L’Indicatore Mirandolese 1877-1903
Maurizio Bonzagni
L’Indicatore Mirandolese esce per la prima volta nel febbraio del 1877 come giornale mensile di cronaca locale o, per dirla come allora, come “periodico mensuale di memorie patrie, con varietà.”
Uscirà puntualmente ogni mese per 32 anni al prezzo di 10 centesimi, mai variato, un piccolo giornale che riporta nel dettaglio i fatti successi a Mirandola e dintorni, non solo cronaca ma anche curiosità, articoli di storia, censimenti, approfondimenti culturali, per “indicare e raccogliere tutto ciò che possa in particolar modo interessare di essere riconosciuto dai mirandolesi”. Una meravigliosa fonte di informazioni e di costume dal 1877 al 1903, anno della morte del suo fondatore e finanziatore, Francesco Molinari.
Francesco Molinari era un facoltoso mirandolese, politico locale e presidente di molte associazioni filantropiche cittadine. Amante della propria città e appassionato della sua storia, a lui si deve anche la pubblicazione dei piccoli libretti storici La Fenice ma fu soprattutto il principale artefice della Commissione di Storia Patria e Belle Arti della città e dell’Antico Ducato di Mirandola, associazione a cui si deve la pubblicazione delle monumentali “Memorie Storiche della Città”, fonti primarie di documenti della nostra storia, senza le quali tanto oggi sarebbe andato perduto. Memorie quasi totalmente curate dallo storico Don Felice Ceretti, anche se più volte a lui pagate e firmate dal Molinari, come allora era spesso costume fare.
L’indicatore Mirandolese nasce inizialmente come bollettino della Commissione di Storia Patria, ne riporta infatti i verbali delle sedute e la prima redazione è composta dagli stessi membri della Commissione.
Una Commissione che veniva nominata dalla Giunta Municipale, formata da nove membri permanenti e presieduta dal sindaco. I membri nominavano poi ogni tre anni il vicepresidente, che di fatto ne era l’amministratore. Francesco Molinari, assessore alla Pubblica Istruzione a cui si deve la stessa creazione della Commissione, ne rimase vicepresidente per trent’anni, fino al 1899.
In quell’anno le elezioni fecero infatti trionfare i partiti popolari promuovendo una nuova giunta comunale che azzerò la Commissione di Storia Patria a cui seguì l’elezione di Don Ceretti come nuovo vicepresidente, escludendo il Molinari.
Dopo anni di stretta collaborazione tra lo storico Ceretti e l’appassionato Molinari nel 1892 l’amicizia che li aveva legati per lungo tempo si era infatti interrotta nel peggiore dei modi, dividendo la commissione in due fronti e costringendo alle dimissioni il Ceretti. L’aumentata notorietà di storico anche al di fuori di Mirandola del sacerdote non permetteva infatti più al solo Molinari di apparire come il principale fautore dell’attività della Commissione, portando spesso a posizioni contrastanti riguardo alle pubblicazioni e non solo a quelle, rendendo la loro convivenza impossibile.
Anche se escluso dalla commissione il Molinari proseguì puntualmente le pubblicazioni del suo Indicatore, fino all’anno della sua morte con l’ultimo articolo che ne esaltò lo spirito generoso e le scuse dei suoi collaboratori che non si sentivano capaci quanto lui nel continuare la redazione del giornale.
Nel 1964 l’antica testata venne infine ripresa come organo ufficiale dell’amministrazione comunale per comunicazioni saltuarie alla popolazione e solo nei recenti anni con uscite mensili regolari..
Tutte le antiche pubblicazioni sono fortunatamente giunte fino a noi per intero grazie alle raccolte rilegate in sei tomi della antica tipografia mirandolese di Gaetano Cagarelli.
Raccolte che sono oggi in pubblicazione digitale dal Barnardon nella loro completezza rendendole così a brevissimo consultabili da chiunque sul proprio sito, grazie alla gentile concessione del noto appassionato di cose mirandolesi Alberto Toscani.
Leggere della nascita del Consorzio di Burana, della distruzione delle mura con una cronaca dell’avanzamento dei lavori quasi giornaliero, della tortuosa vicenda della ferrovia Sassuolo-Modena-Mirandola, della Cabala di Giovanni Pico e di altri approfondimenti storici di Don Felice Ceretti, e poi della protesta dei braccianti di fine ‘800, della disastrosa inondazione del Po del 1879, dell’epidemia di vaiolo del 1887, dei problemi quotidiani di fine secolo e di come venivano affrontati, è leggere il dettaglio di un pezzo della nostra storia direttamente da chi l’ha vista con i propri occhi, migliaia di pagine che sono una piccola miniera in cui c’è molto ancora da scavare.
Oggi è doveroso sfruttare le possibilità informatiche e l’accessibilità che offre internet per divulgare documentazioni altrimenti quasi inaccessibili. Un servizio alla comunità meritevole che mette a disposizione di chiunque, studiosi, appassionati ma anche semplici curiosi, mirandolesi e non, libri così ricchi di informazioni non ancora del tutto studiati.
Felice di aver contribuito alla realizzazione di questo progetto.
- FRISON, Don Felice Ceretti , il Dott. Francesco Molinari e la “Commissione di Storia Patria” della Città di Mirandola, in «Don Felice Ceretti. Storico di Mirandola e dei Pico», Atti della giornata di studio, Gruppo Studi bassa Modenese, Biblioteca n. 7, Modena 1997
- POLETTI, Ottocento e Novecento testimonianze da l’Indicatore Mirandolese, Mirandola1977
- CAPPI, G. MORSELLI, Nona i me car mirandules…, Mirandola 1978