13 Dicembre – Santa Lucia e la sua festa

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La gente della “Bassa” ha sempre sostenuto da secoli che quella di Santa Lucia fosse “la notte più lunga che ci sia”, quella cioè del 13 dicembre. Abbiamo già detto che la cosa non è esatta, poiché la notte più lunga è quella che va dal 21 al 22 dicembre. Ma in or­dine a questo modo di dire è opportuno aprire un’ampia parentesi che coinvolge praticamente tutto il mese di dicembre, il quale, co­me è noto, è assai ricco di ricorrenze e di tradizioni popolari che però in gran parte sono legate al Natale e alle settimane che lo precedono.

A fare le spese del mondo che cambia sono stati soprattutto due santi, San Nicola (6 dicembre) e Santa Lucia, sette giorni do­po. Nicola e Lucia hanno oggi, in molte realtà, la stessa funzione di Gesù Bambino e della Befana, vale a dire che sono stati delega­ti a distribuire i doni ai bambini buoni, ma anche a quelli un po’ meno buoni. I motivi di questa trasformazione, come dicono an­che i sociologi che trovano una spiegazione a tutto, sono abba­stanza diversi. Lucia, a causa della sua data, che coincideva prima della riforma del calendario giuliano con il solstizio d’inverno, e anche a causa del suo nome che evocava la luce, ha assunto l’at­tuale significato festoso in memoria delle antiche feste solstiziali pagane. Oggi Santa Lucia, la giovane vergine siracusana, martiriz­zata nel 304 al tempo dell’imperatore Diocleziano, dopo essere stata accecata, è soltanto portatrice di doni ai bambini nel Manto­vano e nel Carpigiano ma non nella “Bassa” dove i bimbi attendo­no Babbo Natale. Una volta però a portare i doni era solo la Befa­na, detta anche “La Vecchia”.

Per il povero San Nicola la storia è assai più complessa: essa di­pende in gran parte dalla Chiesa protestante che, dopo essersi se­parata nel secolo XVI da quella cattolica romana, proibì il culto dei santi. Infatti, quelli che noi chiamiamo protestanti attribuiscono so­lo a Gesù Cristo la qualità di intercessore fra il popolo dei fedeli e Dio. Questo divieto, in un primo tempo, venne a creare una sorta di disorientamento fra i fedeli, e alcuni santi, per sopravvivere nel­la memoria dei fedeli, dovettero trovare nuovi sbocchi per la loro popolarità e trovare rifugio nella tradizione popolare dei paesi del Nord Europa. Sta di fatto che all’inconsapevole San Nicola, più no­to al Nord come Santa Claus, venne attribuito dalla fantasia popo­lare il simbolico compito di visitare le case dei bambini, a bordo naturalmente di una slitta trainata dalle renne, per chiedere dettagli sulla loro condotta annuale, perché, nel suo ruolo di unico relato­re ufficiale, potesse essere certo che essi erano meritevoli del dono natalizio. In seguito, poco per volta, San Nicola fece carriera pres­so la credenza protestante fino a raggiungere la qualifica anche di portatore di regali, in nome però di Gesù Bambino. Sta di fatto che Santa Claus, viaggiando sull’Atlantico con i “padri pellegrini” olandesi e britannici dal Nord Europa fino all’America settentriona­le, fece una lunga tappa negli Stati Uniti, dai quali recentemente è tornato con il nome di Babbo Natale. Come si vede, è una storia ab­bastanza complicata, ma resta il fatto che oggi i bambini di mezzo mondo ricevono i regali non solo da Gesù Bambino, oppure Babbo Natale, ma anche dalla Befana.

Ma per concludere, appare strano che una tradizione di natura celtica, cioè quella di ritenere che Santa Lucia rappresenti la notte più lunga dell’anno, sia giunta fino ai giorni nostri, assieme all’ac­censione dei falò all’aperto.

Tratto da: Antiche tradizioni mirandolane.

Autore: Giuseppe Morselli

Casa Editrice Bozzoli

Anno2006

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