Il culto di San Possidonio – Protettore della Mirandola

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“…..Notizie discordanti si hanno sulla figura di S. Possidonio. Strana­mente si danno di Esso due vite, una che si riferisce a Possidonio, l’altra a Possidio, detto S. Possidonio. Le due vite sono del tutto dissimili e se non fosse che per la prima si raggiunge la certezza che si tratti di una biografia fantastica, elaborata a scopo puramen­te devozionale, si arriverebbe alla conclusione di trovarsi di fronte a due personaggi diversi…….”

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IL CULTO DI S. POSSIDONIO

« In nomine Sanctae et Individuae Trinitatis Patris et Filii et Spiritus Sancti et gloriosae Virginis Ma­rine Dei Genitricis ac Beatorum Francisci et Possidonji deffensorum et protectorum Status Pacifici et Tranquilli Magnificorum Dominorum de La Mirandula Comunisque Mirandulae et Curiae Quarantullarum, omnium Sanctorum et Sanctarum totiusque celestis curiae triumphantis. Amen »

(« Statata Terrae Comunisque Mirandulae et Curiae Quarantullarum » 1318.)

Il culto di S. Possidonio è proprio del solo territorio mirandolese e interessa praticamente, ora, soltanto la Città della Mirandola e la Parrocchia di S. Possidonio; in antico esso era dif­fuso in una area di maggiore estensione perchè interessava, oltre alla Signoria poi Ducato della Mirandola colle sue terre ( Concor­dia e S. Possidonio), la città e la regione di Carpi e per un certo periodo la città di Reggio e parte del suo territorio.

Questo culto, nell’area di estensione presente e nelle carat­teristiche colle quali ora viene praticato, ha il carattere di una de­vozione piuttosto blanda e generica con manifestazioni particolari il solo giorno della festa del Santo, mentre nei tempi passati, esso, come si arguisce da diversi documenti, era molto più profonda­mente sentito e praticato. La sua origine è antichissima e sembra risalire al secolo IX; essa si rifà ad una tradizione ora quasi dimen­ticata che narra che in quel tempo fu trasportato nella regione il corpo di S. Possidonio.

E’ certo che nel secolo X la devozione del Santo era già in atto perchè da una carta dell’anno 962 conservata negli Archivi della Città di Reggio si ha notizia di una cappella cioè di una piccola chiesa già dedicata a S. Possidonio « ad honorem Possidonij ». La chiesa è costruita « in loco et fundo ubi nominatur Garfagnana » nel luogo e nel podere chiamato Garfagnana « qui est in Comitatu regiensi », il quale si trova nel territorio di Reggio.

E’ la prima volta che compare il nome del Santo e di una chiesa a Lui dedicata; a questo proposito è da mettere in evidenza che in antico le chiese venivano dedicate ai Santi Martiri o alla Vergine e che nessuna altra chiesa della regione e in Italia è ed è stata mai dedicata a S. Possidonio. Questo ci indica che il culto per il Santo ha avuto in pratica come fulcro di diffusione la chiesa e il luogo di Garfagnana.

Sappiamo da altri documenti reggiani, che però non appar­tengono direttamente a questo argomento, che la località si chia­mava Garfagnana già nell’anno 835 e che anche prima di questa data faceva parte del territorio e della Diocesi di Reggio.  Per questo la maggioranza dei documenti che si riferiscono alla regione e al culto di S. Possidonio si trovano o si trovavano proprio negli Archivi civili o religiosi di quella Città.

In origine la chiesa di S. Possidonio era direttamente sotto­posta all’antichissima Pieve di S. Stefano « Plebs de Sancto Stephano cum cappella Sancti Possidonji », che si trovava a pochi Km. di distanza e che viene molto ricordata nei documenti della epoca per la sua potenza e ricchezza; nel trascorrere neanche di 150 anni è invece la chiesa di S. Possidonio che diventa la più importante della regione, centro della devozione e del prestigio religioso dei luoghi, Prevostura e sede di un Collegio di Canonici; questo vuol dire che il culto del Santo si era affermato rapida­mente e che si era diffuso saldamente e profondamente presso la popolazione e nel clero.

