Nato a Mirandola (Modena) il 2 genn. 1894 da Alfredo, medico, e da Rosa Severi, rimase orfano della madre a tre anni (i suoi ricordi d’infanzia sono affidati al romanzo autobiografico Bambino senza madre, Roma 1943). Interrotti gli studi classici, li continuò per suo conto; coltivò contemporaneamente quelli musicali sotto la guida di O. Respighi, e si interessò anche di arti figurative, cimentandosi nella pittura.
Con impegno più metodico si dedicò all’attività letteraria: suo esordio fu la raccolta di versi Palazzi incantati, edita a proprie spese (Mirandola 1913). Ad anni più maturi risalgono i contatti col teosofo austriaco R. Steiner, che aveva elaborato una sua dottrina (antroposofia) e fondato nel 1913 la Società antroposofica con sede a Dornach, in Svizzera, in un edificio detto Goetheanum, dove fra l’altro si tennero corsi di arte drammatica; a Domach il C. soggiornò ripetutamente.
Due tragedie di argomento romano, Romolo e Lucrezia (rispettivamente scritte nel 1920 e 1921,ed edite la prima a Bologna nel 1923 e la seconda a Carpi nel 1926), gli valsero una certa notorietà negli ambienti teatrali: la prima fu messa in scena nel 1932 dalla compagnia Tamberlani (con riprese negli anni successivi); la seconda nel 1925 dalla compagnia di Gualtiero. Tumiati e Letizia Celli.
Minor attenzione riscossero altri suoi lavori teatrali: Guerino detto il Meschino, leggenda per bambini con intermezzi musicali di A. Lualdi, presentata nel 1919 al teatro dei Piccoli di Roma creato e diretto da Vitorio Podrecca, e Intellettuali, gioco scenico scritto nel 1925e presentato a Mirandola nel 1933dalla compagnia Sperani-Tamberlani-Bettinelli. La censura impedì nel 1931 la messa in scena della commedia Rosa in fiore (pubblicata insieme con la precedente a Modena nel 1933).
Nel 1924 il Cavicchioli era stato presentato dall’amico, O. Vergani a Luigi Pirandello, a fianco del quale, assieme ad altri (Era cui il Vergani, M. Bontempelli e G. Prezzolini), partecipò all’ideazione del “Teatro dei dodici”, progetto concretatosi poi nel 1925 con la fondazione del teatro d’Arte di Roma, alla cui direzione si pose lo stesso Pirandello. Negli anni successivi, che, pur con frequenti spostamenti e continuando a mantenere i rapporti con l’ambiente roman o, trascorse soprattutto a Sanremo, il Cavicchioli esercitò attività di pubblicista e di critico teatrale. All’inizio della seconda guerra mondiale si stabilì definitivamente a Mirandola, proseguendo il lavoro di giornalista. Continuava anche a coltivare l’interesse per la pittura (fra i suoi amici più cari fu Filippo De Pisis, alla cui opera dedicò diversi articoli e il volume F. De Pisis, Venezia 1932 e Firenze 1942) e nel 1948 ebbe luogo a Modena una mostra di suoi dipinti. Nel 1957 ricevette il premio “La Secchia”, conferitogli dall’Associazione della stampa di Modena quale riconoscimento della sua attività letteraria. Negli ultimi anni lavorò ad un saggio, rimasto incompiuto, sul suo conterraneo Giovanni Pico della Mirandola. Durante la sua carriera giornalistica collaborò a numerosi periodici e quotidiani (fra gli altri: La Nuova Antologia, La Fiera letteraria, Il Popolo d’Italia, L’Illustrazione italiana, Il Resto del Carlino, L’Avvenire d’Italia,La Gazzetta di Modena).
Il Giovanni Cavicchioli morì a Mirandola il 13 genn. 1964.
Altri scritti: Notturno tragico (dramma), Bologna 1914; La morte nel pollaio(racconti), Foligno 1926; Le nozze di Figaro (racconti), Modena 1932; Avventure del pagliaccio(racconti), ibid. 1935; Parole fuggitive (versi), ibid. 1940; Favole, Carpi 1951; Cantata(versi), ibid. 1952; La bottega dei Gozzi. 1902–1952 (saggio), Modena 1952; Teatro dei semplici (contiene: Bertoldo a corte, L’angelo del soldato, Guerino detto il Meschino), Carpi 1958; Disegni di Leone Minassian(saggio), Padova 1958; Nuove favole, ibid. 1960; Sandrone e il suo papà (saggio), Modena 1962; Foglie di Sibilla (versi), Mirandola 1963.Opere postume: Passero solitario (versi), Mirandola 1964; Il vecchio maestro (racconti), a cura di L. Minassian, ibid. 1964.Un’antologia del C. è stata curata da U. Casari, G. C., Mirandola 1964(con riproduzioni di suoi dipinti).
Bibl.: Per gli articoli su quotidiani e periodici vedi l’antologia del C. citata nel testo, con una ricca bibliografia. Un sintetico giudizio è in C. Pellizzi, Le lettere ital. del nostro secolo, Milano 1929, pp. 406-07. Per altre valutazioni di carattere generale e per informazioni biogr., oltre all’introduz. del Casari all’antologia citata, ed a quella del Minassian a Il vecchio maestro, vedi la voce C. G. nel Dizion. enciclopedico della letter. ital., a cura di G. Petronio, VI, Bari-Roma 1970, p. 10, e la nota firmata A. M. a lui dedicata in La Cassa di risparmio e Monte di credito su pegno di Mirandola nei suoi primi cento anni. 1864–1963, Modena 1964, pp. 177-78. Sul teatro vedi S. D’Amico, Il teatro italiano, Milano-Roma 1932, pp. 270-71; A. Valenti, Il teatro di G. C., in Scenario, agosto 1934, pp. 393-398; la voce di A. Fiocco, in Encicl. dello spettacolo, III, Roma 1956, col. 284. Fra le recensioni di opere narrative si segnalano quelle di E. Vittorini, G. C., Le nozze di Figaro, inPegaso, agosto 1932, pp. 251-53; e di A. Benedetti, G. C., Avventure del pagliaccio, in Pan, maggio 1935, pp. 138-41.