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Al luminarii ad Nadaal 

Là pr’al Festi, girand dlonga a la strada, fand du pass col Nadaal dentr’in dal coor, as resta, s’a guardem, l’inghirlandada con al lusini ad mila e più culoor.

Tutt a brila, par far maravigliaar, e agh manca sol la roda e i baracoon, ma a sarvirew anch metar’s a pinsaar cus’as pool far par gnir un poc più boon!

A basta sol un quel in dua tacaar, e al lusini i s’invlupan dapartutt: a na piopa, a na stròpa cl’è da sgaar, a na tirela, a n’arbur bell o brutt.

E acsì sui pèen, con gran coreografia, as vedd stéli, Befani e di fiuroon; dal righi rósi e zali par magia is cor’n adree a la longa sui balcoon.

Là in d’angul a fa mostra un albareen cal par un sproc e al val na patarlenga; insima al cà a lusìs anch ‘i cameen e, sl’an stà atenti, fin la cagna renga.

As pool ciamar di impresi par muntaar tuta sta luminaria e stal bucini: più che far dal gran been e risparmiaar, as fa la gara a chi a gha più lusini.

Ligaa cum ‘un salam, un pal dla luus al brila tutt, e al par un quél dla NASA; anch ‘i gatt i sta a l’ai in dal far i fuus, perchè chi in gir sta moda a paar cla piasa.

Dal mezi tombi dentr’in di giardeen i ghaa al lus culuradi a intermitensa:. a paar ch ‘agh sia la fera dal Brueen e da sta quel an’s pòsa più far sensa!

Ho vist na cà cla paar cla sia disgnada: celesti al luus chi segnan i cantoon, ogni porta e ogni fnestra incurnisada, con al bòci arlechino sui vultoon.

La lusis tùta, ad banda da la cà, fin la cucia dal caan, con ii oss e i zoog, e la bestia, cuarìda un poc più in là, l’è brenda, con al col un pisafoog.

E tutt i quéi i’en ben iluminaa, ch ‘as veda puur la forma e l’abondansa, perchè Gesù Bambeen apena naa als fàga impinir been l’occ e la pansa.

In mez a la fumana, al giass e al moi, e fand a gara a chi a ni spend da più, tutt l’è staainghirlandaa, infin i sói, e as rend unoor al bon Bambeen Gesù.

Brunetta Panzani

Traduzione

Le luminarie di Natale

Durante il periodo delle Feste (natalizie), girando lungo la strada,

facendo due passi con il Natale dentro nel cuore,

si resta stupefatti, se guardiamo l’inghirlandata

con le lucine di mille e più colori.

Tutto brilla, per far meravigliare,

e ci manca solo la ruota (panoramica) e i baracconi,

ma servirebbe anche mettersi a pensare

che cosa si può fare per diventare un poco più buoni!

Basta solo una cosa dove si possa attaccare,

e le lucine si avviluppano ovunque:

ad un pioppo, ad un mezzo bastone che è da segare,

ai tralci della vite, ad un albero bello o brutto.

E così sui pini, con gran coreografia,

si vedono stelle, Befane e dei fioroni;

delle righe rosse e gialle per magia

si rincorrono per il lungo sui balconi.

Là in quell’angolo si pavoneggia un alberino

che pare un bastoncino appuntito e non vale nulla;

sulle case, sono addobbati e luccicano anche i camini

e, se non sta attenta, persino la cagna storta.

Si possono chiamare delle imprese per montare

tutta questa luminaria e queste palline:

più che fare del gran bene e risparmiare,

si fa a gara a chi ha più lucine.

Legato come un salame, un palo della luce

brilla tutto, e pare un qualcosa della NASA;

anche i gatti stanno all’erta nel fare le fusa,

perchè qui in giro questa moda pare che piaccia.

Delle mezze tombe dentro nei giardini

hanno le luci colorate a intermittenza:

sembra che ci sia la fiera di Bruino (fiera di Medolla)

e di questa usanza non si possa più fare a meno.

Ho visto una casa che pare essere stata disegnata:

celesti le luci che segnano gli angoli,

ogni porta e ogni finestra incorniciata,

con le palle arlecchino sulle volte.

Luccica tutta, di fianco alla casa,                     …

persino la cuccia del cane, con gli ossi ed i giochi,

e l’animale, accovacciato un po’ più in là,

è tutto mogio, con al collo un lumicino.

E tutte le cose sono ben illuminate,

che si vedano pure la forma e l’abbondanza,

perchè Gesù Bambino appena nato

ci faccia riempire bene gli occhi e la pancia.

In mezzo alla nebbia, al ghiaccio e al bagnato,

e facendo a gara a chi ne spende di più,

tutto è stato inghirlandato, persino le mastelle,

e si rende (così) onore al buon Bambino Gesù.

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