…1950-51…Un piccolo ma grande pescatore

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Questo è uno dei trentaquattro racconti della signora Maria Traldi di San Martino Spino, che, anziana, con lucidità ammirevole, ricorda e descrive le sue esperienze, di una vita passata al suo paese.

Sono storie semplici che però, proprio per questo, spingono il lettore ad immaginare suoni ed anche silenzi, odori e passioni di un tempo che fu.

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….1950 – 51…

Un piccolo ma grande pescatore

Mi sono messa a scrivere queste righe di mattino, da tre giorni piove a dirotto e poiché sono sola mi assale la malinconia.

Per le ferie d’agosto ero solita tornare a casa a San Martino da Bologna dove lavoravo. In una di queste occasioni, appena arrivata, chiesi di mio nipote Roberto. Mia cognata Mercedes mi disse che era andato a pescare per la zia Demetria, che andava matta per il pesce.

Ricordo molto bene che mia madre, quando c’era il pesce a cena, metteva sempre il piatto per la zia.

Mio padre aveva un’adorazione per lei perché era la più piccola dei fratelli. La zia sposò Alfredo Pozzetti e andò ad abitare all’altro capo della casa.

Anche dopo la morte di mio padre la mamma non dimenticò mai di portare il piatto di pesce alla cognata.

Cercai allora il mio Roberto e seppi che era a pescare lungo il canale vicino al ‘Ponte delle Vallette’, così si chiamava quella zona.

Presi la bicicletta e andai a cercarlo.

Arrivata sul ponte mi guardai intorno, ed ecco che lo vidi. Appoggiai la bici e scesi piano lungo l’argine. Si era tolto la maglietta per coprirsi la testa, c’era un bel sole e faceva un gran caldo.

Mi si strinse il cuore, ripresi la bicicletta e tornai indietro: “Torno subito!”, gli gridai dall’alto dell’argine, “Non te ne andare!”.

Arrivai nella merceria dell’Elvira, che si trovava in centro, comprai un cappellino di paglia e tornai sull’argine.

Quando Roberto mi vide volle sapere dove fossi andata, ed io risposi che avevo una sorpresa per lui.

Gli diedi il cappellino, che mise subito: “Come sto?…Sto bene?…la maglietta mi faceva molto caldo!”. Gli domandai se avesse pescato, e lui felice tirò fuori dall’acqua un filo di ferro con dei pescigatto, saranno stati sette o otto.

Avrei voluto che fosse tornato a casa con me, ma era ancora presto e voleva restare ancora un po’.

Aveva una biciclettina vecchia, comprata di seconda mano, ma a lui sembrava bellissima.

Dopo un’oretta arrivò a casa con una bella fila di pesci legata al manubrio della bici.

La zia Demetria gli diede la mancia e lui andò a casa tutto contento.

Questo piccolo pescatore andava anche a caccia con la fionda a prendere i passeri per la civetta del dottor Molinari, che abitava di fronte a casa nostra.

Passarono gli anni e il piccolo pescatore e cacciatore divenne uomo e andò ad abitare a Castelfranco Emilia, dove suo padre si trasferì

per lavoro.

Si sistemarono molto bene, in una casa di campagna. Là ebbe la possibilità di coltivare la sua passione per la caccia, che ebbe il sopravvento sulla pesca.

Si sposò in un paese nei pressi di Modena con una brava e bella ragazza che a me piace tanto.

Roberto caro, tua sorella Agnese mi dice di andare piano a scrivere per non affaticarmi troppo, ma lei non si rende conto che il tempo passa veloce per noi vecchi, così io cerco di scrivere tutti i giorni in cui mi sento bene.

Per noi di una certa età ogni giorno è regalato e siamo come foglie al vento, possiamo volare lassù in ogni momento, ma io non ho paura, perchè là ci sono i miei cari che mi aspettano e non sarò sola.

Maria Traldi

Tratto da: Quaderni di San Martino

Autore: Maria Traldi

Anno: 2008

Didegni di Francesca Cavani

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