L'”Istituto Galilei” e il nostro territorio – Gli anni 70

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L’Istituto Galilei e il  nostro territorio

Gli anni 70

E’ di fatto negli anni ’70 che l’economia mirandolese si lascia alle spalle la tradizionale prevalenza dell’agricoltura e trova una propria vocazione industriale, con un decennio di ritardo rispetto al resto della provincia modenese.

Osserva Giuliano Muzzioli, attento studioso di storia locale, “mentre a Modena, Carpi, Sassuolo, Vignola e in altri centri l’industrializzazione ed espansione demografica si sono verificati in un breve arco di tempo, gli abitanti di Mirandola dal 1951 al 1971 sono addirittura diminuiti da 24.500 a 21.500; nell’intero comprensorio mirandolese, formato da nove comuni, la popolazione è scesa da 92.000 a 75.500 abitanti, un trend reso ancor più marcato dall’incremento della popolazione provinciale (da 498.000 a 554.000 abitanti).”

L’affermarsi dell’industria biomedicale, ossia la produzione di materiale “usa e getta” per il settore sanitario, che ha rappresentato una novità assoluta nella storia economica modenese e che ha dato vita nel mirandolese al “distretto biomedicale”oggi noto in tutto il mondo, ha significativamente contribuito ad arrestare e poi invertire il precedente andamento demografico calante.

Insieme al biomedicale si affermano anche maglifici e altre aziende, prevalentemente meccaniche.

Ha inizio, grazie alla tenacia dei suoi imprenditori ed alla lungimiranza degli amministratori locali che li incoraggiano, nonostante i limiti provocati dalle scelte dell’Amministrazione provinciale, l’inversione di tendenza a livello occupazionale: Mirandola comincia a cercare lavoratori.

Studenti diplomati all’I.P.I. e all’I.T.I. “Galilei” danno vita ad aziende, che in alcuni casi sono ancora in attività. L’Istituto assume dal 1 settembre 1971 l’attuale denominazione e qualche anno più tardi, nel 1974, “entra” nell’edificio che attualmente lo ospita, in via Barozzi.

Nello stesso anno “apre” una sede staccata a Carpi, l’odierno I.T.I. “Da Vinci”, che diventa autonomo nel 1979. Molti diplomati si impiegano in A.I.M.A.G. (Azienda Intercomunale Acqua e Gas), che divenne nel corso degli anni settanta l’azienda per la gestione dei servizi acqua e gas di vari comuni dell’area Nord di Modena.

Mirandola si dimostra non più solo terra di ranér (cacciatori e mangiatori di rane, così un po’ sprezzantemente venivano chiamati gli abitanti di questa zona a causa delle paludi che fino alle bonifiche avevano coperto queste “valli basse”).

Si parla già della superstrada Cispadana; un primo tratto Ferrara – Argenta viene realizzato.

Non sono più sufficienti 40 minuti da Mirandola a Modena con quella strada dai tornanti in pianura dove è impossibile sorpassare! Le aziende cominciano a reclamare una viabilità al passo coi tempi dello sviluppo, ma la Provincia e la Regione guardano solo alla montagna. Se non sono costretti, gli insegnanti di Modena non vengono a Mirandola.

Gli studenti aumentano ancora e alla fine del decennio sono quasi 600.

Ubaldo Chiarotti

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