Quando Mirandola cadde a “Campanile Sera”

Commenti disabilitati su Quando Mirandola cadde a “Campanile Sera” Racconti

img601 1

i due concorrenti mirandolesi Iva Bergamini e Maurizio Marchi (fotografati direttamente dal televisore) nella cabina di Campanile sera.

La prima volta della città dei Pico alla TV nel lontano 1959

Questo articolo, un po’ rievocativo e un po’ venato di “amarcord” felliniano, vuole raccontare le vicende che portarono per la prima volta la città di Mirandola alla ribalta della TV. Ovviamente si tratta della televi­sione di Stato, perchè, a quei tempi, di canali privati non si parlava nem­meno. Berlusconi portava ancora i pantaloni corti.

Chi ha più di quarant’anni, certamente ricorderà. Speriamo che il racconto possa interessare anche coloro che non sono ancora giunti alla soglia dei quaranta. Una cosa comunque è certa: in quei lontani tempi non si parlava altro che di Mirandola in TV.

Come avvenne l’esordio televisivo di Mirandola? Come in ogni rac­conto che si rispetti bisogna fare un piccolo passo indietro. I lettori, quel­li più giovani, naturalmente, dovrebbero sapere che la televisione italiana nacque intorno al 1953 e bisogna anche dire che i primi anni di vita della TV non furono esaltanti. La si guardava volentieri, qualche volta, so­prattutto nei bar e nei caffè, perchè ben pochi pensavano che il piccolo schermo potesse interessare tutta la famiglia. Le prime trasmissioni di in­teresse popolare furono le partite dei campionati mondiali di calcio che si svolsero in Svizzera nel 1954. Per la cronaca, nella finale, la Germania Ovest sconfisse per tre reti a due la leggendaria Ungheria di Puskas e compagni.

Poi, nel mitico novembre del 1955, un certo Mike Bongiorno, un giovane presentatore dallo spiccato accento yankee, inventò un gioco, dal titolo “Lascia o raddoppia?”, che in pochi mesi divenne un vero e proprio “boom”. Solo allora la gente cominciò a comprare i televisori. Dopo qualche anno anche “Lascia o raddoppia?” cominciò a stancare e nel 1959 fu ideato un nuovo gioco a squadre, detto “Campanile Sera”, che riuscì di nuovo a interessare milioni di ascoltatori.

Ed è a questo punto che entra in ballo Mirandola, la bella antica cit­tà dei Pico, che in televisione non si era mai affacciata. Ma per tutti arri­va sempre la prima volta.

Correva, dunque, il mese di dicembre dell’anno di grazia 1959. Tan­to per inquadrare la situazione, possiamo dire che mentre in tutta Italia (anzi quasi tutta) sta esplodendo il “boom” economico, il cosiddetto mi­racolo economico che porta in tutte (o quasi) le case d’Italia il televisore, il frigorifero e la “600” Fiat, mentre si costruiscono le prime autostrade e la benzina costa 96 lire il litro, Mirandola è ancora un paese abbastanza povero, parecchia gente è stata costretta ad abbandonare il luogo nativo per cercare lavoro altrove. Eppure già si avvertono i primi sintomi di un risveglio, forse un po’ più tardivo rispetto a Carpi, Modena e Sassuolo, ma anche più solido e duraturo. Anche nella Bassa modenese tutti pos­siedono il frigo e la TV, l’automobile è presente nel garage di molte fami­glie.

Sindaco di Mirandola è Celso Gherardi, chi ha maggior numero di voti è il PCI, ma del resto tutta la Bassa è decisamente colorata di rosso. La Mirandolese calcio da un paio di anni milita in serie D (che allora si chiamava quarta serie), e la Ciclistica mirandolese ha una gran bella squadra con una punta di diamante chiamata Zorzi. Ma chi domina nel campo dei dilettanti in bicicletta è il frignanese Romeo Venturelli.

campanile sera 1959

Alberto Bocchi, portavoce degli “esperti” mirandolesi presenti al Teatro Nuovo a Mirandola, e Enzo Tortora.

img600 1

Pepo” Carletti, esperto di musica, al microfono di Enzo Tortora. La prova consisteva nel cantare la romanza “Di Provenza il mare e il suol”, “Pepo”,al termine della domanda fatta da Mike a Milano si precipitò al microfono, ma non riuscì che a cantare poche parole, intervenne allora il Prof. Nadir Festanti che portò a termine con successo la prova.

