Padre Niccolò della Mirandola, frate francescano; che sia nato è certo visto che c’è la tomba, anche se non si sa bene dove sia ubicata precisamente.
Le certezze su questo personaggio sono scarse, ma importanti. Non si conosce l’anno di nascita, né chi furono i genitori, né tantomeno il nome con cui venne battezzato, ma nacque sicuramente … alla Mirandola, come si evince dall’attributo dopo il nome.
La sua vita scorre nella seconda metà del 1400 per poi concludersi agli inizi del 1500. Prende i voti francescani ancora giovane, e questo lo si può dedurre dal fatto che viaggia molto e lontano ed in quei secoli occorreva tempo per fare ciò, ma per qualche tempo soggiorna anche nel convento della chiesa di s. Francesco nella Mirandola, come da archivi; giorni, mesi, anni? Val a saver.
Le sue qualità e capacità fanno sì che venga scelto per una missione in Terrasanta dove visita i santuari di Gerusalemme e riceve l’alto onore d’essere nominato Superiore del SS. Sepolcro. Durante questo soggiorno si dedica anche allo studio e la leggenda narra che fu proprio in queste terre, in questo periodo, che apprese un segreto che solo dopo la sua morte sarà svelato … e che noi (plurale maiestatis) riveleremo al termine del presente articolo.
Tornato che fu dal medio oriente, padre Niccolò risiede per un breve periodo a Bologna ed alla Mirandola per poi trasferirsi a Carpi. Camilla Pio di Savoia, cugina di Alberto III Pio Signore di Carpi, donna colta e devota, riceve una ricca eredità da una zia che decide di usare per erigere il primo convento femminile a Carpi dedicato alle Clarisse. In questo è incoraggiata dal proprio confessore, padre beato Stefano Francese, che però morì poco dopo, nel 1484, non senza prima aver fatto il nome a Camilla di padre Niccolò della Mirandola come suo possibile successore. Il francescano mirandolese accetta l’incarico e “ … ne assunse la cura, e mirabilmente la diresse per le eccelse vie della perfezione.”
Fino al 1504 sostiene spiritualmente Camilla e compie il proprio dovere come Guardiano del convento di S. Niccolò di Carpi. In quell’anno Camilla lascia questo mondo di lacrime e padre Niccolò viene assegnato alla guida del recente convento di Cortemaggiore, nel piacentino, ma è ormai vecchio e malato e nel 1510 raggiunge Camilla in paradiso … almeno per quanto ci è dato sapere.
I documenti che riguardano il convento confermano l’avvenuta sepoltura di padre Niccolò in loco, ma non ne precisano l’esatta posizione. Alcuni cronisti dell’epoca, come padre Flaminio da Parma, affermano che recarsi a pregare sulla sua tomba aumenta la possibilità di ricevere un miracolo.
Quando Giovanfrancesco II Pico “il letteratissimo” apprese la notizia della dipartita del francescano, che conosceva personalmente, volle dedicargli un elogio funebre nel quale, dopo aver lodato e magnificato le virtù di Niccolò, ne svela il segreto. Afferma di aver appreso direttamente da lui che padre Niccolò era depositario della conoscenza della pietra filosofale, della capacità di trasmutare i metalli vili in metalli nobili, vale a dire trasformare ferro e piombo in oro e argento e che si era portato tale segreto nella tomba per evitare che cadesse nelle mani di gente malvagia ed egoista. E aggiunge che tale potere era usato santamente per aiutare i poveri ed erigere o ristrutturare chiese e conventi. Una conferma di tale capacità la ebbe anche da un nipote di Niccolò, un certo Antonio chirurgo mirandolese. Anche padre Francesco Ignazio Papotti nelle memorie mirandolesi avvalora tale leggenda. Che dire, a me viene spontaneo pensare che a quei tempi, istruiti o ignoranti che fossero, erano tutti un po’ creduloni.
Vanni Chierici
Fonti:
Memorie storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola – Vol. III – VIII
Padre Flaminio da Parma – Memorie istoriche delle chiese, e dei
conventi dei frati minori dell’osservante, e riformata provincia di Bologna – Vol. II