Livio Bonfatti – Paolo Pompei (1937-2003). Un mirandolese “per caso”

Commenti (0) I ricordi di Livio Bonfatti

Livio Bonfatti

Livio Bonfatti

Livio Bonfatti, mirandolese di nascita (1947), ha conseguito il diploma di geometra nel 1968. Ha svolto l’attività lavorativa presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Mirandola. Dal 1985 al 1988 ha collaborato alle iniziative editoriali della casa editrice “Al Barnardon” mediante articoli e con impegni redazionali. Dal 1988 è socio della Associazione culturale Gruppo Studi Bassa Modenese e partecipa attivamente alla elaborazione di progetti editoriali. Contemporaneamente pubblica numerosi articoli sulla Rivista semestrale dell’ Associazione. Gli argomenti trattati spaziano dalla idrografia antica, alla geomorfologia storica, ovvero mettendo a fuoco quella che definiamo la “storia del paesaggio”, accompagnata da una puntuale ricerca archivistica. Il territorio preso in esame è quella parte di Pianura Padana  che si distende dalla via Emilia sino al Po.

Principali pubblicazioni.

  1. Bonfatti, Mirandola sulla Secchia, in La Sgambada , 5ª edizione, Mirandola 1985.
  2. Calzolari- L. Bonfatti, Il Castello di Mirandola dagli inizi del Settecento alla fine dell’Ottocento: “descrizioni”, documentazione cartografica e trasformazioni planimetriche, in Il Castello dei Pico. Contributi allo studio delle trasformazioni del Castello di Mirandola dal XIV al XIX secolo, Mirandola 2005.
  3. Bonfatti, Manfredo del Fante. La Bassa Modenese sul finire del XII secolo, vista attraverso le vicende di un cavaliere medievale, «QBMo», 70 (2017).

Paolo Pompei (1937– 2003). Un mirandolese “per caso”.

Paolo Pompei2

Nel corso del 2007 ho avuto l’occasione di accompagnare il professore Umberto Casari in alcuni luoghi del basso mantovano per reperire documentazione riguardante il poeta Umberto Bellintani (1914-1999) di San Benedetto Po[1].

Fra le tante chiacchiere fatte in auto lungo il percorso, ha  preso il sopravvento un argomento che interessava ad entrambi. Si parlava del Sessantotto, del Movimento Studentesco, nato in Italia in quell’anno e di tutto ciò che esso generò, iniziando da quelle forme democratiche, reclamate nei pubblici cortei, rappresentate dalle assemblee studentesche. In particolare ci interessava confrontarci circa l’atteggiamento prevalente del corpo insegnante di fronte a quella novità che “sommerse” il mondo scolastico. Parlando della scuola che avevo frequentato, ovvero l’Istituto Tecnico per geometri “G. Guarini” di Modena, ricordavo un atteggiamento  “paternalistico” della Direzione dell’istituto, quasi a sminuire l’importanza delle richieste degli studenti. Mentre gli insegnanti, per la maggior parte, erano “chiusi” ad ogni cambiamento, atto a modificare atteggiamenti e consuetudini ormai consolidate nel tempo. Fra di loro tuttavia, in particolare dai docenti più giovani, ci giunsero segnali di apertura e di disponibilità a discutere con gli studenti e a voler dare ascolto alle istanze emerse nelle assemblee. Portavo come esempio un mio insegnante di italiano, il professore Paolo Pompei, che “ ci aprì gli occhi” inquadrando la protesta, non limitandola al solo “universo studentesco”, ma bensì rivolta anche alle ingiustizie sociali prevalenti. Al ché Casari, udito il nome di Pompei esclamò:«Guarda Livio, che ho conosciuto Paolo Pompei, all’epoca che lui ha abitato a Mirandola e ci siamo frequentati negli anni del Liceo!». Devo ammettere che ciò mi stupì molto e mi sorprese sapere che quel giovane insegnante, che avevo stimato per cultura e per metodo d’insegnamento, avesse trascorso parte dell’adolescenza nella mia cittadina.

Casari ricordò anche che Pompei era giunto a Mirandola[2] a seguito del trasferimento della madre,  insegnante presso il Liceo “G. Pico”. L’eccellente profitto scolastico di Paolo Pompei era risultato quando:«…ottenne a pieni voti il diploma della maturità classica a diciassette anni nel 1954»[3]. Poi fece seguito, nell’autunno del 1958 dopo il conseguimento della laurea[4], il suo cambiamento di residenza da Mirandola a Modena. Casari aveva mantenuto contatti con Pompei, seguendolo nel corso universitario e raccogliendo alcuni scritti, pubblicati dallo stesso Pompei in prestigiose riviste letterarie quale “Il Verri” di Milano.