In campo nazionale e internazionale quel dicembre, ora così lonta­no, del 1959 è caratterizzato da qualche avvenimento di rilievo. In Sicilia si parla molto di un certo Milazzo, abile nel costruire governi regionali con molte tinte, il presidente americano Ike Eisenhower si incontra con il collega francese Charles De Gaulle, per via delle vicende del canale di Suez (ma guarda chi si rivede) e in Italia il governo teme un’ennesima cri­si. Il che dimostra che in fondo non cambia mai nulla. Ma quello che in­teressa di più la gente e che i giornali riportano con grossi titoli è il matri­monio dello Scià di Persia, Rheza Pahlevi, con la nuova bellissima moglie Farah Diba. Lo Scià da qualche mese ha ripudiato l’ancor più bella e af­fascinante Soraya, perchè non riusciva, nonostante il massimo impegno comune, a confezionare bambini, e adesso si porta a casa, con un matri­monio da mille e una notte, la giovane Farah Diba, prudentemente alle­vata in un austero collegio svizzero, per giungere illibata e felice sul tala­mo nuziale dello Scià. La nuova moglie dimostrerà di essere più brava di Soraya regalando al titolare del Trono del Pavone una congrua messe di bambini. Ma non si pensi che Soraya sia finita in un convento: i “papa­razzi” (nome dei fotografi in quei tempi di dolce vita) la fotograno in compagnia del principe romano Raimondo Orsini.

Ma non divaghiamo troppo e torniamo a “Campanile Sera”. Il gioco televisivo si svolge tutti i giovedì sera, dalle 20,30, dopo il telegiorna­le. Sono sempre in lotta squadre di due cittadine, una del Sud contro una del Nord. In studio, a Milano, c’è il solito immarcescibile Mike Bongior-no che rivolge domande e quiz a due “esperti” per ciascun paese concor­rente. Nei vari centri invece i presentatori sono Enzo Tortora, personag­gio piuttosto noto, ora deputato europeo radicale, e Renato Tagliani, che presto scompare dalla videocircolazione. Ogni città mette a disposizione una sala o un teatro, ognuna di essa ha un suo portavoce, oltre ad un congruo numero di esperti, che si presentano con tonnellate di enciclope­die, almanacchi, libri d’oro, statistiche, libri, giornali, riviste e ogni altra cosa che possa essere utile.

Ai primi di novembre del 1959 la pubblica amministrazione di Mi­randola riceve un messaggio dalla Rai. “Tenetevi pronti – dice il messag­gio – presto Mirandola sarà chiamata a partecipare a “Campanile Sera”. Scatta subito la molla organizzativa: si cercano gli esperti in ogni campo dello scibile umano, si forma un comitato, si indica il Teatro Nuovo qua­le sede della trasmissione, si fanno accurate indagini per reperire due esperti che conoscano tutto quello che è possibile sapere.

Più tardi un nuovo messaggio della Rai indica che Mirandola andrà in scena quando uscirà dalla circolazione la cittadina piemontese di Mondovì. Mondovì sembra imbattibile, resiste brillantemente per varie settimane, battendo tutte le città “sudiste” che incontra nel suo cammi­no.

Il 10 dicembre 1959 tutti i cittadini di Mirandola sono davanti alla TV. C’è “Campanile Sera” con Mike Bongiorno a Milano, Enzo Torto­ra a Mondovì, bella e nobile cittadina piemontese, e Renato Tagliani a Vasto, una altrettanto bella cittadina abruzzese affacciata al mare Adria­tico. A Mirandola non sanno per chi fare il tifo: qualcuno “tiene” per Mondovì, così, dice, c’è più tempo per prepararci. Altri fanno il tifo per Vasto, che viene giudicata avversaria abbastanza debole.

Sta di fatto che vince, a sorpresa, la città di Vasto e a Mirandola ora tutti sanno chi sarà il prossimo avversario. Il comitato comunale, forma­to da ben 150 esperti, si mette febbrilmente al lavoro. Ci sono gli esperti di letteratura, capitanati dal prof. Nadir Festanti, quelli dello sport, della storia, della geografia, scienze, politica, fisica, chimica, musica, cinema, spettacolo. In teoria la legione dei 150 esperti dovrebbe sapere tutto di tutto. Il Comune e la Sip (che allora si chiamava Timo) mettono a dispo­sizione degli esperti un numero di telefono, per la cronaca il 51.525, a cui inviare messaggi in caso di necessità. Il Teatro Nuovo viene agghindato a festa, l’atmosfera è febbrile, sul “listone” non si parla d’altro. Tutti at­tendono con ansia il 17 dicembre, la sera in cui Mirandola dovrà dimo­strare di essere veramente la patria di Giovanni Pico, uno che sapeva tut­to quello che c’era da sapere, memoria prodigiosa a parte.