Il luogo di S. Possidonio è nominato per la prima volta nel­l’anno 993, trent’anni circa dopo la prima notizia della chiesa; la località in seguito compare sempre chiamata con questo nome mentre nelle altre carte dell’epoca e in quelle posteriori che pure fanno frequenti riferimenti alla regione, non si ha più notizia di quello di Garfagnana; il mutamento della toponomastica, così raro ancor oggi e giustificato solo da avvenimenti eccezionalissimi, ci porge ulteriore conferma della importanza che avevano assunto in breve tempo la chiesa e la località cioè della grande devozione instauratasi nei riguardi del Santo e in via induttiva anche della verità della tradizione, antichissima ed insistente e forse antica­mente documentata, che parla, come si è detto, riferendolo al secolo IX, del trasferimento del corpo di San Possidonio in que­sta regione.

E’ ragionevole pensare che dal luogo di S. Possidonio, che in una carta del secolo XII (1288) è già nominato col titolo di Corte, depositario del Corpo e del culto del Santo, questa venera­zione si sia diffusa al territorio circostante dominato in comune dalla Consorteria dei Manfredi a motivo della unità politica ed amministrativa di questo.

Anzi molto verosimilmente l’origine e lo sviluppo del culto di S. Possidonio deve collegarsi proprio ai Manfredi (portati nel secolo XII a nuova potenza dalla protezione della Contessa Ma­tilde) perchè questi nobili dimostreranno poi e sempre di avere una venerazione tutta particolare verso il Santo e perchè la devo­zione per Esso si manifesterà più fiorente in quei luoghi dove i Manfredi o i loro discendenti saranno in qualche modo presenti o potenti, cioè in ordine di importanza, nel territorio della Mirandola. in Carpi e nel reggiano: a Mirandola coi Pico, a Carpi coll’affermarsi e durante il dominio dei Pio, nel territorio reggiano nei primissimi tempi.

Nel libro più antico degli Statuti della Mirandola che risale all’anno 1318 il Santo è invocato — insieme a S. Francesco — come protettore ufficiale e difensore dello Stato e del Comune della Mirandola e della Corte di Quarantoli; allora i Pico erano in pratica i soli Signori di questa regione e ancora una volta si deve ammettere che il culto sia diventato familiare nella Miran­dola colle sue caratteristiche peculiari per il solo fatto che questo castello era la residenza dei Principi e che esso divenne in seguito la capitale politica ed amministrativa del territorio.

In quei tempi era un fatto frequente che una Città e un po­polo eleggessero a loro difensori più di un Santo insieme alla Vergine e quando furono riformati gli Statuti mirandolesi nello anno 1386, venne mantenuta la stessa invocazione certo non per sola ripetizione meccanica della frase ma per devozione reale verso S. Francesco ma è anche un fatto che poco dopo, nel secolo XV, S. Possidonio è ricordato nelle carte e nei documenti come il solo protettore della Città e dello Stato e così nel secolo XVI e con maggiore evidenza in quello XVII dove compare con questo titolo ( « Protector » ) anche nelle epigrafi di molte monete.

Quasi parallelamente si assiste invece all’attenuarsi ed infine alla scomparsa del culto di S. Possidonio nella Città di Carpi dove nell’anno 1643 venne eletto a protettore S. Bernardino da Siena. S. Possidonio era citato tra i protettori della Città già nell’anno 1461 ma fin dall’anno 1352 e 1353 si trovavano documentazioni della sua venerazione.

