Nebbione nello “Stradello delle Ossa”

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Negli anni ’80 ho partecipato a numerose gare di pesca.

Spesso il radu­no dei pescatori avveniva a Concordia, intorno alle 6 di mattina, mentre il luogo in cui si svolgeva la competizione veniva diviso in settori, in ognuno dei quali gareggiavano dieci concorrenti. In pratica una gara nel­la quale partecipavano 400 persone aveva 40 settori con dieci pescatori ciascuno.

Quella mattina vengo sorteggiato in zona A, mi danno una busta con le istruzioni per raggiungere il luogo della gara, prendo l’auto e parto. Mi dirigo verso la località Moglia che conosco molto bene e im­bocco una scorciatoia chiamata “Al stradel di os (Lo stradello delle ossa)”. All’improvviso cala un fittissimo nebbione, di quelli che si tagliano con il coltello o attorno al quale puoi appoggiare persino la bicicletta. Dietro di me noto parecchie auto che mi seguono. Dopo circa dieci minuti, però, non riesco più a capire dove sono. Vedo un cancello, una luce accesa ed entro nel passo. Scendo dall’auto e mi viene incontro un contadino brandendo un forcone.

«Dove sono? Mi sono perso» gli dico. Lui mi osserva un po’ spaventato anche perché nel frattempo sono entrate nel passo almeno una ventina di auto. Erano gli altri concorrenti che cono­scendomi e sapendo che ero pratico di quei luoghi, mi avevano seguito pensando che li portassi a destinazione. Tra questi c’èe anche il mio amico Francesco Volponi con il quale ho giocato a calcio diversi anni. «Dove ci hai portato?» mi chiede. Il contadino capisce che non abbiamo intenzioni ostili e si tranquillizza. Anzi diventa persino spiritoso. «Mi sono rimaste da mungere quattro vacche, mi date una mano?». Si fa una bella risata e ci indica qual è la strada che dobbiamo seguire per arrivare a destinazione. Lo ringraziamo, declinando però il suo invito a mungere e ci dirigiamo verso la gara di pesca che ci attende.

Quirino Mantovani

Tratto da : Amarcord Mirandola2

Autore: Quirino Mantovani

Anno 2018

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