Mirandola – Giuseppe Luosi

Commenti (0) Mirandola raccontata da Vanni Chierici

Alla Mirandola c’è una via (in realtà ce ne sono molte, eh eh eh) che fino agli anni ’60 era conosciuta anche come “la strada di marangon”; infatti vi erano ubicate parecchie botteghe di falegnameria. I mirandolesi più vecchi … cioè più anziani … volevo dire più decrepiti … ah no, meno giovani ecco, avranno già capito che sto parlando di via Luosi. Quante volte ci siamo passati o l’abbiamo nominata? Eppure, per quanto mi riguarda, ma penso sia così per molti mirandolesi, se mi avessero chiesto “conosci Giuseppe Luosi?” io avrei risposto “ma chi el chilù?”.

Il Conte Giuseppe Romolo Melchiorre Luosi nasce alla Mirandola il 5 settembre del 1755. Padre l’avv. Giovanni Luosi e madre Maria Cristina Boccabadati, famiglia di antica stirpe. Dimostrò da subito un carattere vivace ed un ingegno pronto ad apprendere. Serio, fin da giovane evitò le litigiosità tipiche dell’età ed anzi si erse a paciere nelle discussioni degli amici, tanto da ricevere il soprannome di “principino”. Frequentò le scuole ginnasiali dai Gesuiti seguendo anche il corso di filosofia. Nel 1771 passò all’Università di Modena a studiare giurisprudenza laureandosi in legge il 22 luglio 1776.

Dopo il praticato legale svolto a Modena, tornò alla città natale dove esercitò le professioni di avvocato e notaio e diventa uno dei personaggi più importanti della Mirandola.

Nel 1796 arriva Napoleone che occupa il nord Italia e un reparto francese comandato dal generale Augerau si acquartiera in città. Il generale prende alloggio nella sfarzosa villa del Conte Ottavio Greco e lì conosce il Luosi rimanendone colpito. Ne fa il nome a Napoleone che se lo segna. In un primo tempo i francesi creano una federazione con i territori bolognesi, ferraresi e modenesi ed il Conte Luosi viene chiamato a fare parte del governo.

Poco dopo nasce la Repubblica Cispadana ed il Luosi ne diviene governatore riuscendo in tale ruolo a mettere d’accordo le cittadine romagnole che, abituate ad una certa indipendenza amministrativa, erano piene di gelosie e malumori verso il nuovo ordine. La pace di Campoformio cambia le carte in tavola e nasce la Repubblica Cisalpina. Subito il Luosi viene chiamato a Milano e gli viene affidato il Ministero della Giustizia e poco dopo, visti i brillanti risultati, gli affidano anche il Ministero dell’Alta Polizia.

L’ascesa non si ferma; l’ottimo lavoro gli procura una promozione e diviene membro del Direttorio Esecutivo; diventarne il Presidente è una questione di poche settimane. In pratica nel 1798 è il capo della Repubblica.

Via Luosi

Via Luosi

Giuseppe Luosi-Ministro del Regno d'Italia

Giuseppe Luosi-Ministro del Regno d’Italia

Ritratto di Luosi Ministro

Ritratto di Luosi Ministro

Conte Giuseppe Luosi

Conte Giuseppe Luosi

E’ proprio vero che sotto Napoleone si faceva carriera in fretta, ma altrettanto veloce poteva essere la discesa. L’anno dopo infatti una nuova guerra abbatte la Repubblica Cisalpina e Giuseppe Luosi deve fuggire in esilio, prima a Chambery e poi a Parigi. Ci pensa la vittoria di Marengo a rimettere a posto le cose. Nasce così la Repubblica Italiana ed il Luosi ne diventa subito membro della Consulta di Stato. Anche Napoleone nel frattempo fa una rapida carriera ed in pochi anni passa da generale a membro del Direttorio, poi a Primo Console ed infine a Imperatore dei francesi….tò mo. Passa anche da Milano e fattosi mettere in testa la Corona Ferrea si proclama Re d’Italia. Il Conte Luosi il 9 giugno del 1805 viene nominato Gran Giudice Ministro della Giustizia del nuovo regno. In questo ruolo il mirandolese si supera; regolamenta la giurisdizione e le competenze delle varie magistrature, traduce ed attua il Codice Napoleone, compila ex-novo un Codice di Procedura Penale ed infine un Codice dei Delitti e delle Pene, più altre opere minori ma non meno importanti.

Purtroppo le fortune napoleoniche hanno termine e nel 1814 torna l’Austria. Giuseppe Luosi attende in Milano l’arrivo degli austriaci e dopo brevi trattative rifiuta dignitosamente la proposta di servire il nuovo padrone e si ritira a vita privata.

V’è da ricordare un’aspetto che lo scritto non evidenzia. Il Conte Luosi non si scordò mai della Mirandola e dei suoi concittadini. Nonostante le alte cariche occupate ed il pesante lavoro che ne limitava il tempo libero a disposizione, non rifiutò mai di ricevere la visita di un mirandolese, a qualsivoglia estrazione sociale appartenesse e quando alla fine d’aprile del 1803 volle regalarsi una visita alla città natia, venne accolto con giubilo e sommo onore dalla popolazione tutta. Tornò di nuovo nel 1808 ricevendone un benvenuto ancor più caloroso e nel 1811, in forma privata, per dare l’ultimo saluto al padre infermo. La vita privata non fu molto serena. Sposò il 12 ottobre 1788 la mirandolese Carlotta Pozzetti che morì a Modena il 19 gennaio 1846. Ebbe da lei quattro figlie femmine e un maschio, ma vennero a mancare ancora nell’infanzia tranne l’ultima, Elisabetta che sopravvisse e riuscì dargli un nipotino.

Il 1° ottobre 1830, a causa di una angina gutturale, si spegneva serenamente a Milano uno dei più illustri figli della Mirandola.

 Vanni Chierici

Fonti storiche: Giuseppe Morselli (Mirandola, 30 secoli di cronaca)

don Felice Ceretti (Memorie storiche della città dell’antico

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