La bicicletta della pettinatrice
Di Maurizio Bonzagni
Anche questa attività come quella del fornaio veniva svolta solo nelle città, dove risiedevano molte più famiglie facoltose che richiedevano l’attività della pettinatrice.
Le signore di alto ceto sociale prima di mostrarsi in città avevano bisogno che una sapiente persona di fiducia sistemasse loro i capelli, tutti i giorni. Pettinandoli ed acconciandoli secondo le mode del momento.
Le brave pettinatrici erano molto richieste ed avevano un buon lavoro assicurato. Solo molto più tardi nacquero le parrucchiere, con il miglioramento dello stato sociale del paese il numero di donne attente alla loro acconciatura arrivarono ad essere abbastanza numerose da permettere la nascita dei negozi. Per questo nel nostro dialetto non abbiamo la parola pettinatrice, in campagna non era conosciuta.
L’attività di acconciare capelli femminili nasce in bicicletta con le pettinatrici e poi si sviluppa trasferendosi nei negozi con le parrucchiere.
Come per il barbiere che ugualmente nasce in bicicletta ma a differenza della pettinatrice aveva una clientela molto più vasta e meno esigente, anche in campagna, si recava nelle corti e faceva barba e capelli ad un bel numero di uomini per pochi centesimi. Tagli rapidi, pratici, che di certo non seguivano mode, ma ben fatti con le giuste sfumature. L’alternativa era un taglio casalingo ma la differenza era evidente. Le donne invece raramente tagliavano i capelli e riuscivano a curarli in autonomia.
Sulla bicicletta, una NSU, Giorgio ha raccolto alcuni cimeli d’epoca per entrambe le attività, scovati nei mercatini dell’antiquariato di cui è un assiduo frequentatore.
Della pettinatrice c’è soprattutto una borsa a tracolla originaria del mestiere, rigorosamente d’epoca, recuperata tramite amici. Di pelle e velluto con all’interno l’immancabile mantellina per le spalle.
Nella cassetta sono invece raccolti strumenti da parrucchiera, quando già c’erano i negozi. Un phone a 125 volt, come era un tempo la rete elettrica, ferri con fornello a gas per dare la piega e fare riccioli e boccoli, uno spruzzino a pompetta manuale da collegare all’ampolla dell’acqua o del profumo. Piccole cose, ricordi di un tempo.
La cassetta del barbiere è ricolma di attrezzi antichi ma ancora ben noti a tutti perché riconoscibili negli strumenti utilizzati ancora oggi. Un rasoio e una coramella per addolcire il filo sul cuoio, l’antico strumento spesso immagine del mestiere di un tempo, pennelli, saponi e macchinette tagliacapelli manuali. Cimeli raccolti da Giorgio per arricchire il suo piccolo museo.
Una bicicletta che ancora una volta ci accompagna nel passato.
Buon giorno, vorrei sapere in che zona si trova il Sig Meschiari ed un eventuale contatto. Sono amministratore in associazioni pro loco e sono sempre alla ricerca di curiosità da esporre all’interno delle nostre manifestazioni
Il sig. Meschiari è un collezionista di Concordia sulla Secchia ma non ci tiene a partecipare a manifestazioni.