Ma a questo punto bisogna scegliere i personaggi che si mostreran­no in diretta alle telecamere, il portavoce della città e i due “esperti” che dovranno andare a Milano per rispondere, all’interno di un’angusta cabi­na, alle domande di Mike Bongiorno. Per il portavoce, nessun problema. Viene scelto, giustamente, il dott. Alberto Bocchi, veterinario, ma anche attore dilettante, personaggio abituato a stare sulla scena. Per quanto riguarda invece gli esperti la ricerca è un po’ più difficile. Comun­que il tempo stringe e la scelta è doverosa.

A Milano andranno dunque Iva Bergamini, 24 anni, residente a San Martino Spino, insegnante di lingue, e lo studente mirandolese Maurizio Marchi, 16 anni, che frequenta la seconda classe del liceo classico. Il de­stino di Mirandola è affidato alle loro risposte.

Il 17 mattina arriva a Mirandola la troupe della Rai e, poco dopo, Enzo Tortora. Arrivano anche gli inviati dei giornali, per il “Resto del Carlino”, ad esempio, ci sono Gianni Castellano e Velello Muratori. Un’intera pagina del giornale è dedicata all’avvenimento, si parla di un Teatro Nuovo pieno di gente ma forse si esagera dicendo che conterrà duemila persone. Sono stati preparati 16 chili di zampone da offrire agli amici-nemici di Vasto.

La trasmissione inizia puntualmente alle 20,30. Mike Bongiorno da Milano presenta le città concorrenti, vanno in onda due brevi servizi fil­mati che illustrano le bellezze di Mirandola e di Vasto, nonché le più im­portanti attività produttive.

Poi comincia la gara: la prima prova è a Milano, ai pulsanti. Iva Ber­gamini affronta il vastese Erminio Condorella. La mirandolese è brava: risponde bene a cinque domande, su Thomas Mann, sul tumulto dei Ciompi (Firenze, 1378), su Rudyard Kipling, azzecca il cognome di S. Caterina (Benincasa) e dice che i personaggi del famoso “Cenacolo” di Leonardo sono 13. Condorella fornisce solo tre risposte esatte, sul fiume più lungo della Cina, su “Ivanhoe” di Walter Scott e indovina la capitale dell’Islanda.

img598 1

alcuni spettatori, il sindaco di Mirandola Celso Gherardi è seduto sulla sedia con lo schienale più alto, alla sua destra il segretario comunale Dott.Maini; da sinistra in piedi Carlo Sani, storico allenatore della Mirandolese, Gigi Nardo della omonima carrozzeria specializzata nella costruzione di cabine per funivie; in piedi in ultima fila da sinistra Fabrizio Lodi ex dipendente del Banco San Geminiano e San Prospero, Silvano detto “Final”, anche lui ex dipendente del Banco San Geminiano e San Prospero ed infine Costa.

img596 1

in primo piano Maurizio Marchi e, dietro, Morselli impresario teatrale. Dietro a Morselli è riconoscibile Quinto Cremaschi proprietario del negozio “La casa della gomma”.

Situazione: Mirandola 2 – Vasto 0. Chi ben comincia…

Iniziano i collegamenti con le città: si apprende, grazie ad Enzo Tor­tora, che lo zampone di Mirandola batte il pesce di Vasto, ma questo è folclore. Ogni città deve poi risolvere tre quiz, in base ai quali è possibile costruire il titolo di un brano tratto da un’opera lirica. Il tempo è di quat­tro minuti. Mirandola risolve i quiz, indovina il titolo della romanza che è “Di Provenza il mare e il sol” dalla Traviata di Verdi. Però bisogna cantare questo brano e nessuno riesce a farlo. Allora il prof. Nadir Fe­stanti balza dalla sua sedia di esperto, strappa il microfono ad Alberto Bocchi e canta la romanza. Non è certo un Pavarotti, ma la risposta arri­va entro i 4 minuti previsti. Vasto, invece, che deve indovinare la roman­za “La calunnia è un venticello” dal Barbiere di Siviglia di Rossini, lascia trascorrere i 4 minuti e perde il gioco.

Situazione: Mirandola 5 – Vasto 0. Si profila un trionfo della città dei Pico.

