Tradizioni d’Aprile – La seta

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 La “Bassa” modenese, e in partico­lare le zone di Mirandola, Concordia e San Possidonio, cioè i terri­tori dell’antico Ducato dei Pico, erano note in tutto il Nord Italia per la produzione della seta e, ovviamente, per l’allevamento dei bachi. Pertanto, a parte alcuni prodotti agroalimentari, come cerea­li, vino e qualche varietà di frutta, la seta era l’unico prodotto arti­gianale che la “Bassa” riusciva ad “esportare” in varie parti della penisola. La seta mirandolese aveva un suo proprio mercato e questo è anche testimoniato dal fatto che ancora oggi nelle colon­ne del portico del Palazzo comunale si notano i ganci in metallo ai quali venivano appese le bilance per pesare la seta e i prodotti af­fini.

Vale la pena di ricordare che la seta è la bava secreta dal baco da seta che con essa intreccia il bozzolo, da cui poi si ricava il filo continuo della seta. Ma sarebbe molto lungo percorrere in questa sede la lunga via della seta.

Ora, verso la fine di aprile, precisamente il giorno 25, festività di San Marco e oggi festa della Liberazione, si celebrava questa ri­correnza con una certa solennità, perché Marco è anche il patrono degli allevatori di bachi e dei produttori di seta. Per questa ricor­renza era abitudine nella “Bassa” e in parecchie altre zone della Padania, portare i bachi da seta in processione per la rituale bene­dizione da parte del sacerdote. Si dice anche che le minuscole uo­va di questi bachi fossero portate in seno dalle donne, dentro un sacchettino di tela, affinché il calore del corpo umano avesse il po­tere di far dischiudere queste uova o comunque agevolare questo processo naturale. I bachi da seta già nati, dal canto loro, erano in­vece tenuti avvolti nelle foglie di gelso, una pianta arborea un tempo piuttosto frequente nella “Bassa” anche perché, oltre alle foglie, producevano una certa quantità di “more”, un piccolo frutto assai gradito ai bambini, ma utilizzato anche dalle “razdore” per fa­re un’eccellente marmellata. Da notare che la mora del gelso, ugualmente alla mora del rovo, è un frutto di modeste dimensioni, ricco di sostanze zuccherine e di vitamine, essendo un insieme di false drupe derivate da più fiori riuniti in un’unica bacca.

Tornando ai bachi da seta, l’ultima settimana di aprile era il pe­riodo dell’anno più indicato per far schiudere le piccole uova del baco, dato che la temperatura era già abbastanza mite e i gelsi era­no già carichi delle loro verdi e gustose foglie, cibo preferito dai voraci bachi.

Tratto da: Antiche tradizioni Mirandolane

Autore: Giuseppe Morselliù

Edizioni Bozzoli

Anno 2006

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