Emergenza sanitaria – Linee guida per il volontariato

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“LINEE GUIDA PER LE ATTIVITA’ DEL VOLONTARIATO NELL’AMBITO DELL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA COVID-19”.

La regione Emilia Romagna ha emanato delle linee guida per l’attività di volontariato da svolgere durante l’attuale emergenza sanitaria.

Il documento costituisce un importante riconoscimento del ruolo del volontariato e contiene utili indicazioni su come comportarsi in questo periodo di emergenza e sulla attribuzione dei compiti di coordinamento ai comuni.

Nell’ambito delle linee guida si sottolinea il doveroso rispetto delle normative volte al contenimento degli spostamenti e alla prevenzione del contagio e al tempo stesso si riconosce il valore del volontariato per il supporto dei soggetti fragili.

L’attività di volontariato correlata all’emergenza in corso e come delineata dalle linee guida è considerata tra le attività consentite ai sensi del Dpcm del 22 marzo come attività funzionale a fronteggiare l’emergenza o come attività di assistenza sociale e pertanto tra le attività che non si devono fermare e che giustifica lo spostamento.

Ai fini delle limitazioni alla mobilità le linee guida suggeriscono di dotare il volontario di una dichiarazione del presidente dell’ente sulla qualità di socio volontario e della natura dell’attività svolta dal volontario.

Le linee guida inoltre delineano il sistema di coordinamento delle attività di volontariato dando al Comune il compito di individuare i bisogni e le priorità e ai Centri di servizio per il volontariato insieme alle associazioni di volontariato di curare l’attività di sensibilizzazione e di ricerca di nuovi volontari sulla base delle segnalazioni degli organismi di coordinamento comunale.

A più riprese le linee guida sottolineano l’importanza di coordinare gli interventi per garantire omogeneità di azione e di attenersi alle indicazioni dei servizi sociali territoriali e nell’ambito del coordinamento comunale.

Le attività consentite sono quelle collegate direttamente all’erogazione di servizi pubblici essenziali, ossia funzionali all’esercizio del diritto alla salute o ad altri diritti fondamentali della persona.

Le attività devono sempre essere esercitate con modalità che prevengano il contagio e in particolare rispettando la distanza di sicurezza di almeno un metro.

I volontari non possono essere minorenni o ultra 65 enni.

Possono essere svolte ulteriori attività, come ad esempio di supporto relazionale o ricreativo, con modalità a distanza, in questo caso potranno essere impegnati anche volontari minorenni o over 65.

I volontari dovranno avere la copertura assicurativa prevista per i volontari dal codice del terzo settore, essere riconoscibili e sono tenuti alla riservatezza in merito alle informazioni trattate in ragione del loro servizio. E’ vietato divulgare sui social l’attività svolta o le informazioni raccolte.

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