Notificazione del 1741, in Mirandola attraverso i manifesti, raccolta 4, 1735-1789
L’OSTERIA DEL TRAMUSCHIO
La collocazione di Tramuschio sul confine degli Stati di Mirandola e di Mantova ha fatto sì che per secoli fosse attiva una osteria per alloggiare e ristorare i viandanti oltre che servire da bottega e macelleria per i residenti.
L’esercizio di osteria era concesso da parte dei Pico e poi dagli Estensi, dietro il pagamento annuo di 20 ducatoni d’argento.
Il 28 novembre 1643 rogito del notaio Cocchi: “la camera della Mirandola investisce Giovanni Belardi dell’Osteria del Tramuschio … sotto l’annuo canone di Ducati 20 d’argento”.
L’8 marzo 1692 rogito del notaio Puviani: “Giacomo di Gianmaria Belardi vende la osteria al D.re Lodovico Piccinini con tutti gli oneri, gius e privilegi goduti con il beneplacito della Principessa Brigida… ”
L’11 giugno 1692 rogito del notaio Puviani: “la camera del Duca Francesco Maria Pico della Mirandola investisce il D.re Lodovico Piccinini di detta osteria… ad uso macelli… ’’
Il 17 marzo 1712 rogito notaio Ferrari: “la camera del Serenissimo Rinaldo d’Este investisce il D.re Lodovico Piccinini di detta Osteria del Tramuschio con gius d’esercitarvi l’osteria pubblica, macellarvi carni da vendere e con tutti li privilegi sin ora goduti, per l’annuo canone di ducatoni 20 d’argento”.
Nel 1716 Grida sopra la beccheria dello Stato della Mirandola e sue privative, in tale privativa s’eccettuano “li Feudatari dell’Osteria del Tramuschio, dove si ha permissione ed il solito di farsi carni da vendere”. Il 31 luglio 1722 lettera Camerale in cui si dice che: “il Feudatario dell’Osteria del Tramuschio e suo Conduttore può liberamente esercitarvi beccheria e cui possono provedersi tutti li sudditi …” .
Nella notificazione del 1741, che contiene le norme a protezione della beccaria, con divieto di macellazione e vendita privata di carni, vengono:
“eccettuati i Feudatari dell’Osteria del Tramuschio, dove è la permissione”. Il 28 novembre 1750 rogito del notaio Ferrari: “investitura di detta Osteria concessa a Francesco Rossi con il gius di esercitarvi Osteria pubblica, macellarvi carni da vendere e con tutti li privilegi sin ora goduti, sotto l’annuo canone di ducatoni 20 d’argento”.
Il 7 maggio 1770 rogito del notaio Luosi: “Investitura in cui Fornasari acquista dal Rossi la Osteria, ed inoltre v’è ancora il Decreto della deputazione sopra li Privilegi in cui si canonizzano le esenzioni e privilegi annessi a detta Osteria”
Il 27 luglio 1770 rogito del notaio Ferrari: “Investitura di detta Osteria concessa a Francesco Fornasari, con il gius d’esercitarvi l’osteria pubblica, macellarvi carne da vendere e con tutti li privilegi sin ora goduti”.
Tratto da: Tramuschio – Appunti di Storia
Parrocchia di Tramuschio
Anno 2010