La trasmissione torna in studio a Milano e Mike Bongiorno fa entra­re nelle sue leggendarie cabine altri due concorrenti, per la seconda prova ai pulsanti. Maurizio Marchi, 16 anni, di Mirandola è opposto a Micheli­no Pietricola, 21 anni, da Vasto. Nuovo successo dei mirandolesi: Mar­chi risponde bene a 5 domande su “La sfida” di Francesco Rosi, sul nuo­vo anno che comincerà di venerdì, sulla Fiorentina campione nel 55/56, sull'”angelo azzurro” Marlene Dietrich e su Bartali che vinse il suo pri­mo Giro d’Italia nel 1936. Il concorrente vastese indovina il risultato di Milan-Padova (0-0), sa che il Catania è secondo in serie B, che la Hep­burn è protagonista di “Storia di una monaca” e che la canzone “Malin­conico autunno” ha vinto il festival del 1957. Ma sono solo 4 risposte va­lide, contro le 5 di Marchi.

Situazione: Mirandola 7 – Vasto 0. A Mirandola già pensano a scor­pacciate di lambrusco e zampone per festeggiare la “storica” vittoria.

Si torna ai collegamenti con Vasto e Mirandola. C’è da fare una sor­ta di prova ad ostacoli, che sono quiz, una specie di gioco dell’oca un po’ confuso e, fra l’altro, anche difficile da raccontare. Sta di fatto che que­sto gioco, che vale tre punti, viene vinto da Vasto.

Situazione: Mirandola 7 – Vasto 3. C’è sempre un buon margine di vantaggio.

Adesso il gioco fra le due città torna in studio, a Milano, e lo condu­ce Mike Bongiorno. I concorrenti possono scegliere vari tipi di domande; quelle da un punto sono più facili e quelle da tre punti decisamente diffi­cili.

Entra per primo in cabina Maurizio Marchi, perchè Mirandola è in vantaggio e, dopo essersi consultato con Bocchi a Mirandola, sceglie la domanda da 1 punto. Mirandola è davanti e non vuole rischiare. Va in onda un “sonoro” che porta le voci di tre cantanti di musica leggera. Marchi azzecca due voci, quelle di Juliette Greco e di Ella Fitzgerald, ma sbaglia la voce di un francese che canta “A Paris”. Lui dice Charles Tre-net, e invece si tratta di Yves Montand. Marchi si morde le dita ma la pri­ma risposta, come dice l’ineffabile Mike, è quella che conta. Mirandola perde un punto.

Situazione: Mirandola 6 – Vasto 3. Comincia a sorgere qualche legit­tima preoccupazione.

Adesso va in cabina Erminio Condorella, portacolori di Vasto. Mike Bongiorno gli fa ascoltare un disco di musica classica un po’ difficile, vi­sto che il concorrente abruzzese ha scelto la domanda da tre punti, quella più complessa. Condorella sta assorto qualche attimo e poi dice che si tratta del “Trio in si bemolle, opera 97, di Ludwig Van Beethoven”. Mi­ke, qualcuno dirà che lui tiene un po’ per Vasto, esulta: Risposta esatta e Vasto guadagna tre preziosi punti.

Situazione: Mirandola 6 – Vasto 6. Siamo in pareggio, nulla è ancora perduto, ma le preoccupazioni sono molte. Al Teatro Nuovo di Miran­dola i 150 esperti e il folto pubblico fremono. San Possidonio, patrono della città, aiutaci tu!

Il sorteggio, dato che siamo in parità, sembra favorire Mirandola. Tocca infatti al concorrente di Vasto rispondere per primo ed entrare in cabina. Comunque la monetina di Mike dice Vasto e Michelino Pietricola si prepara a rispondere. Dal suo paese gli dicono di scegliere la domanda da 1 punto, lui si oppone e decide per quella da 3 punti. O la va o la spac­ca. Mike gli chiede: in quale anno si svolse il primo Giro ciclistico di Lombardia e chi lo vinse? La risposta di Pietricola è immediata: 1905, e vinse Gerbi. Tre punti vanno a Vasto, che ribalta così una situazione che pareva del tutto compromessa.

Situazione: Mirandola 6 punti – Vasto 9 punti. Nulla è ancora perdu­to per i mirandolesi, ma tutto sarà deciso dall’ultima risposta.

