RiConcordia – Un progetto per la rinascita del Centro Storico

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Concordia lancia il rush finale della ricostruzione

Al via riConcordia, un progetto per la rinascita del suo Centro Storico 

Ri come rinascita, rigenerazione, rivitalizzazione: riConcordia. L’Amministrazione Comunale di Concordia, con la conferenza stampa di presentazione del progetto, lancia RiConcordia, una strategia d’insieme per innescare una prima e progressiva rivitalizzazione del Centro Storico, ora in piena ricostruzione. Ad accompagnare il cantiere fisico della ricostruzione, riConcordia sarà cantiere di idee innovative per cominciare a far rivivere gli spazi già ricostruiti e disponibili. Se il nome riConcordia rimanda all’obiettivo della rigenerazione economica, sociale, culturale e residenziale del Centro, il simbolo scelto richiama la sinuosità della principale via, dei portici e del fiume Secchia che l’attraversa. 

Presenti alla conferenza stampa i rappresentanti delle organizzazioni che co-promuovono il progetto e ne compongono la Cabina di regia insieme all’Amministrazione Comunale: Cna, Confartigianato Lapam e la Fondazione “Riusiamo l’Italia”. Il primo impegno sarà volto a coinvolgere nel progetto tutte le energie della comunità di Concordia e ad attrarne di nuove: tutti i cittadini, tutte le associazioni, le imprese, tutti gli enti. Fra le energie richiamate anche quelle di alcuni “innovatori” di rilevo del panorama nazionale che, chiamate ad abitare per uno o più giorni a Concordia, terranno conferenze rivolte alla comunità per mettere in comune idee sperimentate con successo altrove, sia in Italia e che in Europa. Fra di loro Paolo Verri intervenuto alla conferenza stampa che, reduce del successo alla direzione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, sarà advisor (pro bono) di RiConcordia.

Il progetto, con un orizzonte temporale che guarda al complemento della ricostruzione nel 2023 – 2024, si articolerà in azioni basate sulla partecipazione e sulla cooperazione di comunità che saranno distribuite sul breve, medio e lungo periodo. 

Della prima fase di innesco fanno parte quattro azioni principali.  La prima azione, già in corso, è la mappatura di tutti gli spazi già disponibili o che lo saranno entro pochi mesi. Questa mappatura è curata dalla Fondazione Riusiamo l’Italia, chiamata per il suo specifico know-how a livello nazionale nel campo del riuso degli spazi urbani. 

La seconda azione sarà dedicata all’attrattività di idee a carattere imprenditoriale, siano esse tradizionali o innovative. Chiunque abbia un’idea potenzialmente insediabile negli spazi già disponibili nel Centro, troverà l’assistenza tecnica necessaria per svilupparla e per intercettare le significative opportunità già esistenti di sostegno economico regionale, nazionale ed europeo per realizzarla.

La terza azione sarà volta al coinvolgimento della comunità con nuove energie, mediante un ciclo di incontri pubblici (giocoforza ora virati di webinar online), sotto il titolo “riConcordia, idee per la rinascita”, il primo dei quali il 5 novembre, facendo diventare patrimonio comune gli obiettivi, le idee e le opportunità del progetto.  

La quarta azione sarà la nascita di una start-up sui generis, una start-up di tipo comunitario: la costituzione nei prossimi mesi di una cooperativa di comunità che diventi uno degli attori protagonisti della rivitalizzazione del Centro Storico di Concordia. 

Se l’idea di fondo è la partecipazione, il progetto stesso è stato ideato nei mesi scorsi in modo partecipativo, insieme all’Assessore alle Attività Produttive Aldo Stefanini che lo coordina, da un gruppo di lavoro formato da consiglieri comunali con deleghe specifiche confluite nel progetto che ora ne seguiranno lo sviluppo unitamente a Cna, Lapam e alla Fondazione ‘Riusiamo l’Italia’: Katia Pedrazzoli (delega al riuso del territorio e al progetto cooperativa di comunità) , Paolo Negro (delega ai programmi europei e all’housing sociale),  Edoardo Samain (delega alle politiche giovanili), Matteo Bautti (delega al marketing territoriale). L’avvio del progetto è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. 

