La parola ai candidati mirandolesi – Roberto Ganzerli

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Da un po’ di tempo i miei avversari usano disegnare Mirandola come una città da anni in perenne declino e senza futuro.

“Rivoglio la città dei tempi d’oro” proclama una parte, mentre l’altra parla di una “città bistrattata”, bloccata dai “rossi” da oltre 70 anni. C’è da sperare che all’origine di tale forzata lettura ci sia il solo tentativo di evitare il confronto sul divenire di Mirandola. Ben più grave, invece, sarebbe se tale lettura fosse espressione di una loro preoccupante lontananza dalla città vera, quella reale, positiva, autentica; dalla città amica dei suoi abitanti.

Per entrambi sembra diventato un mantra. Mirandola sempre più lontana memoria dei suoi tempi d’oro. Ma quali tempi d’oro? Quelli, forse, degli anni sessanta/settanta quando la disoccupazione, nel pieno della crisi dell’agricoltura, era il doppio di quella provinciale; quando la casa in proprietà era un lusso per pochi o, ancora, quando il reddito pro capite era mediamente inferiore del 30% rispetto al reddito medio provinciale. Per non parlare della scolarizzazione, dalle materne alle prese con una sola scuola pubblica comunale, al polo superiore forte solo del suo storico liceo affiancato da due neonate sedi staccate da Modena e Carpi, ad indirizzo rispettivamente tecnico e commerciale; dalla preoccupante sicurezza (due sequestri di persona, uno terminato con una vittima e oltre 70 furti con scasso in soli due anni e le prostitute vicino alla stazione) ai difficili e sofferti momenti che hanno segnato il passaggio da una economia prevalentemente agricola ad una industriale.

Oggi, Mirandola, nonostante il terremoto, è una città con un reddito pro capite fra i più elevati della provincia, superiore di oltre 1200 euro a quello medio di Carpi; il suo distretto biomedicale primeggia a livello mondiale tanto da posizionarsi al secondo posto in una classifica che va dagli Stati Uniti alla Svezia, dalla Germani al Canada; di significato non meno qualitativo il dato sulla disoccupazione (2017): 5,8%; regione 6,4%; provincia 7,4%; il centro scolastico con i suoi 2300 studenti superiori è da molti riconosciuto tra i più funzionali e qualificarti della Regione con un rapporto studenti, fuori sede e residenti, del 43% superiore a quello medio provinciale a conferma della attrattività dei suoi consolidati alti livelli didattico-formativi, recentemente arricchiti anche dalla istituzione del nuovo istituto tecnico superiore biennale post diploma. Mirandola, oggi, è città della musica con una scuola con oltre 1100 allievi dai 6 anni all’età adulta; una città con una dotazione di verde pubblico di 611.000 mq per una media di 25,67 mq per abitanti che per il solo centro urbano raggiunge addirittura i 28,31 mq per abitanti contro gli 11,1 mq a livello nazionale ai 19,7 mq a livello regionale. Il tutto in quadro di forte attenzione alla salute e al benessere dei propri abitanti con una dotazione di ben 13 impianti sportivi coperti, tra piscina, palestre e strutture polivalenti.

Dati importanti, cornice di una città viva, dinamica, che certo non fa rimpiangere il passato, anche se del passato ha saputo cogliere il meglio per sviluppare tutta la sua capacità competitiva. I Mirandolesi lo sanno, come sanno che molto ancora resta da fare. C’è il centro storico da completare e da rivitalizzare, c’è una offerta culturale importante, da consolidare con progettualità nuove anche dedicate in particolare ai giovani. Ci sono infine la sicurezza e l’ospedale e la viabilità per i quali – ma non solo per loro – l’azione di governo deve farsi sempre più riflessiva, guardare dentro la realtà che cambia, aprirsi ai nuovi interlocutori. Più di ogni altra cosa, infine, abbiamo bisogno di promuovere sempre più una vera cultura del risultato per incrementare quell’enorme capitale sociale costituito dalla rete dei servizi per i bisogni delle persone e delle famiglie, per rispondere, più in generale, alla nuova domanda di città espressa dai cittadini.

Roberto Ganzerli

Candidato sindaco

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