17 Gennaio – Luca Zingaretti legge…..

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17 gennaio lettura

Luca Zingaretti legge Giuseppe Tomasi di Lampedusa: con “La Sirena” prosegue la Stagione 2017/2018 dell’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola

Tratto dal racconto dello scrittore siciliano pubblicato postumo Lighea, lo spettacolo è in cartellone mercoledì 17 gennaio alle ore 21.00

Tutta la poesia della terra di Sicilia nell’incontro tra due nomi che non hanno bisogno di presentazioni: Luca Zingaretti e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Uno dei nostri attori – qui anche in veste di regista e drammaturgo – più noti e amati di cinema, teatro e televisione legge La Sirena dal racconto Lighea dell’autore de Il Gattopardo, mercoledì prossimo 17 gennaio alle ore 21.00 all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola, la cui Stagione teatrale è affidata per il terzo anno consecutivo al Circuito Multidisciplinare Regionale dell’Emilia Romagna di ATER – Associazione Teatrale Emilia-Romagna. Musiche composte ed eseguite dal vivo dal Maestro Germano Mazzocchetti, per una produzione Zocotoco Srl.

Nel tardo autunno del 1938 due uomini si incontrano in una Torino a entrambi estranea. Paolo Corbèra è nato a Palermo, giovane laureato in Giurisprudenza, lavora come redattore de “La Stampa”. Rosario La Ciura è nato ad Aci Castello, ha settantacinque anni, ed oltre ad essere senatore, è il più illustre ellenista del tempo, autore di una stimata opera di alta erudizione e di viva poesia. Il primo risiede in un modesto alloggio di via Peyron e, deluso da avventure amorose di poco valore, si trova «in piena crisi di misantropia». Il secondo vive in «un vecchio palazzo malandato» di via Bertola ed è «infagottato in un cappotto vecchio con colletto di un astrakan spelacchiato», legge senza tregua riviste straniere, fuma sigari toscani e sputa spesso. I due sconosciuti si incontrano in un caffé di via Po («una specie di Ade» o «un adattissimo Limbo») e, a poco a poco, entrano in una garbata e cordiale confidenza. Tra riflessioni erudite, dialoghi sagaci, battute cinicamente ironiche, i due trascorrono il tempo conversando di letteratura, di antichità, di vecchie e nuove abitudini di vita. In un immaginario viaggio, geografico e temporale tra il Nord e il Sud, emerge un mondo costruito sulla passione e l’estasi. Alle iniziali avventure del giovane con «sgualdrinelle ammalate e squallide (…), di un’eleganza fatta di cianfrusaglie e di moinette apprese al cinema, a pesca di bigliettucci di banca untuosi nelle tasche dell’amante» si sostituisce, in modo tanto sinuoso quanto dirompente, l’amore del vecchio per una creatura dal sorriso che esprime «bestiale gioia di esistere, una quasi divina letizia», dal «profumo mai sentito, un odore magico di mare», dalla voce che pare un canto.

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