1924 – Il “patatrac” del Credito Provinciale Modenese

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Su segnalazione della Signora Anna Maria Veronesi ho letto un articolo del Sig. Daniele Stradi di Camposanto che riporta la notizia, ampiamente documentata, del fallimento del “Credito Provinciale Modenese” già “Piccolo Credito Mirandolese Banca Popolare”nel gennaio del 1924.

Leggendo “Al dascors General” del Barnardon del 1925, effettivamente,viene riportata con brevi cenni  la notizia :

“Uno dei fatti più clamorosi è stato il “patatrac” del Credito Provinciale Modenese, accaduto in gennaio. Quanti danni e quante persone sono state ingannate! Come il solito però, chi ha avuto la meglio sono stati i più responsabili del disastro. In quanto alla giustizia, si dice che ci sia, ma spesso gioca a nascondino”.

Naturalmente tutto questo era scritto in dialetto ma per una miglior comprensione l’ho tradotta in italiano.

Corsi e ricorsi storici dunque.

Di seguito riporto il bell’articolo del Sig. Daniele Stradi per meglio comprendere il drammatico, per molti risparmiatori della nostra zona, episodio.

” SE SEI DI QUESTI PAESI, forse ti interessa sapere che: “C’era una volta, tanti anni fa, una grande banca modenese che falli! Parrebbe l’inizio di una favola letta chissà dove e raccontata da un nonno assonnato ad un insonne nipotino. E invece è quanto accadde verso la metà degli anni ’20 del secolo scorso. E’ cronaca recente la vicenda di Carichieti, Cariferrara, Banca Marche e Banca Etruria finite in dissesto per malagestione da parte dei loro amministratori, con il conseguente coinvolgimento in danno dei rispettivi clienti-obbligazionisti ma, senza volgere lo sguardo troppo addietro, a partire dal 1921 con la Banca Italiana di Sconto la storia del nostro paese pullula di crack bancari. Ma andiamo con ordine.

Dunque! Diversi anni fa venni casualmente in possesso di un Librettino di Piccolo Risparmio emesso nel 1922 dall’Agenzia del mio paese, Camposanto, del Credito Provinciale Modenese, banca irrintracciabile alla consultazione degli annali della Banca d’Italia. La cosa mi incuriosì alquanto e mi ripromisi di approfondire la questione. Ebbene, con un pizzico di fortuna, ho ricostruito quella vicenda che riguarda le nostra provincia tutt’intera : da Montefiorino a San Possidonio, da Lama Mocogno a San Martino Spino, da Spilamberto a San Felice sul Panaro, da Nonantola a Carpi, ecc.ecc.,con una puntatina nel bolognese e partendo da… MIRANDOLA!

Da pochi anni è iniziato il ‘900. L’economia nazionale, in tutte le sue componenti trova nuove vie di sviluppo e con essa aumentano il risparmio e la domanda di credito. Fondare una Banca, tutto sommato, non è molto complicato e le autorizzazioni semplici da ottenere. La Banca d’Italia, costituita da pochi anni, non ha alcun potere reale di vigilanza e controllo sul sistema creditizio. E’ un fiorire ovunque di nuove banche rurali, cooperative, popolari ecc.ecc.

Il 10 settembre 1907 viene costituito a Mirandola il PICCOLO CREDITO MIRANDOLESE Banca Popolare, con sede in Mirandola. Nel marzo 1918 si trasforma in CREDITO PROVINCIALE MODENESE Società Anonima di Credito Ordinario con capitale sociale di lire 300 mila e dopo circa due anni, sull’onda della fase di crescita seguita alla fine del conflitto e probabilmente con l’insediarsi di nuovi amministratori, avvia una turbinosa espansione che lo vede aprire ben 22 filiali nel 1920 e ulteriori 17 dipendenze nell’anno successivo, fino ad arrivare, compresa l’Esattoria del Comune di Modena, ad un totale di 46! (Per comparare la reale portata della capillarità nel territorio provinciale dell’ex Piccolo Credito occorre sapere che Banca Popolare di Modena, ora BPER, ne contava, mezzo secolo dopo, solo una ventina!).

Al Barnardon del 1925

Al Barnardon del 1925

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Proposta di concordato preventivo

Proposta di concordato preventivo

Sirudella di un cantastorie dell'epoca

Sirudella di un cantastorie dell’epoca

La dilatazione della struttura organizzativa mediante l’apertura a tambur battente di sportelli dalla redditività incerta, la mancanza di controlli interni al credito erogato, l’impianto di operazioni speculative, la concentrazione di rischio in poche imprese in difficoltà, l’inadeguata patrimonializzazione e le mutate condizioni di mercato fanno emergere nel gennaio 1924 la crisi dell’Istituto. Dietro pressioni politiche se ne tenta a più riprese il salvataggio con la costituzione di un pool fra la Cassa di Risparmio di Modena, il Banco San Geminiano e la Banca Popolare di Modena. Ma è proprio quest’ultima a rifiutare l’intervento ritenendolo di esito incerto, troppo oneroso e contrario ai propri principi statutari. Siamo alla fine di febbraio 1924 e la Gazzetta dell’Emilia rende noto il definitivo crollo del Credito Provinciale Modenese. Le notizie raccolte si esauriscono qui e nulla mi è noto del prosieguo della faccenda. Sul mio libretto, dopo la liquidazione degli interessi al 20 gennaio 1924 pari a 20 centesimi, è rimasto un credito di lire 78,55. Non ho idea del valore attuale di quella somma (un calcolo approssimativo mi dice circa 75 euro) ma non mi interessa granchè. Ho tolto la polvere da una vicenda della piccola storia locale che probabilmente pochi conoscono e tanto mi basta”.

Daniele Stradi

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