Sempre bene non può andare, sempre male non può durare.
Ancora una sentenza sul ciclico alternarsi della buona sorte nel corso dell’esistenza. Sul tema della fortuna si sono cimentati scrittori e filosofi di tutti i tempi e di tutti i paesi, esprimendo brillantemente la propria opinione. Pubblio Siro, poeta latino di Antiochia (I sec. a.C.), nelle sue sentenze così si esprimeva: “La fortuna è di vetro: proprio quando riluce si rompe”.
Nel Medioevo completavano: “Se la fortuna aiuta, bada di non esaltarti, se la fortuna è contraria, bada di non deprimerti”.
Allo stesso modo si esprime il nostro detto popolare e contadino. Abituati alla lunga esperienza della vita i nostri progenitori accettavano con gioia ogni momento lieto della vita sapendo però che a quello ne sarebbe seguito un altro forse meno felice, ma tanto la grande gioia come la grande infelicità avrebbero avuto breve durata.
Questa filosofia contadina non deve però essere scambiata con un’attitudine di rassegnata indolenza, ma al contrario, pur accettando saggiamente le inevitabili alterne fasi dell’esistenza, nulla era lasciato al caso: si lavorava con impegno e passione per ottenere i migliori risultati cercando nel contempo di conservare il bene prezioso della salute attraverso una condotta di vita morigerata.
Una lezione antica ma sempre valida in qualsiasi epoca.
Giuliano Bagnoli – Sandro Bellei