Eleonora Tomasini – Quando la collaborazione tra le parti salva l’ambiente

Commenti (0) Oasi, riserve naturali

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Quando la collaborazione tra le parti salva l’ambiente.

“Non bisogna essere per forza fatalisti, quando si crede che certe cose belle arrivino quando meno te lo aspetti, no?”

Luca Silvestri, architetto che solo più tardi avrebbe scoperto di essere coinvolto in un progetto davvero interessante.

Le vite mie di Lorenzo Cocchi e di Mirko Monari si intrecciano in modo strano e bizzarro, ma come ogni nodo che si rispetti, girano tutte attorno ad un punto centrale: l’amore per la Biodiversità. Ed è proprio per questo che quando abbiamo incontrato il progetto a cui stava lavorando l’architetto Silvestri non abbiamo potuto fare che abbracciarlo e lasciarci coinvolgere.

Grazie ad una apposita convenzione siglata tra la ditta Euroset e il Comune di Medolla (MO), una piccola porzione di natura sarebbe stata tutelata e valorizzata, diventando un’aula a cielo aperto, come mi piace definirla, per avvicinare grandi e piccini agli ecosistemi naturali. Il richiamo della Natura è un sentimento diventato quasi atavico per l’essere umano, specialmente per noi, abitanti della pianura padana: una delle aree più industrializzate del mondo. Eppure qualche cuore verde che batte esiste, e sente il bisogno di contagiare gli altri, diffondendo messaggi che odorano di erba fresca e colorano lo sguardo come farfalle al sole.

Veniamo coinvolti come tecnici, per apprezzare la biodiversità sia floristica che animale dell’area: un piccolo boschetto che costeggia la pista ciclabile ex Sefta. Se da una parte il bosco è caratterizzato da conifere quali abeti, tassi e pini , l’altra porzione è ricca di specie autoctone dove prevalgono noccioli, aceri campestri e maestosi pioppi bianchi . Un rigolo d’acqua ci permette di scoprire la presenza di graziose salcerelle e profumata salvia selvatica. Certo i campi intensamente coltivati ​​adiacenti scoraggiano, ma non ci demoralizziamo; la natura ha una sua resilienza in grado di sorprendere anche i più scettici. E se studiare la flora è stato un po’ più semplice, è lo studio della fauna che ci ha impegnati per più tempo.

La fauna selvatica si sa, è schiva, timida, diffidente; tutti aggettivi che agli occhi dei naturalisti la fanno diventare ancor più affascinante ed intrigante, ma queste sue caratteristiche non la rendono di certo facile da studiare! Partiamo alla ricerca delle tracce e dei segni di presenza: un incredibile ritrovamento di penne ci fa confermare la presenza dell’allocco, mentre i versi che sentiamo di notte segnalano la presenza anche di civette e gufi. Noci e nocciole mangiate a segnalare chiaramente la presenza di piccoli roditori come il ghiro e il moscardino, ma sono le fototrappole a regalarci vere sorprese: lepri, volpi ed istrici sembrano gradire questo punto di passaggio!

A quel punto è necessario ragionare sul materiale che abbiamo rinvenuto per valorizzarlo al meglio. Molti saranno stupiti dal sapere che anche nel nostro giardino di casa, ci sono tante piccole attenzioni che possiamo rivolgere alla biodiversità , la quale, con il tempo, ha imparato a fare suo il poco spazio verde rimastole, ovvero il verde urbano. Ed è per questo che ci siamo permessi di suggerire qualche opera per insetti, il ​​potenziale di biodiversità dell’area: una siepe ricca di fiori e bacche per aiutare  piccoli uccelli, qualche cumulo di legna per fungere da protezione per ricci e rettili mentre la sua materia viene decomposta da insetti xilofagi, un prato di fiori spontaneiche con il loro polline attireranno api ed altri invertebrati ed infine un piccolo stagno dove potranno riprodursi rane, tritoni ed erbe palustri. Lo scopo era quello di cercare di ricreare gli ambienti che molto cemento fa, arricchivano la pianura padana, rendendola un mosaico di boschi e paludi, luogo ospitale per una ricchezza in specie certamente invidiabile.

Laboratorio per bambini, foto Antonella Cardone

Ma gli spazi verdi si sono ristretti, le acque sono state domate, e la Natura è stata allontanata dalle nostre vite. Per questo abbiamo sentito completamente nostro il progetto del Bosco Martino; conciliare la tutela della Natura e le esigenze produttive dell’uomo è possibile, basta essere disposti a fare un piccolo passo indietro e lasciargli un po’ di spazio.

Tre pannelli illustrativi accompagnano il visitatore lungo i percorsi all’interno del parco per fargli scoprire le nuove della natura; abbiamo voluto più  tematiche in modo diverso, divertente e meno accademico. Perché la Natura rimane in mente con le curiosità, le leggende, le storie narrate a voce prima di andare a letto. Noi le abbiamo volute semplicemente scrivere nero su bianco, coinvolgendo il lettore nel grande libro della Natura.

E come quel martin pescatore , quella mattina di fine estate, deciso di sfrecciarci davanti mentre eravamo seduti con il dottor Silvestri ad organizzare il lavoro, ispirandoci nella scelta del nome, che questo progetto arriva: spontaneo e veloce lasciando tutti gli spettatori meravigliati.

Ringraziamo Euroset per averci dato la possibilità di essere stati partecipi a questo piccolo grande progetto, che speriamo faccia da capofila per creare altre isole verdi.

Eleonora Tomasini

Tratto da: https://www.divulgatura.it/

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