Antichi palazzi – Villa Pezzini già Casino Modena – San Felice sul Panaro, Rivara

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Villa Pezzini, già Casino Modena - Veduta aerea

villa pezzini 1

Particolare della carta "Occhiata di pianta della terra di San Felice e suo territorio 1669 dell'A.S. Sig.a Ducche.a di Mod.a"

villa pezzini

Villa Pezzini, già Casino Modena – XIV-XVIII

San Felice sul Panaro, Rivara.

Accanto ad una torre difensiva, forse tardo- trecentesca ma oggi dalle evidenti forme cinquecentesche, si venne successivamente ad aggiungere un corpo di fabbrica esclusivamente destinato alla residenza.

È comunque solo nella carta di San Felice del 1669 che il complesso risulta per la prima volta indicato come «Palazzo de’ Zoccolli», evidente storpiatura dialettale di Ciocchi, nome degli effettivi proprietari documentati, secondo il Calzolari, almeno dai primi decenni del Seicento.

Una famiglia modenese, questa, mol­to spesso soggiornante a Rivara, come atte­stano anche numerosi documenti d’archivio e lo stesso altare privilegiato nella chiesa parrocchiale.

Nel corso degli anni al primo complesso residenziale erano venuti pure ad aggiungersi due rustici e la residenza per il fattore; il tutto circondato da un fossato con ponte d’accesso.

Nel 1793 la famiglia Cioc­ci. dopo anni d’affitto a terzi, cedette i pro­pri beni al capitano ed ingegnere civile Al­fonso Azzolini di Rivara che vi abitò fino alla morte avvenuta nel 1832. La villa passò al ni­pote Vincenzo Modena, il cui stemma è scolpito nella lastra in marmo posta ai piedi del­l’ingresso.

Fu alloggio di militari tedeschi e da questi gravemente danneggiata, e diven­ne nel dopoguerra, sempre per via ereditaria, proprietà dei Pezzini.

Caratterizzata dal bel giardino a sua volta collegato da un lungo viale di pioppi alla chiesa parrocchiale di Ri­vara, è nota grazie agli studi del Calzolari che ne descrive il ricco arredo pittorico pre­sente in particolar modo nei locali della tor­re. Una decorazione a grottesca d’origine tardo cinquecentesca inquarta numerosi panneili raffiguranti il mito di Fetonte.

Sia queste decorazioni che quelle del primo pia­no. probabilmente settecentesche e raffiguranti personaggi in fogge classiche ed un amorino, per assoluta indisponibilità dei proprietari non sono state né viste, né di recente fotografate. Dobbiamo oramai dunque accontentarci delle pur suggestive descrizio­ni del Calzolari.

Vincenzo Vandelli

Tratto da: Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese.

A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola

Anno: 1989

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