Un rarissimo libro dedicato alla Principessa Maria Teresa Pico “Maria la Santa” che resse Mirandola nel secolo d’oro della dinastia pichense.
Dei quasi cento libri che dalla fine del 400 fino alla metà del 700 furono dedicati ai personaggi o regnanti della famiglia Pico vorremmo segnalare questo volume per la rarità e per la dedica fatta a colei che fu in odore di santità mentre reggeva le sorti del Ducato mirandolese.
Maria Pico figlia del Duca Alessandro I Pico e di Laura d’Este nacque nel 1613 e visse fino al 1682. Non si sposò ed entrò nel monastero delle Clarisse di Mirandola. Questa decisione le permise di rimanere vicino al popolo mirandolese, in particolar modo ai poveri e ai sofferenti, che con la peste che colpì la nostra città nel 1630, erano sicuramente in numero esorbitante.
Lei curò gli ammalati mettendo a rischio la propria vita, sfamò i bimbi bisognosi, trascorse tante ore del giorno e della notte a pregare per la salvezza di tutti e fu sempre disponibile a chiunque le chiedesse un aiuto.
Nel 1637 alla morte del padre resse per oltre 10 anni con Maria Cybo le sorti del ducato aspettando che il nipote Alessandro, che diverrà il Duca Alessandro II Pico della Mirandola, arrivasse ad un’età da poter condurre le sorti del proprio territorio. In quel periodo Mirandola visse la su età dell’oro.
Dal 1648 fino alla fine della sua vita terrena torna ad occuparsi delle proprie opere caritatevoli. Qualcuno ritiene che avesse delle visioni e che portasse le stimmate ma queste notizie non sono storicamente provate..
Alla sua morte nel 1682 il popolo gridò che fosse morta una santa.
Nel Duomo di Mirandola, su due tavole in marmo nere incise con lettere d’oro sotto le nicchie laterali della cappella della B.V.delle Benedizioni, si legge un elogio in latino. Tale elogio fu voluto dal nipote Alessandro II Pico nel 1688.
Ben 17 anni dopo il tipografo Antonio Capponi da Modena mise alle stampe un libro a lei dedicato e scritto dal gesuita missionario Giovanni Pietro Pinamonti (1632-1703).
Questo scritto di 214 pagine ha 2 pagine di dedica alla Principessa di Mirandola nella quale si riporta ancora la devozione dei fedeli nel suo ricordo a tanti anni della morte. Si cita fra le righe anche la Fenice degli ingegni (Giovanni Pico).
Nella dedica scritta da Modena il 12 settembre 1699 lo stampatore ringrazia di poter dedicare a lei questo libro per il nome dignitosissimo e reverendissimo che porta.
Il libro in Italia è censito nella sola Biblioteca Bertoliana di Vicenza ma con una collazione diversa. Pagine XXIV+190 (2) anziché 214 (2) come la nostra copia.
Lo storico Felice Ceretti non lo cità fra i volumi a lui noti.
Mai, prima d’ora, ho rinvenuto che Maria Pico avesse preso il nome di Teresa quando entrò nell’ordine delle Clarisse.
Una breve discussione su questo volume è stata fatta il 17 febbraio 2012 dallo scrivente su Wikipedia in quanto lo stesso non era citato nelle opere del Pinamonti.
Un bel quadro raffigurante “la Santa” mirandolese è esposto al Museo Civico nel castello dei Pico di Mirandola.
Dopo diciassette anni dalla sua morte le si dedicò un libro per l’amore che avevano ancora i suoi devoti; il Ceretti nei volumi delle Memorie Storiche Mirandolesi afferma che la stessa fu vergine in odore di Santità; lo stesso amico Giuseppe Morselli nel suo bel libro “Le donne dei Pico” nel 2005 conferma che si spera in una beatificazione in quanto è la “donna mirandolese che maggiormente lo merita”.
Ebbene anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo rendere omaggio a persona di tale levatura, ricordandola attraverso queste brevi citazioni.
Claudio Sgarbanti