Concordia sulla Secchia – Cenni storici – Impariamo a conoscerci

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Lo stemma di Concordia è sormontato da una corona marchionale con otto fasce d'argento e azzurro, caricato da un leone rosso attraversante a destra. Il leone, che già appare nelle monete di Gianfrancesco Pico, è uno dei simboli dei Signori mirandolesi. Esiste già dal '700 ma fu adottato ufficialmente nel 1860. È circondato da due corone, una di quercia e una di alloro

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CONCORDIA SULLA SECCHIA

Concordia sulla Secchia è uno dei centri più importanti della Bassa modenese.

La popolazione è di 8.765 abitanti al 31/12/81. Altitudine 21 metri sul livello del mare. Frazioni: San Giovanni, Fossa, Vallalta e Santa Cate­rina.

CENNI STORICI

Secondo lo storico mons. Antonio Bellini, le prime notizie di un centro abitato risalgono al 1336, mentre il Tiraboschi afferma di avere trovato per la prima volta il nome di Concordia in una carta del 1360.

Il nome deriva da una strana vicenda: nel 1390 la signoria dei Pico, di cui il territorio di Concordia fa parte fin dal 1311, è contesa da due grup­pi familiari: da un lato i quattro figli di Paolo Pico, dall’altro i tre figli di Nicolò Pico.

L’onnipotente Gian Galeazzo Visconti decide di tagliar corto alle liti e stabilisce che siano i cittadini di Mirandola a scegliersi i loro Signori.

Nel 1390, dunque, nella chiesa di San Francesco si riuniscono i maggiorenti della città. Sono tredici uomini. Mentre discutono, entrano in chiesa i quattro fratelli Francesco, Tomasino, Prendiparte e Spinetta, fi­gli di Paolo. Dicono poche cose: o i tredici votano tutti a loro favore op­pure saranno tutti strangolati. È logico che la decisione è a favore dei fi­gli di Paolo Pico. Per fare festa e per inneggiare alla ritrovata concordia, i quattro Pico decidono di costruire una chiesa dedicata a San Paolo sulle rive del Secchia, dove già esistono un piccolo gruppo di case e due muli­ni. Nasce così Concordia, la cui prima chiesa è consacrata nel 1396. Il paese seguirà sempre le vicende dei Pico. Nel 1432 è eretto in Contea dall’imperatore Sigismondo. Nel frattempo il paese si dota anche di un ospedale, fondato nel 1425 dalla famiglia Signoretti di Mirandola.

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Per vari secoli il paese è dilaniato dalle guerre fra la famiglia Pico. Il 19 dicembre 1510, Concordia è presa e semidistrutta dalle truppe di Papa Giulio II, che poi porranno il famoso assedio a Mirandola.

Nuovi lutti e nuove distruzioni in seguito all’assedio delle truppe fran­cesi nel maggio del 1511. La città cade nonostante l’eroica difesa di 400 soldati pontifici, comandati dal capitano Geronimo Possidoni.

Ancora, da Concordia, il giovane conte Galeotto II Pico, nel 1533, prende l’iniziativa per far assassinare lo zio Gianfrancesco II e per riunifi­care il piccolo Ducato.

Nel 1597 un diploma dell’imperatore Rodolfo II elegge Mirandola al rango di Principato e Concordia al rango di Marchesato. Nel 1629 Con­cordia è invasa dai feroci Lanzichenecchi del conte Rambaldo di Cobalto, che tutto distruggono e lasciano in eredità la peste. Quasi la metà dei cittadini di Concordia perdono la vita in questa epidemia: 800 morti a Concordia, 500 a Vallalta e 300 a Fossa.

Nel 1 704 ancora una volta Concordia è assediata e incendiata, stavol­ta dai francesi del brigadiere Wacob. Distruggono la vecchia chiesa di San Paolo e i mulini sul Secchia.

Nel 1 710 Concordia passa sotto il dominio degli Estensi, di cui segue le vicende fino al 1859. Importante il contributo dei concordiesi alle lot­te del Risorgimento e ancora più rilevante l’impegno dimostrato nella re­cente lotta di Liberazione.

A Concordia il movimento partigiano ha offerto un altissimo contribu­to.

Sempre sotto il profilo storico vanno rilevati i famosi mulini sul Sec­chia. Giunsero ad essere perfino 14 e rappresentavano una delle attività economiche più rilevanti del territorio, assieme all’agricoltura.

Esempio di un mulino natante di Concordia. Disegno di L.Confortini

Esempio di un mulino natante di Concordia. Disegno di L.Confortini

Le cose da vedere, oggi a Concordia, non sono molte. Dell’antico ospedale di San Leonardo e dell’omonima chiesa non resta più nulla. Il famoso Palazzo Ducale, che sorgeva fra via Dante e via Garibaldi, fu di­strutto nel 1704, e ne resta pallida traccia nel fabbricato detto ora delle Decime.

L’attuale palazzo comunale, del primo Settecento, è il vecchio palazzo Corbelli.

Fu sede del Municipio dal 1860.

Palazzo Corbelli

Palazzo Corbelli

La chiesa collegiata di San Paolo venne ultimata intorno al 1599, poi rifatta in buona parte nel 1718 e ristrutturata in varie riprese.

È a tre navate, in solido stile neoclassico. Fra le opere d’arte, una importante “Deposizione” di Annibaie Carracci, “Vergine col bambino”, attribuita a Francesco Raibolini detto il Francia e opere di Adeodato Malatesta, buon pittore modenese dell’Ottocento.

Suggestivi i portici di Concordia, sormontati da varie abitazioni di no­tevole valore architettonico.

I portici di Concordia

I portici di Concordia

Notevole in questi ultimi anni lo sviluppo edilizio di Concordia e delle sue frazioni, nonostante l’ostacolo naturale rappresentato dal fiume Secchia che limita ad ovest la cittadina.

Giuseppe Morselli

Tratto da: Guida storica e turistica della Bassa Modenese

A cura di Giuseppe Morselli

Anno: 1982

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