Il mondo sta cambiando e la Bassa con lui.

Commenti (1) Natura e Territorio

Le campagne modenesi di un tempo

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Ibis sacro

Ibis sacro

ghiandaia marina

Ghiandaia marina

Filari di gelsi

Filari di gelsi

Si è svolto a Concordia sulla Secchia un interessante incontro dal titolo “Cambio del clima e nuove presenze di uccelli nidificanti nella bassa modenese” a cura del veterinario e naturalista dott. Antonio Gelati.

Ai presenti è stata mostrata una fotografia che ritraeva le campagne modenesi di un tempo, non poi così lontano, in cui nella bassa erano presenti il bosco della Saliceta, le piantate di olmi maritati alla vite, i lunghi filari di gelsi, ovvero una vegetazione che contribuiva a mantenere un microclima più favorevole, grazie ad una maggiore evaporazione e ricircolo dell’acqua. Oggi questo tipo di vegetazione non esiste più e se associamo questo grande stravolgimento delle nostre campagne al cambiamento climatico, non possiamo che arrivare alla conclusione che quando si dice che il mondo è cambiato è proprio vero.

Gruccione con emittero

Gruccione con emittero

 Airone guardabuoi

Airone guardabuoi

E a testimoniare questa constatazione ci sono loro: gli uccelli, non più quelli che vedevano un tempo i nostri nonni ma quelli che vediamo noi, oggi. Nuove specie provenienti dai paesi del sud del mondo, paesi caldi e tropicali. Ma la loro presenza qui, nella bassa modenese, che significato ha? Perché è questa la domanda che dobbiamo porci. Cosa sta cambiando dove viviamo noi e in che direzione stiamo andando?

Sono significative le nuove presenze della ghiandaia marina, del gruccione e dell’assiolo, tre specie di uccelli che si nutrono di locuste, grilli e cicale.  Questi stessi insetti un tempo non erano presenti nel nostro territorio, mentre oggi sono le nuove prede dei nuovi predatori.

E l’airone guardabuoi? Anni fa se lo si voleva vedere dal vivo, occorreva prendere addirittura l’aereo per raggiungere l’Africa. Oggi non occorre più percorrere così tanta strada, basta guardare fuori dalle nostre finestre e se un trattore sta arando la terra molto probabilmente qualche decina di aironi gaurdabuoi sarà lì vicino, in attesa che qualche lombrico e qualche insetto spuntino dal terreno per venire immediatamente predati.

Anche l’ibis sacro e la spatola, altre due specie di uccelli tropicali con il becco più strano e affascinante del mondo, hanno deciso che qui nella bassa modenese possono stare bene e sentirsi come a casa. Trovano prede a loro molto gradite come  il gambero rosso della Luisiana, sfuggito anni fa a qualche allevatore e ora diffuso e pronto a far danni nei canali di tutto il nord d’Italia.

Mentre leggiamo questo articolo non perdiamo mai di vista quello che ci dobbiamo chiedere: ci sarà un motivo per cui tante specie africane arrivano da noi e qui stanno bene?

L’elenco delle specie di nuovi uccelli nidificanti presentate dal dott. Antonio Gelati nell’arco dell’incontro è stato molto lungo: oltre a quelle già citate occorre aggiungervi anche i pappagalli come il parrochetto dal collare e il parrocchetto dei monaci, l’oca grigia, l’usignolo d’Africa e il falco grillaio.

Per capire cosa sta succedendo oggi Darwin dovrebbe venire nelle nostre città: stiamo infatti vivendo una nuova evoluzione, caratterizzata da nuove e continue estinzioni e altrettante nuove colonizzazioni ma in ambienti creati dall’uomo e non da madre Terra. L’importante è che tutto il sistema resti in equilibrio, oppure ci siamo già sbilanciati? Sulla parola equilibrio ognuno può fare una propria riflessione. Darwin cosa ci direbbe? Quanto siamo ancora in equilibrio?

Il CEAS “Tutti per la TERRA”

One Response to Il mondo sta cambiando e la Bassa con lui.

  1. Giovanni Zanasi says:

    Molto interessante, unica osservazione che posso fare riguarda la presenza dei grilli (quali prede degli uccelli descritti). Ho quasi 80 anni conosco fin da bambino le zone di Castelnuovo Rangone e Bomporto e posso confermare che fin da allora vi era una grande presenza di grilli. Vi era anche la presenza di una enorme quantità e varietà di cavallette, comprese quelle molto grandi, ma forse non le locuste.
    Le cicale invece si sentivano solo nella riviera romagnola dove da bambino ho trascorso qualche periodo nell’estate; non ricordo una presenza così intensa di cicale in città come si sentono in questi ultimi anni.
    Grazie per le vostre pubblicazioni.
    Giovanni Zanasi

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