Matrimonio mancato

Commenti (0) Mirandola raccontata da Vanni Chierici

“Vuoi tu Giovan Francesco Gonzaga, duca di Sabbioneta e principe di Bozzolo, prendere in moglie la qui presente principessa Maria Isabella Pico, figlia del Duca della Mirandola e Marchese della Concordia Sua Altezza Serenissima Alessandro II Pico e della Principessa Anna Beatrice d’Este?” “Sì, lo voglio … anzi, no!”.

Va bene, lo ammetto, non è proprio andata così, dati i tempi sarebbe come minimo scoppiata una guerra. Ciò non toglie che il rifiuto ci sia effettivamente stato.

La principessa Maria Isabella Pico, primogenita di Alessandro II, nasce sabato 7 dicembre 1658 alle ore 20.00 circa. Dopo aver ricevuto una prima educazione a corte, viene affidata alle cure del precettore padre Reginaldo Bacarelli che la istruisce nelle lettere e nelle scienze filosofiche, dove eccelle. A 16 anni viene promessa sposa al Duca di Sabbioneta e  principe di Bozzolo Giovan Francesco di un ramo cadetto dei Gonzaga. A quei tempi era di prassi sposarsi per procura e senza nemmeno conoscere il futuro coniuge, giusto un’occhiata ad un ritratto che poteva anche non essere molto fedele. Ma Giovan Francesco non è di questo avviso ed il 2 febbraio del 1674 arriva alla Mirandola per conoscere di persona la principessa e definire gli accordi per il matrimonio. S’intrattiene per otto giorni, naturalmente alloggiato alla corte e degnamente servito.

Per il popolino sono otto giorni di festa con divertimenti e svaghi offerti dal Duca Alessandro; saltimbanchi, teatrini itineranti, giocolieri girovaghi e giostre. Ci si può anche rifare gli occhi ammirando, in tutto il loro splendore e sfarzo, i principi ed il loro sontuoso seguito, formato dai notabili della città, mentre “passeggiano” lungo il corso di Porta Mantova a bordo delle loro trenta carrozze, o mentre si dirigono in campagna per partecipare a ricche battute di caccia alle lepri, fagiani, pernici e cinghiali.

Anche al castello non si scherza: balli, concerti e teatro, e naturalmente cene e pranzi opulenti che anche i poveri possono apprezzare essendo elargiti a loro gli avanzi.

Alessandro II Pico

Alessandro II Pico

Busto di Anna Beatrice d'Este Pico

Busto di Anna Beatrice d’Este Pico

La cucina della corte dei Pico non doveva essere molto dissimile da questa.

La cucina della corte dei Pico non doveva essere molto dissimile da questa.

La sera del 9 Giovan Francesco si congeda con i classici scambi di ricchi doni. Lui offre a Maria Isabella il suo ritratto con la cornice tutta ingioiellata; con un inchino, un timido sorriso, occhi abbassati ed un lieve rossore sulle guance, lei accetta il regalo mostrandosi molto compiaciuta. Inoltre elargisce a piene mani generose mance alla servitù. Lui riceve dal Duca Alessandro due pariglie di superbi cavalli, una da carrozza ed una da maneggio. Le cose sembrano essersi concluse felicemente, ma non è così. A questo punto, neanche a volerlo fare apposta, il cronista dell’epoca diventa vago, non dà a capire cosa sia effettivamente successo e tutto quello che sappiamo è che “A cagione però di puntiglio mal calcolato, e di falsa idea insinuata al principe, le nozze non ebbero poi luogo.”

Nonostante il matrimonio non si celebri, inspiegabilmente il principe Giovan Francesco non chiede di essere sciolto dalla promessa e vive da  celibe fino alla sua dipartita nel 1703. Non lascia eredi ed il suo feudo viene reclamato dall’imperatore.

Ben diversa la sorte di Maria Isabella. Per come funzionavano le cose allora, sarebbe stato normale se avesse preso la via del convento o se avesse vissuto una vita ritirata diventando una zitella inacidita, ma Maria Isabella era una Pico in tutto e per tutto e riuscì ad essere una pedina importante nelle vicende del ducato … ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.

Av cunven star in campana!

Vanni Chierici

Fonti:  Memorie storiche della città e dell’antico Ducato della Mirandola –

Volumi IV e XX.

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