Mercoledì 17 Novembre a Mirandola – “La Fabbrica dei Preti”

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PRETI_ foto Luciano Paselli

AUDITORIUM RITA LEVI MONTALCINI DI MIRANDOLA: CON “LA FABBRICA DEI PRETI” DI E CON GIULIANA MUSSO SI INAUGURA LA STAGIONE 2021/2022 CURATA DA ATER FONDAZIONE

In collaborazione con l’Amministrazione comunale, lo spettacolo andrà in scena mercoledì 17 novembre. Inizio alle 21. Biglietto intero 15 euro, ridotto 13 euro

Con lo spettacolo “La Fabbrica dei Preti” scritto, diretto e interpretato da Giuliana Musso si inaugura mercoledì 17 novembre la Stagione teatrale 2021-2022 dell’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola (MO), la cui gestione viene ancora una volta affidata dall’Amministrazione comunale ad ATER Fondazione.

 Hanno collaborato: Tiziana De Mario (assistenza e ricerche fotografiche), Claudio Parrino (responsabile tecnico), Massimo Somaglino (collaborazione allestimento), Giovanni Panozzo e Gigi Zilli (realizzazione video), Francesca Laurino (elementi di scena), Francesca Del Mestre (ricerche bibliografiche). Una produzione La Corte Ospitale. Inizio alle 21; biglietto intero 15 euro, ridotto 13 euro.

 «Entriamo assieme nella grande fabbrica silenziosa. Prima, però togliamo il cappello e fermiamoci un attimo a pregare per tanta manovalanza sacrificata e rovinata in tutti questi anni e secoli. E, facendo uno sforzo, spendiamo un requie anche per le maestranze» 

da “La Fabriche dai Predis” di Don Pietrantonio Bellina

 “La Fabbrica dei Preti” è l’ultimo lavoro di indagine e scrittura di Giuliana Musso. Uno spettacolo che intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito” (ispirato al racconto di Don Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio). In apertura un prologo che ci ricorda cosa è stato il Concilio Vaticano II (1962-1965). Sul palco una serie di schermi di proiezione degli anni ’60 e alcuni abiti appesi: una tonaca, un vestito da sposo, un clergyman, una tuta da operaio. 

I tre personaggi interpretati da Giuliana sono uomini anziani che si raccontano con franchezza: la giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana. Lo sfondo di ogni racconto è quella stessa cultura cattolica che ha generato il nostro senso etico e morale e con esso anche tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali. Lo spettacolo, mentre racconta la storia di questi ex-ragazzi, ex-seminaristi, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità… e della bellezza dell’essere umano. E così mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi e mentre ci commuoviamo per le loro solitudini possiamo, forse, consolare le nostre.

  «I seminari degli anni ’50 e ’60 – scrive la Musso nelle note di regia – hanno formato una generazione di preti che sono stati ordinati negli anni in cui si chiudeva il Concilio Vaticano II e si apriva l’era delle speranze post-conciliari. Una generazione che fa il bilancio di una vita. Una vita da preti che ha attraversato la storia contemporanea e sta assistendo al crollo dello stesso mondo che li ha generati. 

La dimensione umana dei sacerdoti è un piccolo tabù sul quale vale la pena di alzare il velo per rimettere l’essere umano e i suoi bisogni al centro o, meglio, al di sopra di ogni norma e ogni dottrina. I seminari di qualche decennio fa hanno operato per dissociare il mondo affettivo dei piccoli futuri preti dalla loro dimensione spirituale e devozionale. Molti di quei piccoli preti hanno trascorso la vita cercando coraggiosamente uno spazio in cui ciò che era stato separato e represso durante la loro formazione si potesse riunire e liberare. A questi preti innamorati della vita ci piacerebbe dare voce e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per “tenere insieme i pezzi”».

 Prenotazioni via e-mail e telefoniche

Le prenotazioni si possono effettuare scrivendo una e-mail all’indirizzo mirandola@ater.emr.it oppure telefonando al numero 0535.22455 negli orari di apertura della biglietteria. I biglietti prenotati dovranno essere tassativamente ritirati entro il giorno precedente lo spettacolo o pagati con bonifico bancario, pena l’annullamento della prenotazione.

 ORARI BIGLIETTERIA

Lunedì e mercoledì ore 17.00- 19.00 

Sabato ore 10.30-12.30

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