Via Milazzo (Franco Gambuzzi 19/5/2014)

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pianta amici e negozi 5

Mi è capitato spesso, osservando una qualsiasi pianta della mia città, a qualsiasi epoca si riferisse, soffermarmi sulla stranezza che rappresenta, nel reticolo più o meno regolare delle strade, quella sorta di virgolone rappresentato dalle vie Volturno, con il prolungamento naturale di piazza Garibaldi, e Milazzo. Un disegno del genere sfugge ad un razionale progetto urbanistico di città se non se ne trova una possibile ragione nel fatto che, proprio al suo centro, si trova la duecentesca chiesa di San Francesco. O forse era dovuta alla necessità di chiudere più facilmente il ghetto in modo da isolarlo dal resto della città.

Si dice che l’ingresso del ghetto fosse proprio il voltone incastonato nel portico, a metà della piazza, proprio dove mio padre, commesso da Galavotti, vendeva frutta.

Io, nel corso della mia vita, ho collezionato una infinità di posti del cuore ma, se proprio devo indicarne uno, il mio vero posto del cuore si trova esattamente al centro di quella virgola, proprio dove via Milazzo, seguendo l’andamento di via Volturno, curva verso nord. E’ qui che ho le mie radici, è qui che ho vissuto infanzia ed adolescenza, è qui che ho incontrato e conosciuto i miei primi amici, i miei compagni prima di giochi e poi di scuola. In via Milazzo, io, ci sono nato. Era appena finita la guerra.

Sono cresciuto e mi sono formato in questa strada. Questo piccolo quartiere è stato tutto il mio mondo e a quel microcosmo sono legati gli anni più belli dei miei primi anni.

Con la dovuta deferenza, questa mia strada, con tutta l’umanità di cui era intrisa, mi ricorda la “via del Corno” di Pratolini (nomen omen, analogia non secondaria).

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