I Santi de Al Barnardon dal 27 Nov. al 3 Dicembre

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1 - B. Delfina

27  novembre

Delfina nasce a Puimichel nel 1285 dal signorotto locale. Rimasta orfana viene affidata agli zii che la mettono in convento dove è fortemente influenzata da una zia suora. A 13 anni viene ripresa dagli zii che la vogliono maritare. Carlo II d’Angiò re di Sicilia la destina al figlio del conte di Ariano, ma Delfina tenta di opporre un rifiuto dicendo che vuole donare la propria verginità a Dio. Obbligata alle nozze, riesce ad impietosire il giovane marito Elzeario di Sabran che accetta di rispettare il suo voto di castità; non solo, anch’egli fa voto di castità ed entrambi vivono compiendo opere di bene. Quando il marito muore, Delfina decide di vendere tutte le sue proprietà donando il ricavato ai poveri e vivendo poi in casa dei parenti partecipando a tutti i lavori domestici, anche i più umili come scopare o lavare i piatti. Morì nel 1360, dopo lunga malattia, e da subito le si attribuiscono numerosi miracoli tanto che dopo soli tre anni inizia il processo di beatificazione.

28  novembre

Sostene era a capo della sinagoga di Corinto durante la lunga permanenza di S. Paolo nella città. I giudei insorsero contro Paolo portandolo in tribunale, ma non riuscirono a farlo condannare. Diedero la colpa di ciò a Sostene perché si era convertito al cristianesimo e lo malmenarono duramente. Più tardi divenne vescovo di Colofonia in Asia Minore.

2 - S. Caterina Labourè

29  novembre

Caterina Labouré visse i suoi primi 24 anni in una famiglia numerosa (10 fratelli) nella fattoria dei genitori, presso Chatillon (Francia). Nel 1830 entrò tra le Figlie della carità di Parigi. Erano le suore nate dal carisma di san Vincenzo e di santa Luisa de Marillac. Ebbe delle visioni soprannaturali riguardanti san Vincenzo e soprattutto la Madonna, che le predisse avvenimenti francesi futuri (rivoluzioni del 1830 e 1848) e le affidò dei messaggi. In particolare le chiese di coniare una «Medaglia miracolosa», dispensatrice di grazie. Caterina spese 45 anni di servizio agli anziani nell’ospizio di Enghien in un sobborgo della capitale francese, dove morì.

3 - S. Federico

30  novembre

Il beato Federico nacque a Ratisbona (Germania) da genitori appartenenti alla classe media. Entrato come fratello laico nel convento degli agostiniani, servì la comunità come falegname. Divenne ben presto noto per la sua religiosità, la sua umiltà e la sua ardente devozione per l’Eucaristia. Poco si sa della sua vita, conosciamo però alcune leggende. Quella più conosciuta narra che Federico un giorno, non potendo partecipare alla Messa, ricevette proprio nel luogo dove stava lavorando la comunione da un angelo. Racconti come questo rispecchiavano la devozinne eucaristica del nostro beato e provano la profonda influenza prodotta sui contemporanei e il culto incessante che gli fu tributato. Federico morì a Ratisbona il 29 novembre del 1329. Nel 1909 Pio X lo proclamò beato.

4 - S. Ansano

1  dicembre

Ansano patrono di Siena era di origini romane, figlio di un nobile patrizio, Tranquillino. Ansano era stato condotto al battesimo dalla madrina Massima. Quando scoppò la persecuzione di Diocleziano Massima e Ansano vennero imprigionati. La madrina morì sotto i colpi di verga dei littori, mentre Ansano riuscì a fuggire, dirigendosi verso nord lungo la via Cassia, fino ad arrivare a Siena. Qui predicò il Vangelo e battezzò i primi cristiani. Quest’opera gli meritò il titolo di «battezzatore dei Senesi»: sulla sua sepoltura sarebbe sorta la cattedrale e lo stesso Duccio di Buoninsegna lo ritrasse nella sua celebre «Maestà». Ma la persecuzione seguì Ansano anche a Siena. Inseguito e raggiunto dal proconsole Lisia venne catturato e torturato. La lunga vicenda che, dopo la cattura, lo portò al martirio narra di pesanti e dolorose vessazioni che non servirono a fargli rinnegare la propria fede. Venne così condannato al rogo. Ansano, però, fu salvato miracolosamente dalle fiamme, che si spensero non appena venne gettato sul fuoco. Alla fine fu decapitato con la spada fuori dalla città, sulle rive dell’Arbia.

5 - S. Pompilio

2  dicembre

Nato a Montecalvo, in Campania, il 29 settembre 1710, Domenico Pirotti – figlio di un noto avvocato beneventano – mutò nome in Pompilio Maria, entrando, diciottenne, nell’ordine degli Scolopi. Da Napoli fu inviato a Chieti per continuare gli studi di filosofia, ma ammalatosi e nella speranza che il cambio di clima avesse potuto giovargli, fu trasferito a Melfi (Potenza) dove proseguì con successo gli studi sacri e profani, nel 1733 con la fama di teologo e non ancora sacerdote, andò a Turi (Bari), dando inizio all’insegnamento delle lettere e a quello di educatore della gioventù. Secondo il carisma dei figli di san Giuseppe Calasanzio esercitò l’apostolato nelle Scuole Pie in diverse Regioni d’Italia. La sua attività educativa verso il popolo dava fastidio, perciò venne calunniato ed espulso dal Regno di Napoli. Ritornò comunque in città, dove era amatissimo soprattutto dai bisognosi. Instancabile predicatore e uomo di carità, nutriva una fervente devozione mariana. Morì nel 1766 ed è santo dal 1934.

3  dicembre

1^ domenica d’avvento. L’Avvento. Questo è il periodo dell’anno che prepara il Santo Natale, come la Quaresima prepara alla Santa Pasqua. L’etimologia della parola deriva dal latino adventus, “venuta”, parola che sancisce la discesa al mondo del Salvatore. I credenti vivono questo periodo liturgico nella gioia e la speranza, come vivono la Pasqua nella certezza della salvezza.

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