Un’edicola in salotto

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Diciamo la verità, forse la più bella piazza di Mirandola è Piazza Mazzini, quella, per intenderci,che sta dietro il Municipio. Mentre Piazza Costituente è il vasto e magnifico salone di ricevimento della Città, mentre Piazza della Conciliazione (Piazza Duomo) è solo un vasto e movimentato parcheggio, al pari di Piazza Matteotti (quella della Cassa di Risparmio) e al pari di Piazza Garibaldi(quella davanti al Liceo), la dolce piazzetta retrostante il Palazzo Comunale è un salotto molto intimo, dove si può parlare in pace, dove non passano macchine, appena contrassegnata dal profumo del formaggio nei giorni di mercato.ma si dice che il profumo del formaggio faccia bene…..

In un angolo fa bella figura l’Edicola, che ha una sua storia, e proviamo a raccontarla.

Il progetto di questa edicola, che non è nata per vendere giornali, risale ai primi anni di questo secolo, esattamente al 23 giugno 1906, fu costruita in ferro fuso e battuto, con un vago stile orientaleggiante,che forse era di moda a quei tempi di “belle epoque”.

La prima collocazione dell’edicola è quella di Piazza Grande a Modena.

chisco giornali p.zza mazzini 1906

progetto edicola p.zza mazzini

edicola modena

In una foto del 1915 si vede l’edicola in un angolo della piazza, non lontano dall’apside del Duomo, ma si notano anche i muretti di protezione bellica che nascondono anche la celebre “Preda ringadora”.L’edicola fa parte integrante del “mercatino”che allora si teneva in Piazza Grande, con decine e decine di Bancarelle.

Poi, negli anni 20, l’edicola cambia posto e viene portata in Piazza Tassoni,proprio sotto la Ghirlandina, ed è di proprietà della”premiata ditta Michele  Schiavoni”, adibita alla vendita di bibite e sorbetti.

Nei primi anni 30 la grande crisi economica colpisce anche Modena e la famosa edicola viene trasportata a Mirandola. Dovrà diventare un’edicola di giornali da sistemare in una piazzetta di Mirandola.Del trasporto si incaricano due birrocciai di Mirandola, i fratelli Brancolini, che smontano tutta la struttura e la trasportano nella Città dei Pico per conto del fabbro Amedeo Baraldi ed intestata alla moglie Carolina Gavioli.La data di questo trasporto non è certa, forse si tratta del 1930-1931. E’ certò però che da questo momento non si chiama più,come dicevano a Modena,il “chiosco Schiavon”, anche se le due iniziali (M e S ) restano ancora.

C’è un particolare ancora da raccontare; la Signora Mariannina Tioli, che aveva il suo negozio vicino all’edicola,dall’altra parte di via Curtatone, non era molto soddisfatta di questa novità. Anzi era decisamente rammaricata,perchè, a suo giudizio, il chiosco copriva la “vista” del suo negozio.Poi, poco per volta, si convinse che questa edicola non era un grosso danno.

E allora i Mirandolesi, ai quali non manca lo spirito burlone e ironico, tenuto conto che sul chiosco campeggiava una vecchia bandierina con le iniziali M.S. si misero a dire che queste lettere stavano a significare “Mariannina soddisfatta”

Un articolo di Giuseppe Morselli 1985

L’immagine attuale dell’edicola è di Massimo Secchi

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