 “Con il progetto riConcordia –  dichiara Luca Prandini, Sindaco di Concordia – vogliamo gettare le basi per il futuro di Concordia guardando oltre la fase della ricostruzione affinché questa comunità possa diventare attrattiva per l’intero territorio modenese e oltre. Siamo nella fase di prossimo accantieramento degli ultimi edifici pubblici da ricostruire in un contesto in cui la ricostruzione privata è in pieno svolgimento; questo è il momento in cui, assieme ai nostri partner e grazie ai finanziamenti della Regione per l’attrattività dei centri storici, definire assieme a tutti gli attori sociali le azioni per riempire di contenuti i contenitori pubblici e privati presenti avendo come prospettiva la Concordia del 2030”. 
“RiConcordia  – evidenzia Aldo Stefanini, Assessore alle Attività Economiche – è un progetto di comunità che sarà tutta coinvolta in un  strategia organica complessiva per il rilancio dell’attrattività e vitalità del Centro Storico, simbolo della terribile devastazione del terremoto. Chi ha un’idea di carattere imprenditoriale da insediare nel Centro Storico di Concordia, sarà aiutato a svilupparla e trovare forme di sostegno”
“Il Comune di Concordia è uno dei pochi, forse l’unico comune italiano ad aver istituito una delega al Riuso degli spazi del territorio – evidenza Katia Pedrazzoli, consigliere comunale con delega al riuso del territorio e alla cooperazione di comunità – Con il progetto RiConcordia la riqualificazione del centro è interpretata con innovazione e partecipazione, all’insegna del turismo slow e con uno sguardo europeo. Attraverso questo programma vogliamo mettere l’orgoglio del nostro territorio al centro. Col il supporto unanime del Consiglio Comunale, RiConcordia è il frutto di una intensa sinergia tra l’Assessore Stefanini, lo staff di consiglieri con delega ai programmi europeri, al marketing territoriale e alle politiche giovanili e il territorio rappresentato dalle sue associazioni di categoria” 
“Per la fondazione Riusiamo l’Italia – rimarca Roberto Tognetti, direttore della Fondazione –   il progetto riConcordia esprime un esperimento di grande valore per molteplici aspetti. Per il livello qualitativo e quantitativo del patrimonio mappato attraverso la nostra piattaforma di matching tra domanda e offerta di spazi dismessi, per il significato speciale che assume qui la rigenerazione urbana come progetto di comunità che tende a perfezionare e ottimizzare l’ultima fase di ricostruzione post-sisma e per la certezza di aver impostato un modello di governance di alto livello che permetterà esiti aperti per accogliere strada facendo collaborazioni, partnership e nuovi punti di riferimento per il futuro”. 
Siamo assolutamente convinti – sottolinea Armando Cassanelli, CNA – che la ricostruzione post sisma potrà dirsi davvero terminata solo quando i centri storici delle nostre cittadine saranno pienamente recuperati, perché è lì che risiede l’identità delle nostre comunità. Per questo ci siamo impegnati in tale direzione non appena si è conclusa la fase emergenziale post sisma e per questo abbiamo accettato di buon grado alla proposta dell’Amministrazione di collaborare ad un progetto finalizzato a ritrovare il centro della nostra Concordia”. 
“E’ molto importante lavorare in sinergia per popolare il centro storico di attività economiche – dichiara Annalisa Roncadi, Segretario di Lapam Confartigianato Concordia : Perché le piccole imprese svolgono un ruolo fondamentale nella vita di una comunità. Oltre al servizio di vicinato, le piccole imprese permettono un migliore presidio del territorio, la promozione della socialità e la valorizzazione degli immobili”
-Traccia lo scenario e l’ambizione del progetto Paolo Verri, manager culturale: Una giornata di visita a Concordia basta per immaginare la Concordia del futuro basata sulle sue radici e soprattutto su una riqualificazione urbana di straordinario impatto. La futura centralità di Concordia lungo la Ciclovia europea che da Capo Nord porterà al Mediterraneo è un’opportunità straordinaria da non perdere grazie alla quale valorizzare tutto il processo di riqualificazione e far partire una forte attrattività di aziende della cultura, della creatività, scommettendo soprattutto sul talento dei giovani italiani ed europei” 

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