Ernesto Franco: il cordoglio dell’Amministrazione per la scomparsa di un cardine del Memoria Festival
Marina Marchi (Assessore alla Cultura): “Perdita incalcolabile per il Memoria Festival”
Ernesto Franco è morto a Genova, la sua città, all’età di 68 anni. Malato da tempo, le sue condizioni di sono aggravate improvvisamente negli ultimi giorni.
A dare la triste notizia della sua scomparsa la casa editrice Einaudi, che guidava dal ’98. È stato lui a rilanciare la collana simbolo “Gli struzzi”, oltre ad aver tradotto dallo spagnolo autori come Alvaro Mutis, Borges e Octavio Paz. Editore ma anche scrittore, tra i suoi libri “Isolario”, “Storie fantastiche di isole vere”, “Vite senza fine” e il canzoniere d’amore “Donna cometa”. A Mirandola ha lasciato un segno tangibile, scendendo in campo in prima linea nella creazione e nel supporto del Memoria Festival.
“Sarà compito di tutti preservare lo stile alto e la grande professionalità che Ernesto Franco aveva saputo conferire al nostro Memoria Festival – afferma l’Assessore Marina Marchi – Perdiamo non solamente un “Signore dell’Editoria” ma anche una persona che ha mostrato in ogni occasione possibile affetto per i mirandolesi, specialmente nel post terremoto, e una grande passione per la nostra Città: per la storia, per la sua architettura affezionandosi alla nostra comunità. Nel suo ricordo sarà compito nostro tradurre i suoi consigli preziosi al fine di rendere il Festival ancor più coinvolgente e interessante”.
“Ho conosciuto Ernesto Franco subito dopo la mia nomina a nuovo Presidente del Consorzio Memoria Festival – ricorda la Presidente Mariapaola Bergami – e ho subito capito che uomo di profonda cultura fosse, e quanto fosse sincero il suo legame con Mirandola. Vederlo a Mirandola a suo agio nelle strade del centro a fare da Cicerone ai numerosi autori di Einaudi in visita in città è stato un piacere, e mi rincresce terribilmente di non averlo frequentato di più e più spesso. Ha affrontato la malattia con grande coraggio e con altrettanto coraggio ha seguito l’organizzazione dell’edizione 2023 del Festival pur avendo da poco scoperto il male che l’avrebbe portato via. L’edizione 2023 è stata molto segnata dalla sua assenza, così come il 2024, nonostante Ernesto abbia sempre dimostrato vicinanza e affetto. L’edizione 2023 era dedicata, proprio per volere di Ernesto, all’ “Italia in 50 oggetti”…mi ripropongo di dedicare la decima edizione, il 2025, proprio alla memoria di un grande editor e uomo di cultura come Ernesto Franco. Ci mancherà sicuramente, e ci auguriamo tutti che nel suo ricordo si mantenga e si rafforzi il rapporto con Einaudi nel segno della crescita intellettuale”.
“Ernesto Franco – ricorda con trasporto il Direttore del Memoria Festival Giampaolo Ziroldi – venne per la prima volta a Mirandola nel 2013, l’anno dopo il sisma, nell’ambito dell’iniziativa culturale “Castello di libri” dedicata alla casa editrice Einaudi. Si mostrò fin da subito cordiale ed interessato e quando parlammo dell’ipotesi di un festival a Mirandola incentrato sulla memoria, manifestò una seria attenzione al progetto. Nel corso degli anni successivi Franco ci diede tutta una serie di preziosissimi suggerimenti e a partire dal primo anno del Memoria Festival, il 2016, egli s’impegnò intensamente per la buona riuscita della manifestazione, assumendo il ruolo di presidente del Comitato Scientifico e contattando direttamente autori, coinvolgendo la sua Einaudi, dando suggerimenti sui percorsi tematici e stimolando con brillantissime intuizioni. Quando ci si vedeva, prendeva appunti ordinatamente su minuscoli foglietti, con il logo dello struzzo einaudiano, poi tempo dopo quegli indecifrabili scritti si traducevano in splendide idee per il Festival che sentiva anche suo, così come sentiva un po’ sua anche Mirandola dove ritornava con piacere. Figura gentile ed elegante, costituiva un protagonista fondamentale del panorama culturale italiano, in costante relazione con i principali nomi di intellettuali a livello internazionale. Eppure Ernesto Franco non ha mai manifestato il benché minimo segno di spocchiosa distanza o di superba superiorità. Lavorava sempre con curioso entusiasmo e generosa partecipazione, interessandosi di tutto, parlando di tutto, semmai evocando, quando poteva, i suoi amori letterari, come il grande Julio Cortazar, o il mare che tanto amava. Ma i suoi occhi brillavano poi in maniera inarrestabile quando il discorso cadeva sui suoi figli, ancora giovani ed orfani di madre, di cui con enorme gioia raccontava le vicende.”