Mike Bongiorno invita in cabina la giovane insegnante di lingue Iva Bergamini, visibilmente emozionata. Tutta la faccenda è ora nelle mani sue. Ecco la domanda di Mike Bongiorno: nel 1749 si concluse la guerra di successione austriaca. Dove fu firmato il trattato di pace? La Bergami­ni è chiaramente in difficoltà. Esita un po’ e poi risponde: Vienna. No, esulta Mike Bongiorno, la risposta esatta è Aquisgram.

Situazione finale: Mirandola 3 – Vasto 9. La prof. Bergamini ha tan­ta voglia di piangere, Mirandola ha perso, ma ha perso malamente, dopo essere stata in testa praticamente per tutta la gara. Al Teatro Nuovo nes­suno osa aprire bocca. Peggio di così non poteva andare. Peccato che sia stata sbagliata una domanda relativa ad un conflitto a carattere europeo, ma che coinvolse direttamente anche Mirandola e tutta la Bassa modene­se. Infatti la guerra di successione austriaca vide grossi episodi bellici a Mirandola, che venne assediata un paio di volte, e vide anche la famosa battaglia di Camposanto che si concluse senza vincitori ma con migliaia di morti.

The day after, il giorno dopo, il “Resto del Carlino” esce con un titolo a tutta pagina “Mirandola cede a Vasto”.Si cerca di giustificare la sconfitta, si pensa anche ad una vendetta sportiva con l’organizzazione di una partita di calcio fra la Mirandolese e la Pro Vasto, che militano en­trambe in quarta serie, seppure in gironi diversi. Non se ne farà nulla, na­turalmente.

Il “garibaldino” Mario Buronzi, un bolognese dai grandi baffi che sa tutto su Garibaldi e che era stato chiamato a far parte del numeroso staff di esperti, non sa darsi pace di questa sconfitta. Lo stesso Enzo Tor­tora manifesta tutto il suo dispiacere e si cerca di ricostruire i motivi di questa sconfitta.

Poi, come improvvisa folgorazione, si scopre che, forse, c’è stato qualcosa di poco chiaro. Nel corso del gioco dell’oca, il presentatore di Vasto, il già citato Renato Tagliani, ha chiesto agli spettatori abruzzesi che si presentasse al microfono una persona nata in quel fatidico giorno, vale a dire il 17 dicembre. Una donna del pubblico, una certa signora Lu­cia, ha urlato di essere nata il 17 dicembre, ma, adesso che ci si pensa, non ha presentato alcun documento. Avrebbe anche potuto barare.

Subito il sindaco Celso Gherardo e il notaio dott. Francesco Fiorelli­ni preparano un esposto dettagliato e circostanziato. Un’auto del Comu­ne parte subito per Roma a consegnare il reclamo alla sede della Rai. Bi­sogna far presto, perchè altrimenti Vasto incontrerà Castelfranco Veneto il giovedì seguente.

Per i mirandolesi nasce un filo di speranza, ma è un filo tanto esiguo che il portavoce di Mirandola, Alberto Bocchi, organizza una strana scommessa con il regista televisivo Gianfranco Bettetini. “Se la Rai – dice Bocchi – accoglie questo reclamo vado a fare una passeggiata in mutande sul listone. I mirandolesi non potranno assistere all’esibizione di Bocchi perchè la Rai non accoglie il reclamo.

Ma a Mirandola non si danno per vinti. Una mattina partono per Roma, muniti di pieni poteri da parte del sindaco Gherardi e della Giunta comunale, tre ambasciatori. Si tratta del dott. Albano Benatti, plenipo­tenziario per la legge parte amministrativa, del dott, Francesco Borellini, notaio e uomo di legge, e del sig. Gino Baratta, funzionario di banca. So­no ricevuti dai dirigenti della Rai ma in pochi minuti vengono messi K.O. Il presentatore di Vasto, Renato Tagliani, ha testimoniato in favore del­la cittadina abruzzese, dicendo chiaramente che la signora Lucia era nata il 17 dicembre e che lui aveva visto la necessaria documentazione anagra­fica.

La sera del 21 dicembre 1959 una sconsolata telefonata giunge al sin­daco Gherardi dalla capitale. La “marcia su Roma” dei tre ambasciatori non è servita a nulla. L’avventura di “Campanile Sera” è finita.

Un articolo di Giuseppe Morselli tratto da “La Sgambada” 1985 – Edizioni Al Barnardon

Le foto sono state gentilmente concesse da “Foto attualità Marchi “

Grazie a Libero Anderlini siamo in grado di dare un nome a quasi tutti i personaggi presenti in queste foto.

I commenti sono chiusi.