1978 – Il 1977 ? Sempre avanti !

Commenti disabilitati su 1978 – Il 1977 ? Sempre avanti ! Storia dei presidi chirurgici Mirandolesi

Tutti questi avvenimenti sicuramente fuori dalla norma mi aiutavano a sopportare lo stress delle mie continue girovagazioni balcanico orientali, dove anche qualche volta entravo in contatto con località e situazioni sconosciute: per un simposio nefrologico io e Armando ci trovammo, per esempio, in una sperduta cittadina termale bulgara, Bad Hisar, dove il rigido autunno si mescolava ai venti mediterranei della Tracia: tra noi e il mondo ospedaliero bulgaro si era instaurata una grande coesione e noi partecipavamo attivamente alle loro attività.

In Polonia, come anticipato, avevo un nuovo rappresentante, il Sig. Gomulka, datomi dalla società di rappresentanze Unitex , col quale aveva sostituito il cordiale ma distratto Mr Adamczyk.

In aprile, con Stefano Bellini e il fantasioso Gomulka, partecipai alla fiera di prodotti medicali che si teneva ogni anno a Poznan (fummo praticamente costretti a partecipare dall’Ente Statale Varimex, che oltre ad importare i prodotti, sponsorizzava anche questa manifestazione): per esperienza basata sugli anni precedenti sapevo che trovare una camera a Poznan durante la fiera era quasi impossibile e per evitare di dover alloggiare presso privati (per carità erano tutti brave persone , ospitali e pulitissimi, ma non c’era il minimo confort ) chiedemmo a Gomulka di provvedere per tempo.

1978 meeting polacco con flandoli

1978 meeting polacco

bignozzi detto cunde

Arrivò da noi con una espressione radiosa e furbesca:”alloggerete in una villa, non preoccupatevi”.

Noi facemmo buon viso a cattivo gioco, e come prevedevamo la villa altro non era che una specie di chalet di architettura marxista-leninista, abbastanza minuscolo, triste , affiancato ad altri bungalows di un malinconico villaggio turistico  ( i nostri vicini erano due allupati vigili urbani messinesi in trasferta “sessuale” con due enormi biondone).

Ogni mattina sveglia ad orari impossibili per poter arrivare alla stanza della colazione di uno dei due hotel “occidentali” di Poznan dove poter bere una tazza di caffè passabile.

La trasferta era nata male e finì peggio , poiché Stefano ,tallonando da vicino l’auto di Gomulka ,riuscì anche a centrargli il paraurti, entrando nell’ospedale di Poznan. Gomulka alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Diventare leader di mercato in Polonia mi assicurava anche , con una studiata regia di Mr G.[1] che in queste cose ci sapeva fare, onori, come per esempio inaugurare nella Polonia sud-orientale ,a Rzeszow, un centro dialisi nuovo fiammante ,tutto equipaggiato con nostre apparecchiature.

Il medico ci accolse la mattina con qualche tazza bollente di “strong tea “(un quarto di tazza di vodka più tè scuro), dopo di che visitammo il centro e ci fu servito un luculliano buffet alla polacca, con dovizia di aringhe e vodka.

Autorità , medici , infermiere, eravamo tutti ubriachi già verso le quattro del pomeriggio.

Il sindaco, un personaggio dagli occhi spiritati e l’aria vagamente scimmiesca, simpaticissimo, come segretario del locale partito dei lavoratori polacchi  cominciò a tuonare contro i russi . In quella zona della Polonia l’odio per il Grande Fratello era enorme, dato che esso aveva sottratto loro una intera regione di plaghe e città affascinanti ,( Leopoli, Chernowitz eccetera, l’elenco è lungo) per regalarla ad una improbabile Ucraina.

A quell’ora ci venne imbandita , sempre innaffiata da vodka e cognac armeno, una nuova tavolata di dolci  e l’abbuffata continuò.

Fui invitato a giocare a bridge, cosa che feci tranquillamente (non avevo mai giocato in vita mia) dato che gli altri giocatori erano più sbronzi di me.

Le brume della sera videro me e Mr G su una macchina ufficiale che ci riaccompagnava diligentemente a Varsavia, stanchi e un po’ annebbiati.

Il mese seguente mi aspettava anche una lunga trasferta canadese, con Gianchie, lui a tenere alta la nostra bandiera con uno stand  Bellco al Congresso Internazionale di Nefrologia a Montreal (ennesima onerosa tassa da pagare ai nefrologi, nostri padri putativi)e io affiancato, a fare da badante ai numerosi clienti bellchiani della mia area orientobalcanica in trasferta pagata in Canada: servizio  indispensabile, perché questi professori , potenti ed influenti nei loro reami oltrecortina (valeva anche per la Jugoslavia) trapiantati provvisoriamente nel mondo occidentale erano degli sprovveduti totali: chi come me faceva business inaugurò la moda della badante congressuale. Fortunatamente, in molti casi anche il nostro agente ci dava una mano, per alleviare il gravoso compito.

Fortunatamente Montreal era una città estremamente ben organizzata, e ciò  permise a me e a Gianchie di concederci un po’ di relax e (era periodo di campionati mondiali di calcio) il lusso di assistere su maxischermo alla partita Italia Austria nello stadio del ghiaccio, straripante della calorosa colonia italiana, mentre i miei clienti-ospiti erano in gita da qualche parte .

Inoltre una nostra vecchia conoscenza mirandolese, Bignozzi detto Cunde, da anni trapiantato a Saint Ours nel Quebec, ( cognato del mio amico Rino Panzani) e anni prima buon corridore ciclistico in quel di Mirandola ci venne a trovare  allo stand  e potemmo fare una lunga chiacchierata in dialetto: a lui non sembrava vero di poter  usare il sacro idioma.

