1983 – L’artigianato del mobile a Cavezzo

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Una secolare tradizione caratterizza l’artigianato del legno nel nostro Comune, un tempo rappresentato da fiorenti botteghe che, specialmente nel settore delle «costruzio­ni specialistiche» in legno (si pensi ad esempio ai famosi mozzi per calessi costruiti dalla famiglia Gavioli di Cavezzo già nel XVIII0 secolo) contribuirono a far acquisire quella risonanza e peculiarità che ci ha accompagnato fino ai giorni nostri o almeno fino a qualche tempo or sono.

Molto brevemente, possiamo dire che a memoria d’anziano si ricorda la presenza di oltre 200 artigiani, subito dopo la liberazione.

Ma già alla fine dell’Ottocento vi erano famiglie di Cavezzesi che alternavano ai lavori di falegnameria in genere (per es. botti, mastelli, ruote, infissi, ecc…) la costruzione di mobili su ordinazione.

La massiccia presenza, poi, di materia prima (pioppi e olmi) agevolò senz’altro questa nostra attività che veniva intesa, allora, come integrazione al magro reddito della terra e dei vari lavori stagionali. Infatti, molti iniziarono tale arte per riempire le fredde giornate invernali e per avere qualche «soldo» in più durante l’annata. La stalla, in parecchi casi, fungeva da laboratorio: solo più tardi, diversi decenni dopo, con le prime macchine, vi fu la moltiplicazione dell’attività, incominciando, sistematicamente, a dare il lavoro a casa, a «fattura», pagando cioè solo la manodopera.

Ma qui è già storia dei giorni nostri.

Il nucleo più consistente di imprese artigiane operanti nel settore legno è costituito, ancora oggi, dai mobilieri, con circa 20 imprese;un’altra trentina, circa, sono imprese artigiane che operano nel settore della falegnameria in genere, costruzione e montaggio di porte e infissi, costruzione di scale in legno e, complessivamente prese, costituiscono il patrimonio attuale del nostro artigianato di settore, il 15% dell artigianato nel nostro comune.

A questo breve elenco, vanno aggiunti pochi altri artigiani, otto o nove in tutto, la maggior parte dei quali già in pensione da tempo, che mantengono vive alcune attività che volentieri definiamo popolari e tradizionali, come per esempio il restauro dei mobili vecchi o antichi, la lucidatura a mano con gomma-lacca o la lavorazione delle erbe palustri («al paveri») con le quali si fanno i sedili delle sedie.

Anche queste, alla pari di quelle già ricordate, rappresentano ciò che è rimasto delle tradizioni, del folclore e di quel patrimonio popolare che, tramandato per generazioni, delinea e caratterizza la sostanza spirituale e ì costumi dell’intera popolazione locale cavezzese.

1983 – Comune di Cavezzo – Promozione del territorio

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