Uzbekistan – Un mondo turchese – a turquoise world
Non so come “quella” primavera decisi di seguire il cuore e di affrontare un viaggio che mi frullava nella mente da tempo in quel paese dallo strano nome che quasi non sapevo dove si trovasse di preciso….Uzbekistan…. E ne rimasi affascinata.
Dalla modernità di Tashken al fascino senza tempo di Bukhara e Samarcanda, l’Uzbekistan è una meta libera dal turismo di massa. È il paese dei bazar esotici, delle cittadelle seminascoste dal deserto, dei laboratori di lavorazione della seta dei cortili dove le giovani ragazze ricamano con grande perizia tappeti e tovaglie, dei tramonti dorati. Un paese nel quale è notevolmente presente la tradizione religiosa islamica, con le tante moschee che mescolano elementi architettonici arabeggianti e tipici di quest’angolo remoto dell’Asia, delle cupole turchesi. Sono proprio questi elementi che ti fanno sentire in un luogo a parte, in una piscina a cielo aperto, in un mondo rilassante dove regna la calma assoluta anche grazie ai ritmi di vita degli abitanti. Le tantissime cupole bluette intarsiate dalle mille sfumature di blu punteggiano il cielo di mille tonalità azzurrate, le strette viuzze completamente tappezzate di piastrelle celesti, turchesi, verde mare , blu, bluette,
cobalto ti fanno sentire in un luogo fatato. Fatichi a coniugare questi luoghi con la furia di guerrieri come Gengis Khan o protagonisti come Carlo Magno e Tamerlano ma comprendi come Marco Polo ne fosse innamorato.
Comprendi come Samarcanda, la porta dell’Asia, abbia potuto ispirare tanti cantanti e poeti. Ed è proprio Samarcanda che ha sempre fatto sognare noi occidentali attratti dalle leggendarie avventure di Marco Polo e poi incuriositi dalla canzone di Vecchioni dove, nella sua leggendaria piazza,un soldato durante i festeggiamenti della fine di un battaglia vide negli occhi, di una nera figura, la morte e da qui fuggì perché l’istinto gli fece capire che sempre e comunque la vita è più forte della morte che noi tutti vorremmo poter provare queste stesse emozioni.
Donatella
Donatella Bucci
Nata a Mirandola il 18 maggio 1954, emiliana doc, fashion designer da sempre. Diplomata ITS Grazia Deledda di Modena. Ha coltivato in questi anni la passione per i viaggi se possibile fuori dalle tradizionali rotte del turismo. Appassionata di fotografia ne ha fatto il suo hobby principale, ha creato il sito https://lospiritodelluogo.jimdofree.com/ per potere condividere con le persone che ama e che stima quello che sono le sue esperienze di viaggio, le sue emozioni e i suoi contatti con la gente e con la natura, a volte selvaggia a volte scontata, ma sempre stupefacente, a volte crudele ma mai incoerente, che si dona agli occhi del viaggiatore come un neonato si dona agli occhi della propria madre. Ha avuto foto selezionate da National Geoghaphic e diverse foto pubblicate dalla rivista on line Vogue.
Collabora con la rivista enogastronomica Cavolo Verde, ha frequentato il corso AIS per Sommeliers ma, per motivi di lavoro, non ha potuto far l’esame e conseguentemente non ha ottenuto il diploma ma ama il buon bere.
La sua fotografia e’ rivolta principalmente verso temi naturalistici o etnici, pur amando molto le nostre valli con la nostra fauna e la nostra flora che cerca di rappresentare in modo originale .
Ha al suo attivo due mostre a livello locale, una sui panorami e particolari del parco di Yellowstone e dell’Islanda, la seconda sui colori e sulle etnie dell’Etiopia del sud.
Ama tecniche fotografiche alternative , come le esposizioni multiple, giocando su immagini sfocate e no, o immagini create con mossi in macchina. E’ un’appassionata di fotografia macro.
Coltiva da qualche tempo l’hobby della pittura fluidart, una tecnica per lo più usata da artisti americani e australiani, una tecnica di pittura astratta e, spesso, si ispira alle sue foto per ottenere certi risultati.