Si era specializzato nel ripulire  soffitte da vecchi mobili, e se la passava bene. Sorvolammo sul fatto che aveva lasciato la moglie in Italia e su quali potevano essere rimasti i loro rapporti.

Non l’ho mai più rivisto, ma so che si è trasferito in un’altra piccola città , Disraeli, dove era tenuto in grande conto ,per il semplice fatto di provenire da Mirandola, situata nelle vicinanze della città di origine della famiglia Disraeli (Cento di Ferrara).

In giugno l’EDTA si svolse ad Istanbul, città sempre affascinante, ma nel mezzo di uno dei periodi più cupi della sua storia recente: ogni giorno attentati e vittime.Il  soggiorno ultrarapido,  con solito servizio di badante ai miei numerosi ospiti, mi diede comunque la possibilità di consolidare i miei legami d’amicizia e di collaborazione con il Dott. Szentessy, il funzionario ministeriale ungherese responsabile di vari programmi organizzativi (emodialisi, trasfusione ecc.), che appunto aveva partecipato al congresso. Era una persona dotata di grande senso dell’umorismo; nelle varie riunioni a cui assistetti-fortunatamente alternavano all’incomprensibile ungherese il più docile tedesco- e a cui partecipavano nefrologi amici, il buon Nizsalovszky e i funzionari dell’ente statale importatore di prodotti ospedalieri[2], il divertimento preferito era lo sfottò reciproco e le barzellette antisovietiche.

Gianni Bellini aveva coltivato anche  contatti speciali  con uno dei nostri fiori all’occhiello, la Bellco Deutschland,  che era proprietà  del  Sig.Roesch, altra nostra vecchia conoscenza (aveva cominciato la propria attività vendendo prodotti Dasco). .Il fratello ,Stefano Bellini, aveva per lungo tempo svolto funzioni varie presso la Bellco a Friburgo.

A Friburgo era una delle cliniche nefrologiche tedesche top, quella diretta dal Prof. Heinze, una persona amabile e molto competente, e di grandi e svariati interessi, con cui la Bellco tedesca aveva istaurato un ottimo rapporto.

Grazie al Sig. Roesch (prematuramente scomparso qualche anno fa, a causa della sua passione pericolosa per gli alianti) anche la televisione tedesca si era interessata a quanto succedeva in quel di Mirandola  in questo nuovo strano settore.

Oltre agli ottimi risultati ottenuti in un mercato ostico come quello tedesco (era abile nel circondarsi di collaboratori capaci) ,il Sig. Roesch attraverso la Charitas di Friburgo aveva anche istaurato proficui rapporti con la Romania , un  paese che  sopravviveva allora solo attraverso donazioni, arrivando a fornire parecchie unità Bellco .

Avevamo ricevuto anche un timido segnale dalla DDR, dove la figura di spicco era il Prof. Horst Klinkmann: il Prof. Bonomini, di Bologna, ci aveva segnalato l’interesse di Klinkmann per la nostra pompa ad ago singolo ed io e Gianni Bellini ci premurammo di visitarlo, con una allucinante trasferta a Rostock (la città dove Klinkmann operava, prima di divenire il Ministro della Sanità della DDR, carica che tenne negli anni prima della caduta del muro).

Allucinante trasferta automobilistica, perché i controlli in frontiera erano severissimi ed estenuanti, e i Vopos mi sequestrarono persino alcuni libri gialli che avevo con me . Klinkmann fu estremamente cortese, e gettammo le basi di una relazione a modo suo formalmente importante, perché un gran numero dei nostri contatti in Ungheria, Bulgaria , si erano formati presso di lui.

Sapevamo che, come per la Cecoslovacchia, le opportunità di business erano zero, dal momento che in questi due paesi producevano un sistema autarchico di dialisi (avevano persino le membrane, prodotte in DDR), ma il Prof. Klinkmann poteva almeno fungere da riferimento.

Settembre mi vide sballottato sul ferryboat per Spalato per iniziare una lunghissima trasferta in terra macedone, a Struga, sul lago di Ohrid, per il congresso nefrologico jugoslavo: sempre per merito di Vesna Lukic i rapporti con la Macedonia erano eccellenti e noi aiutammo in ogni modo il medico responsabile a creare una clinica per turisti emodializzati sui bordi del lago, per l’appunto a Struga.

Poco importa se i pazienti erano stranamente mescolati coi turisti nell’hotel-clinica, nonché coi congressisti: nella Balkania queste cose erano normali, e le persone sane erano robustissime.

In rotta verso nord, partecipai ad una riunione della Associazione serba delle Infermiere Ospedaliere a Zlatibor, tra le montagne;  fummo tutti invitati, i mirandolesi (io e Stefano) e i triestini (Velinski, Passaglia, Ruggero ecc.). La giornata passò abbastanza noiosamente, dato che nessuno di noi voleva sorbirsi l’aria fritta delle “comunicazioni scientifiche” delle volonterose infermiere (c’era anche qualche problemino con la lingua), ma migliorò la sera quando  ci trovammo assisi alle enormi tavolate della cena ufficiale, con montagne di raznici, cevapcici , palacinke..[3]

[1] dopo averlo chiamato a voce alta nel corridoio del treno: “Mr Gomulka!” e aver constatato come la gente si voltasse incuriosita, lui mi disse:”please, Mr Goldoni, call me Mr G!”

Due foto con il sottoscritto e Romano Flandoli ad un meeting polacco vertente sulla presentazione dei nostri prodotti per dialisi

La terza foto Bignozzi detto “Cunde”

[2] La Soc. statale OMKER

[3] Spiedini,salsicciotti e crépes

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