Senso civico

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SENSO CIVICO

finale il terremoto e la storia

Luglio. Non piove da settimane.

Nel tardo pomeriggio la signora esce di casa e attraversa la piazza.

In un grande vaso di fiori a fianco della panchina le piantine hanno sete. “Guarda che roba”, commenta tra sé la signora “neanche oggi le hanno innaffiate.

Ma bene…” Le foglie comincia­no ad avvizzire, gli steli a piegarsi. La signora maledice il sindaco, gli assessori e tutti gli impiegati comunali. A dire il vero, insieme ad un sottile compiacimento per il protrarsi della situazione (“Eh, ci avrei scommesso!…”) la signora sente l’impulso di tornare a casa, riempire l’innaffiatoio, e dare finalmente sollievo ai poveri fiori. Dopotutto, che colpa ne hanno loro? Eh, no!, si dice subito dopo. Trop­po comodo! Voglio vedere fino a quando andrà avanti, con questa storia che non vengono a innaffiare… Noi li paghiamo, li paghiamo anche per questo! Vedrai che tra un paio di giorni non ci sarà niente da fare, “i sarà sech bròstal”, e allora scriverò una lettera a Piazza Verdi, una bella lettera di protesta… però non voglio che sia pubbli­cato il mio nome, che son sempre delle noie… Ci scrive­ranno ” lettera firmata”, come fanno spesso. Sì, sì, scriverò eccome; perché i soldi per comprare i fiori sono soldi di tutti… e dopo che saranno morti? Ce ne metteranno degli altri, che facciano la stessa fine? E chi paga?

La signora continua a brontolare tra sé, e tra un’invettiva e un’altra le viene anche in mente che dopo cena, o ancor meglio prima di andare a letto, potrebbe uscire e innaf­fiare i fiori… “E se poi mi vedono? Che figura ci faccio? Ognuno deve pensare ai suoi, di fiori, e a quelli di tutti ci deve pensare il comune! E’ così che funziona!”. Ma ora sta entrando nella macelleria, e dopo poco ha già dimentica­to tutto.

Tornando a casa, dopo una mezz’ora, vede una ragazzina, la figlia della vicina, che sta vuotando poco a poco un grande innaffiatoio proprio in quel vaso. La ragaz­zina le sorride e dice “Mi dispiaceva veder morire questi bei fiori, e allora mi sono detta che se dovevo aspettare quelli del comune… è già il secondo viaggio che faccio, e ce ne vorrà un altro, ma sono sicura che tra un po’ si riprenderanno”.

Alcuni passanti hanno assistito alla scena. Uno di loro dice: “Brava! Ecco un bell’esempio di senso civico”. Una vecchia le rivolge un complimento in dialetto. Un uomo seduto al bar scuote la testa e commenta: “Sì, ma non toccherebbe mica a lei…”. Un altro dice “Voglio mandare una lettera a Piazza Verdi, brava la ragazzina!” e aggiunge “Sì, perché ogni tanto bisogna anche segnalare chi fa delle cose positive, no?”

La signora saluta la ragazzina con un cenno, e scura in volto si avvia verso casa con i suoi sacchetti della spesa. Salendo le scale, pensa che se avesse ceduto all’istinto ci sarebbe finita lei, sul giornale, e le sue amiche avrebbero commentato il fatto con approvazione e magari un po’ di invidia. “Senso civico, ha detto quello… come se io non ce l’avessi… e poi quella là gliene stava dando anche troppa, di acqua”.

Maurizio Goldoni

Tratto da Piazza Verdi (mensile di divulgazione ed informazione di Finale Emilia)

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