Roberto Ganzerli – Mirandola – Bilancio Comunale 2022 – In questo bilancio l’idea di cosa sarà la Mirandola del futuro non c’è.

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Il bilancio 2022 proposto dalla “Lega per Salvini premier” (a cui il PD ha votato contro) sancisce definitivamente una differenza di visione politica e culturale della città della destra rispetto a quella ideale del centro sinistra e, al tempo stesso, uno scollamento fra i fatti e la propaganda.

Nei fatti, la giunta vive di rendita sui progetti ereditati dal centrosinistra (sono le stesse perfino le politiche fiscali). La propaganda descrive un cambiamento più immaginario che reale e rivolto all’indietro. La giunta Greco sogna un recupero dello “strapaese”, in cui si difende l’ideale della tradizione rurale e paesana contro la “modernità” e tutto ciò che di “negativo” ne consegue. La strategia è quella di sommare, anche in maniera casuale e disordinata, un’idea conservatrice della Mirandolesità. Si stava meglio quando si stava peggio e allora, senza nessuno studio socio economico per giustificare le scelte, il tutto avviene con un nostalgico “a sentimento”:

il Liceo Pico deve tornare in centro storico, così come le scuole elementari devono riavere la loro vecchia sede, la circonvallazione riacquistare il vecchio doppio senso il tutto condito dall’uscita improvvida dall’unione dei comuni dell’Area Nord perchè soli funziona meglio. Poco importa se nel frattempo le esigenze della comunità a 360 gradi sono completamente cambiate.

E’ una scelta legittima, sia chiaro, ma al tempo della mondovisione e della rete, nel contesto della crisi provocata dalla pandemia e dalla guerra (se ne sono accorti davvero?), può essere bollata solo come un atteggiamento sentimentale a priori, del tutto ideologico perché molto lontano dal poter incidere sulle prospettive di sviluppo della città. Anzi, in una economia aperta come la nostra, rischia di essere perfino un freno e soprattutto una perdita di tempo e uno spreco di risorse.

Tutto questo può avere nel breve periodo un consenso elettorale importante perché in tutte le fasi di crisi e di insicurezza, il tema dell’identità o della rassicurazione identitaria riemerge, più o meno prepotentemente. Ma una politica lungimirante deve andare oltre. Il cuore del problema è cucire, al tempo presente e al futuro, il globale e il locale (e viceversa), di cui bisogna saper vedere i rischi e al tempo stesso, le potenzialità. Il cuore del problema è riaffermare un ruolo propulsivo e centrale di Mirandola rispetto al suo territorio. Il cuore del problema è difendere e promuovere gli interessi di Mirandola non con l’ottica di un paesone di periferia, ma di una città che sta e deve stare in rete col mondo. Del resto, anche il cambiamento (quale che sia) non si improvvisa. Ci vogliono tempo e studio, come è successo quando la giunta Benatti ha deciso di portare la biblioteca in centro, realizzare la nuova stazione delle corriere, progettare e ricostruire il Teatro Nuovo, ripensare gli spazi commerciali ed abitativi nel nuovo assetto urbanistico del centro storico, o ancora prima la giunta Costi per quanto riguarda il bosco della cintura urbana, di cui la Lega sembra essersi finalmente innamorata. In questo bilancio l’idea di cosa sarà la Mirandola del futuro non c’è. E ce ne accorgeremo noi e i nostri figli quando in questo futuro ci arriveremo più deboli e impreparati.

Roberto Ganzerli

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