Storia del V Centro di Allevamento Quadrupedi – I capitolo

Commenti disabilitati su Storia del V Centro di Allevamento Quadrupedi – I capitolo San Martino Spino raccontato da Andrea Bisi

San Martino Spino Centro Allevamento Quadrupedi anni 40 partita di tennis.

San Martino Spino Centro Allevamento Quadrupedi anni 40 partita di tennis nel campo

Prima puntata

Oggi tutta la tenuta di Portovecchio è in attesa di una destinazione di recupero e d’uso. Per una vecchia legge dello stato italiano il Ministero della Difesa non l’ha mai venduta perchè l’introito sarebbe andato al Ministero del Tesoro!!!

Meglio tenersela  e………vederla crollare !?

(Andrea Bisi)

La tenuta di Portovecchio – Notizie storiche
Fin dai tempi dei Pico, San Martino era famoso per i suoi allevamenti di cavalli.

Nel 1711, la proprietà di Portovecchio passò agli Estensi di Modena e poi, nel 1796, al dipartimento del Panaro, quando la rivoluzione francese abolì tutti i feudi.

Nel 1815 passò alla Camera Ducale degli Estensi ritornati a Modena, periodo nel quale fu costruito il Barchessone Vecchio, in parte poi distrutto dalle rotte del Po.

(Vedi Sez. Racconti San Martino dei cavalli)

La acquisì poi lo Stato Italiano a cavallo fra gli anni 1859-60.

L’erario la mantenne fino al 1862, quando fu acquistata dal barone Vincenzo Belinda, che la conservò fino al 1880.

Portovecchio fu acquisito dal Ministero della Guerra nel 1882 come si evince dall’ Indicatore Mirandolese dell’ agosto dello stesso anno, che riprende una lettera inviata a fine luglio dal cavaliere Luigi Gregori al Panaro:

“Egregio Direttore,

credo di poterle dare ormai come certo che nella tenuta di Porto- vecchio, presso Mirandola, verrà istituito un grande deposito d’allevamento equino, per questo Ministero della Guerra..”

L’obbiettivo del Ministero era di avere un rifornimen­to di cavalli, opportunamente selezionati e corretti negli appiombi, e di muli con caratteristiche confacenti alle esigenze.

Sempre dall’Indicatore Mirandolese apprendiamo che   i lavori  di costruzione delle tettoie (le lunghe stalle oggi in rovina) furono appaltati da Paolo Zoboli di Modena, con un iniziale stanziamento di spesa di 100.000 lire.  Ogni tet­toia per i cavalli costò 35.000 lire. (Da allora il nome tettoie è rimasto tale per i sanmartinesi; si dice, ma mai provato, che inizialmente le tettoie fossero solo un riparo notturno, senza mura intorno, e non vere stalle).

Negli anni seguenti con Regio Decreto del 19 aprile 1883 venne istituito il «Quinto deposito Allevamento Cavalli» nel­la tenuta di Portovecchio in San Martino Spino, diventando operativo già nel mese di maggio.

Il luogo e la tradizione erano favorevoli all’instaurarsi di detta attività.

Il palazzo di Porto Vecchio, già dimora degli Estense e dei Menafoglio fu restaurato nel 1885 con investimento di 60.000 lire ed adibito ad abitazione del personale militare.

Il cavalier Nicandro Panizzi in una monografia del 1891 testimonia come nella Bassa Mirandolese esistessero estesissimi prati naturali. Quivi pascola­vano dalla fine di marzo a novembre mandrie di bestiame bovino, equino e ovino. Parla pure del progressivo miglioramento della razza equina «nostrana» grazie alla selezione incentivata dagli stalloni privati, ma soprattutto da quelli del Governo che erano siti in cinque stazioni di monta nel Circondario di Mirandola

Tratto da: Quaderni della Bassa Modenese-Antonio Gelati e L’Indicatore Mirandolese

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