Probabilmente un fatto del genere di quello di Carpi, cioè la dichiarazione pubblica, per Decreto della Comunità, di S. Possi­donio Protettore non dovette verificarsi alla Mirandola dove il culto del Santo si era già affermato peculiare e da grande tempo o almeno non sono stati trovati documenti in materia. Tuttavia dopo la fine della Signoria dei Pico, che si manteneva da circa 4 secoli (la continuità del Casato aveva consentito il cristallizzarsi di molte tradizioni o almeno scarse modificazioni di esse) anche alla Mirandola si verifica un fatto che tocca il culto di S. Possido­nio in modo radicale e che pur nulla togliendo alla sua venerazione da parte dei fedeli modifica profondamente e sostanzialmente le tradizioni della Chiesa Mirandolese; la quale infatti adotta dal 1727, su concessione della Sacra Congregazione dei Riti, al posto delle precedenti lezioni, in uso da secoli, per la celebrazione dell’ufficio del Protettore, le lezioni proprie dell’ufficio di S. Pos­sidio.

Questo vuol dire che la Chiesa Mirandolese ritiene Protettore della Città S. Possidio, Vescovo africano, vissuto a cavallo dei secoli IV-V e che precedentemente vi erano state della incertezze procedurali e di sostanza riguardo alla stessa figura del Santo.

Il Decreto della Sacra Congregazione ha grande importanza sul piano formale, come si capisce, perchè stabilisce ufficialmente e stabilmente le modalità del culto e della celebrazione della festa del Santo sia in Mirandola che nell’ordinamento ecclesiastico ge­nerale ma in pratica ha una importanza ancor maggiore perchè consente di ritenere S. Possidonio la stessa persona di S. Possidio cioè pone la figura di S. Possidonio fino ad allora piuttosto nebu­losa ed inverosimile in dimensioni storiche e concrete.

SanPossidio è un Santo dell’Ordine degli Agostiniani, bio­grafo di S. Agostino e uno dei suoi primi discepoli e anche quei RR. PP., che avevano ottenuto per esso una celebrazione particola­re fin dal 12 giugno dell’anno 1660, lo avevano sempre ritenuto il Protettore della Mirandola.

Nell’anno 1821 quando tutto il territorio dell’antico Ducato mirandolese venne trasferito alle dipendenze della Diocesi di Carpi il culto di S. Possidonio ricomparve in quella Città rife­rito naturalmente alla figura storica di Possidio, come già nella Mirandola, però nella veste di Protettore meno principale.

Quindi nel Breviario della Chiesa Universale dove le lezioni dei Santi risalgono al secolo XVI non si trovano le lezioni di S. Possidonio o Possidio, le quali si trovano invece negli uffici propri della Diocesi di Carpi nella parte che si riferisce appunto al ter­ritorio della Mirandola, nel secondo notturno del giorno 16 mag­gio; in questo giorno cioè, come del resto avveniva ed era sempre avvenuto dai tempi più antichi, cade la festa del Santo, come Protettore principale per il territorio dell’antico Du­cato della Mirandola, come Protettore meno principale per quello della Città e della Diocesi di Carpi. Tuttavia la celebrazione dello Ufficio Divino e della S. Messa in onore del Santo avviene solo nella città di Mirandola e nel paese di S. Possidonio; tutti gli altri luoghi del territorio mirandolese e della Diocesi di Carpi non mettono in atto alcuna solennità particolare secondo quanto di­sposto nel 1965 dalla prima riforma del Calendario Liturgico.Precedentemente in questi luoghi era consentita e veniva praticata la semplice Commemorazione.

Gli Eremitani cioè i Padri dell’Ordine di S. Agostino festeg­giano S. Possidonio il giorno 17 maggio perchè il giorno 16 è impedito, da tempo precedente alla concessione delle lezioni di S. Possidio, dalla festività di S. Ubaldo che è un altro dei loro Beati.

Nella Città e nella Diocesi di Reggio ora il culto di S. Possi­donio è praticamente scomparso e così anche nella città e regione di Modena dove il Santo, come compare da antichi documenti aveva goduto ma forse solo per casi personali e per tentativi di qualche parte del clero di una certa venerazione ufficiale.

Tratto da: San Possidonio – Protettore del popolo e della Città della Mirandola

Autore: Vilmo Cappi

Editore – Bozzoli

Anno: 1968

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