Aedes Muratoriana, Modena 1999.
  5. GARUTI, Mirandola: una fortezza nel paesaggio padano, in «La Bassa Modenese», quaderno n. 4, Modena 1983
  6. FRISON, Gli agostiniani nel mirandolese, in «San Possidonio: un Santo un territorio», Centro Internazionale di Cultura Giovanni Pico della Mirandola, Mantova1999.
  7. MARTINELLI BRAGLIA, Il chiostro e la corte: il monastero delle Clarisse di San Lodovico nella Mirandola dei Pico, in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 78, Finale Emilia 2020.
  8. COSTA, I Frati Minori Cappuccini nel Ducato della Mirandolatra il XVI e il XVIII secolo, in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 22, Mirandola 1992.
  9. MORSELLI, Quattordici secoli fra storia e cronaca, in «Il Castello della Mirandola» a cura di G. Morselli, Mirandola 2005.

Liberamente tratto dal libro di Maurizio Bonzagni:

“Mirandola e la Bassa Modenese – Storia di una capitale dall’Alto Medioevo a Città di Provincia”

Edizioni: Al Barnardon

Il libro è in vendita nelle edicole e librerie di Mirandola.

€ 15.00

COVER_Mirandola e la bassa modenese (1)

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