1931/1939 Cavezzo – Le Feste della uva

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Per circa un decennio (1931-1939) a Cavezzo vennero organizzate ma­nifestazioni folcloristiche denominate «Festa della uva».

Infatti il loro fine princi­pale era quello di mostra­re trionfalmente il frut­to più tradizionale e ab­bondante della nostra terra e di coronare con una festa allegra e spen­sierata gli splendidi risul­tati del duro lavoro degli esperti e rinomati agri­coltori Cavezzesi.

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Il luogo nel quale i carri venivano allestiti e dal quale partivano, era casa Dugoni a Villa Punta.  Essi percorrevano poi la Via Provinciale, sostavano a Villa Rebucci ( dove venivano scattate le foto ricordo) e poi naturalmente attraversavano le vie principali del paese, per raggiungere infine la piazza centrale.

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Qui venivano distribuiti piccoli cestini d’uva bianca o nera di prima scelta.

Questi cestini, detti «boss», venivano confezionati appositamente da un artigiano di Disvetro e venivano ceduti in cambio di un’offerta libera.

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Il ricavato veniva utilizzato per coprire le spese d’organizzazione, ma molto spesso era superiore al necessario : in questi casi, il rimanente era devoluto a opere di benefi­cenza; una volta il denaro rimasto servì a pagare il costo dei lavori di completamento della gradinata della chiesa.

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Non erano certamente feste riservate ai ragazzi o solo agli organiz­zatori: tutti vi partecipavano, dai più piccoli ai più anziani e tutti con lo stesso entusiasmo

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Tali feste avevano ampia risonanza anche nei paesi e nelle frazioni vicine, e per questo moltissima gente gradiva parteciparvi.

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Quest’anno non si è badato a spese! Si è costruita addirittura una casa viaggiante, che caratterizzerà infatti una delle feste meglio riuscite.

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Le signorine Cavezzesi sono ben liete di sfoggiare i loro vistosi co­stumi folcloristici già da parecchio tempo preparati per l’occasione.

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Per la buona riuscita di queste feste, era una perfetta organizza­zione quella di «Mimi» (Anna Rebucci) che si mostrò sempre effi­cientissima coordinatrice.

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Si preparavano carri rustico-campagnoli, con grandi «Boz» pieni di meravigliosi grappoli scelti e rivestiti di splendidi pampini.

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Le “Feste dell’uva” organizzate con lo stesso entusiasmo fino all’autunno del 1939, con l’avvento della guerra, cessarono.

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Subito dopo la guerra si cercò di riorganizzare queste «feste» tradi­zionali, ma purtroppo la popolazione non le accolse più con l’entu­siasmo d’un tempo e le «Feste dell’uva scomparvero dal folclore Cavezzese.

Tratto da: Cavezzo attraverso le immagini e la storia antica – Collana di raccolte fotografiche, indagini e commenti nei tempi.

A cura di Arrigo Barbieri

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