Oratorio della Madonna della Valle a Bevilacqua.

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ORATORIO DELLA MADONNA DELLA VALLE A BEVILACQUA

Testo e fotografìe di Carlo Contegno

Carlo Contegno, laurea in estetica e filosofia delle arti al Dams di Bologna e sanfeliciano acquisito, è un amante della storia dell’arte e si interessò all’Oratorio in particolar modo per le sculture del portale, opera di Cesarino Vincenzi, scultore bolognese autore di diversi portali bronzei ma anche di sculture a tutto tondo. Per studiare il portale dell’Oratorio prese informazioni sullo scultore proprio a Bologna, in casa della moglie , che gli illustrò l’opera del marito ormai deceduto. La critica ai pannelli del portale è invece originale avendo confrontato lo sbalzo e il bassorilievo con alcune opere di Donatello.

L’oratorio dedicato alla Madonna della Valle sorge nella frazione di Bevilacqua del Comune di Crevalcore, in provincia di Bologna, ubicato a poco più di un chilometro dalla Chiesa madre, nei pressi del Palazzo Bevilacqua.

L’edificazione risale al 1902, come si legge in un opuscolo del parroco Attilio Olmi in cui troviamo anche notizie legate al culto e alla devozione.

Vi si narra infatti che nel XIX secolo un giovane trovò una tavoletta con l’effigie della Madonna mentre portava al pascolo il suo gregge, nella valle delle risaie. Così ad inizio 1800 tale immagine fu appesa ad un albero dove poi, subito dopo, gli abitanti vollero erigere un elegante pilastro.

Si deve ad una devota del tempo, la signora Ester Cremonini, la costruzione dell’attuale edicola, una graziosa cappella o elegante oratorio databile fra il 1892 e 1902, visto che le fonti non riportano una data unica.

Si presenta quindi come un piccolo mono vano la cui caratteristica più vistosa è data dal portale bronzeo aggiunto dallo scultore bolognese Cesarino Vincenzi nel 1990.

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Cesarino Vincenzi (1914 – 2011), pittore e scultore bolognese, crea numerose immagini in ambito sacro, Madonne, Santi, ma anche presepi, ritratti, porte bronzee e opere di vita e scene agresti.

Così come in altri portali di bronzo realizzati per chiese a Bologna e in Emilia anche in questo dell’Oratorio traspare tutto il suo realismo, espressione di una umanità autentica e genuina.

E’ la gente delle campagne che ispira le creazioni della ritrattistica, visi ed emozioni di grazia e purezza anche qui nelle 26 formelle del portale. Un confronto diretto lo si può fare con la sua scultura a tutto tondo di scena agreste in cui bambine corrono ma una di esse rimane impigliata nei rovi e l’amica cerca di aiutarla. Stessa umanità e sentimenti sono la linfa vitale delle formelle qui proposte, dove il tema è la gioia e la spensieratezza dei fanciulli trasfigurato in un canto di lode alla Madonna.

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Si tratta dell’esultanza della Natura, la gioia di vivere colta nella festosità dei ragazzi, spirito che anima il bronzo.

La materia diventa duttile, uno spartito istoriato pervaso dall’armonia dei pieni e dei vuoti nello spazio, creando effetti chiaroscurali donatelleschi. Cosi come il grande maestro del Quattrocento, inventore dello stiacciato, ossia di una tecnica scultorea tendente al pittorico per creare effetti atmosferici di prospettiva, anche Cesarino si avvale di questa tecnica con grande maestria: uno sbalzato accennato in lontananza, per poi gradualmente forgiare le forme fino al primo piano più definito.

Proprio come già in Donatello, l’importanza della mimica e delle espressioni facciali, delle emozioni e del dettaglio naturalistico sono al centro della poetica di Cesarino, dove virtuosismi realistici sono visibili con genuina spontaneità e sapiente maestria e toccano il livello più alto nella bambina con il capo morbidamente poggiato ‘ sul braccio in una pacata atmosfera contemplativa o nelle tre giovinette in relazione fra loro e lo spettatore che sembra quasi in contatto in presa diretta con la materia in una serena conversazione.

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La materia si fa viva, si anima di realismo interiore ed esteriore e il bronzo viene plasmato e pervaso dallo Spirito con immediatezza e naturalezza nella resa del particolare.

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E cosi si svelano la contemplazione del viso, la dolcezza delle forme, i lembi dei capelli, la sublime perfezione delle linee, l’alto grado qualitativo calligrafico dei particolari anatomici, mani, dita, orecchie, veri punti di forza della preziosità naturale raggiunta, indice di Verità estetica che l’Altissimo Creatore ha racchiuso nell’uomo. E’ la festa della materia ai massimi livelli che emana il senso dell’Assoluto.

L’interno dell’Oratorio si presenta sobrio ed essenziale e ancora di Cesarino Vincenzi sono i due tondi raffiguranti San Leopoldo Mandic e Santa Clelia Barbieri, dove ritroviamo lo stesso intimo rapporto fra la dolcezza e pacata espressività dei volti e la comunione spirituale dello spettatore.

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