Fabio Montella – “La spagnola. Storie e cronaca della pandemia influenzale del 1918”

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La spagnola - Viano, 4 marzo 2023

Sarà presentato sabato 4 marzo alle 16.30 a Viano (Reggio Emilia) il volume “La spagnola. Storie e cronaca della pandemia influenzale del 1918“, scritto dallo storico Fabio Montella e pubblicato da Gaspari Editore di Udine.

L’appuntamento, organizzato dalla Biblioteca comunale “Bonaventura Corti” e da Acca (Associazione Comitato Comunale Anziani) di Viano, si svolgerà in Biblioteca (via Casella n. 1).

È la prima volta che in provincia di Reggio Emilia viene presentato il libro di Montella. Sono numerosi i riferimenti al Reggiano. La malattia fu portata in questa provincia probabilmente da Parma, con la popolazione militare. Il 24 agosto 1918 vennero infatti ricoverati alcuni soldati del 2° reggimento Granatieri, di stanza a Sant’Ilario d’Enza, che erano arrivati pochi giorni prima da Fornovo di Taro e che presentavano sintomi dell’epidemia che ormai si era diffusa nel Parmense.

Nella città di Reggio invece l’ondata autunnale fu testimoniata per la prima volta il 5 settembre 1918. Quel giorno un focolaio d’infezione fu segnalato in via della Vite (oggi via Panciroli), a sud della città. Sei casi di broncopolmonite, di cui due mortali, diedero il via a quella che sarebbe passata alla storia come la pandemia influenzale per eccellenza.

La “spagnola” ha causato la morte, in Italia, di circa 600 mila persone (almeno 30 mila in Emilia-Romagna). Si stima che i contagiati possano essere stati invece 14 milioni, ovvero almeno il 40% della popolazione italiana dell’epoca.

Nella sola città di Reggio Emilia i decessi furono, secondo una relazione ufficiale, 812. Gli ultimi quattro casi mortali furono rilevati nell’aprile del 1919.

Centro della narrazione è «l’analisi del caso italiano, con un primo capitolo dedicato alla fase iniziale, quella dell’arrivo del virus in Italia nella primavera 1918, seguito dai due capitoli – che rappresentano il cuore del volume – in cui viene analizzata la fase culminante dell’epidemia, fra la tarda estate e il “tragico ottobre”.

I due capitoli conclusivi del libro sono invece dedicati agli ultimi colpi di coda dell’epidemia, spesso sottovalutati in quanto i loro effetti furono meno catastrofici rispetto al picco dell’autunno 1918, ma che inflissero comunque perdite assai pesanti.

Attraverso documenti inediti conservati in diversi archivi nazionali, ma anche grazie a memorie e giornali dell’epoca, Montella ripercorre in modo puntuale e dettagliato l’arrivo della “spagnola” in Italia e il suo impatto in un Paese che era ancora alle prese con i disagi del conflitto e sottoposto alla censura militare. Sono ripercorsi i provvedimenti adottati per arginare la pandemia, le polemiche, le discussioni sul “distanziamento sociale”, il dibattito sulle mascherine.

Come sottolinea nella prefazione Fabio Degli Esposti, professore associato all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, «è una storia di ieri che dialoga, inevitabilmente, con l’attualità».

«Siamo la prima generazione – osserva Montella – che ha vissuto sulla propria pelle una pandemia simile alla “spagnola” e che può realmente entrare in sintonia con l’esperienza vissuta dai nostri nonni; tra l’altro, per quanto terribile sia stato il Covid-19, la “spagnola” ha avuto un impatto decisamente superiore, in termini di vite umane. Nel volume ho anche evidenziato l’enorme sacrificio del personale sanitario, civile e militare, che contò migliaia di vittime; un sacrificio quasi sempre dimenticato».

Tra i personaggi illustri che persero la vita in provincia di Reggio Emilia ci fu un giudice, il sostituto procuratore del Re Antonio Gnudi.

Vi sono poi numerose storie curiose legate alla provincia reggiana, come l’uso di combattere la “spagnola” con forti dosi di grappa e cognac. Nella sola città di Reggio Emilia il picco venne raggiunto nel mese di ottobre, quando si registrarono 360 decessi per influenza, sui 695 morti complessivi.

Fulcro della lotta alla pandemia fu l’ospedale di Villa Opizzoni, alla periferia sud della città, aperto nel marzo del 1918 per l’insufficienza di posti dell’ospedale principale Santa Maria Nuova.

Tra gli “eroi” dimenticati di quei mesi del 1918-1919 vanno ricordati il direttore dell’ufficio d’Igiene del Comune di Reggio Emilia, Giuseppe Altana, e i medici e gli infermieri impegnati a Villa Opizzoni e nei tanti Comuni della provincia.

Info e contatto: Comune di Viano – Ufficio Cultura, tel. 0522/988321, f.paolella@comune.viano.re.it .

Fabio Montella, ricercatore indipendente e giornalista professionista, è autore, tra l’altro, di un saggio sulla provincia di Reggio nel volume Piccola patria, Grande Guerra, a cura di Mirco Carrattieri e Alberto Ferraboschi (Bologna, Clueb, 2008). Da qualche anno gira l’Italia frequentando archivi, alla ricerca di nuove storie da raccontare. Per le sue ricerche sulla Spagnola ha ottenuto premi a Mantova e Olgiate Molgora (2021). Attualmente fa parte del gruppo scientifico del progetto “Dopoguerra e pandemia. L’influenza «Spagnola» in Sicilia: istituzioni, società, memoria. 1918-1919”, coordinato da Claudio Staiti, sotto gli auspici della Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università della Repubblica di San Marino.

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