Dal 1960Pompei iniziò una nuova esperienza rivolta all’impegno politico che prevalse sugli interessi letterari, manifestatasi negli anni del liceo mirandolese e dell’Università di Bologna.

Ne è prova di questa militanza la fotografia, che accompagna il presente testo, ove è raffigurato il gruppo di partecipanti al Convegno del Partito Radicale, svoltasi (anno 1960?) nel Castello Caetani di Sermoneta (LT).

Vi compare Paolo Pompei (primo a destra) affiancato dall’amico modenese Marcello Pergola(5). Sono inoltre riconoscibili, Ernesto Rossi (al centro, con il pizzetto) del quale è importante ricordare la stesura, con Altiero Spinelli, del “ Manifesto di Ventotene”, ma anche la lunga attività di giornalista che ha operato nell’ambito del Partito d’Azione e del successivo Partito Radicale.

Nella foto compaiono anche: Ettore Borghi di Reggio Emilia (accosciato in primo piano) e Augusto Frassineti, giornalista e scrittore (con il basco in testa).

Casari, a questo punto della chiacchierata, suggerì di “fare qualcosa” che ricordasse l’amico Paolo Pompei, deceduto prematuramente nel 2003. Dopo poco tempo Casari propose la pubblicazione di un volumetto che raccogliesse alcuni scritti di Pompei, compresa la tesi di laurea, rimasta inedita.

Il compito a me affidato consisteva nell’organizzare il tutto a partire da eventuali sponsor e nell’individuare una casa editrice che avesse ampia diffusione. In primo luogo chiesi al Direttivo del Gruppo Studi Bassa Modenese di patrocinare il volume, poi rivolsi analogo invito al Comune di Mirandola e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, ottenendo da entrambi l’adesione alla iniziativa editoriale. Mancava ancora uno sponsor che supportasse parte della spesa ed  allora mi ricordai di un caro amico, compagno di banco all’epoca del “G. Guarini” e che rivestiva un posto di rilievo nel sistema economico modenese. Sto parlando di Roberto Vezzelli, allora Presidente Legacoop Modena. Era presente all’incontro avuto con Vezzelli anche una persona, Giuseppe Gavioli, Presidente della Fondazione Mario del Monte, che aveva conosciuto Paolo Pompei[6].

Da ultimi contattai la vedova di Paolo Pompei, signora Giuliana Pincelli, perché ci consegnasse il dattiloscritto della tesi di laurea e ci autorizzasse alla sua pubblicazione, nonché la casa Editrice Diabasis di Reggio Emilia, per l’inserimento del volume in una collana opportuna. Finalmente nel settembre del 2010 venne stampato il volume: Paolo Pompei. Scritti giovanili. 1955-1962, a cura di Umberto Casari e nel ricordo di Renato Barilli, Edizioni Diabasis Reggio Emilia, 2010, pp.113 e fotografia.

(1) Si veda: Umberto Casari, L’itinerario poetico di Umberto Bellintani, in «Quaderni della Bassa Modenese», 51, 2007, pp. 75-93.

(2) I Pompei occupavano un appartamento di un condominio di via E. Curiel (ora numero civico 34).

[3] La famiglia Pompei conserva un trafiletto della «Gazzetta dell’Emilia» del 18 ottobre 1954, ove si riteneva doveroso segnalare lo straordinario risultato scolastico di questo studente con la dichiarata testimonianza della stessa Commissione esaminatrice: «Bravi dunque tutti e fra tutti citiamo Paolo Pompei che ha riportato la votazione più brillante, dimostrando vasta cultura, tale da suscitare l’ammirazione della Commissione esaminatrice. Ancora una volta il liceo “Pico” ha dato prova di portare onorevolmente il nome de grande mirandolese».

[4] Tesi di Laurea di Paolo Pompei: Lettura della Vita Nuova, a. a. 1957-1958, sessione II, 31/10/1958, risult. 110/e lode. Relatore :Prof. Francesco Flora.

[5] La militanza politica di Pompei è ora ben descritta dalla tesi di Laurea magistrale di Matteo Montaguti, Il lavoro della talpa. Il Circolo Panzieri, operaismo e «stagione dei movimenti» a Modena (1966-1978), Università di  Bologna, Scuola di Lettere e Beni culturali 2014/2015.

[6] Casari  ricordava un “avventuroso” viaggio in Sicilia, compiuto da Pompei nel 1961, assieme a Giuseppe Gavioli, per scoprire l’ambiente siciliano di Danilo Dolci (“apostolo del pacifismo e della non violenza”). Vorrei in questa sede ricordare Giuseppe Gavioli, nato a San Giovanni del Dosso nel 1935 e tumulato, anno  2012, nel cimitero di Mirandola assieme alla moglie avvocata Renata Bergonzoni (1935-2007), mirandolese di nascita.

Paolo Pompei

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